Crosby (4 assist), Malone (2 goal), in gara 2 la coppia di Pittsburgh ha steso Ottawa nel finale
Qualcuno avrebbe dovuto comunicare ai Senators che i Play Off iniziavano il 9 aprile.
Se, come è apparso ovvio dopo aver visto la loro ultima partita della Regular Season, i Pittsburgh Penguins hanno sacrificato il primo posto di Conference per evitare il gioco sporco dei Philadelphia Flyers "scegliendo" invece Ottawa come avversaria nel primo turno, ebbene, hanno avuto ragione.
I senatori si sono presentati sul ghiaccio nelle prime due partite della serie pensando di dover svolgere uno spettacolo di pattinaggio artistico e i Pittsburgh Penguins, che non sono assolutamente la squadra più fisica della NHL, hanno vinto ogni contrasto in ogni zona della pista.
Basti pensare alla rete che ha sbloccato Gara 1 dopo soli 68 secondi: non è stata realizzata da Sidney Crosby con un gesto tecnico incredibile e neanche da Evgeni Malkin con una discesa in slalom da applausi. No, Gary Roberts, il vecchietto della quarta linea, ha soverchiato fisicamente Wade Redden alle spalle di Martin Gerber, per poi andarsi a piazzare tranquillamente nello slot ad aspettare il servizio di George Laraque.
Quando poi, a poco più di sette minuti dalla conclusione del primo tempo, Mike Commodore commette un errore madornale aprendo un'autostrada al contropiede dei pinguini che frutta il 2 a 0 di Petr Sykora, si capisce che per i canadesi non è giornata.
Come ampiamente previsto Daniel Alfredsson è costretto ad assistere dalla tribuna. Al suo posto nella linea delle meraviglie Bryan Murray schiera Randy Robitaille. L'idea non è da buttare: il 32enne canadese proprio di Ottawa è molto veloce e durante lo sciopero del 2004-05 aveva dimostrato di saperci fare in fase offensiva stravincendo la classifica marcatori del campionato svizzero con la maglia dello Zurigo.
Michel Therrien, dal canto suo, conferma i terzetti dell'ultima parte di stagione regolare. Sidney Crosby gioca con Marian Hossa e Pascal Dupuis, mentre Evgeni Malkin imperversa tra Petr Sykora e Ryan Malone. Il tecnico dei Penguins non sembra badare a chi viene spedito in pista dal suo rivale e continua imperterrito a ruotare le quattro linee d'attacco, senza ricorrere a doppi turni per sottrarre le sue stelle dalle attenzioni della checker-line avversaria. Un grande segnale di superiorità .
Sul fronte opposto, i senatori confermano il giovane Brian Lee (acerbo ma molto promettente) in difesa e il terzino Christoph Schubert in quarta d'attacco, con Cody Bass e Martin Lapointe, l'unico che a tratti sembra animato dal fuoco sacro che deve ardere durante i Play Off.
La seconda partita si apre con gli stessi schieramenti (compreso Anton Volchenkov, colpito duramente alla fronte da una discata in Gara 1) e segue più o meno lo stesso copione. I Penguins, molto più determinati sul disco e alle assi, prendono in mano il pallino del gioco e mitragliano letteralmente di tiri il pur positivo Martin Gerber (alla fine saranno 53 conclusioni, decisamente troppe per una partita di Play Off).
Bryan Murray corre ai ripari e mette mano alla composizione delle linee. L'inconcludente Cory Stillman viene spostato nel primo terzetto d'attacco insieme a Dany Heatley, perso senza Daniel Alfredsson, e al lottatore Antoine Vermette. La mossa sembra dare i suoi frutti, perché cinque minuti dopo la prima rete realizzata da Shean Donovan proprio Stillman riporta in partita in senatori che, improvvisamente, dopo quasi cento minuti, si rendono conto di essere nei Play Off e si comportano di conseguenza.
Il traffico davanti a Marc-André Fleury si fa più intenso (lo shut-out di Gara 1 è stato probabilmente il più facile della sua carriera), Sergei Gonchar e compagni devono cominciare a guardarsi le spalle quando vanno a recuperare il disco alla balaustra. Non è un caso che il pareggio di Cody Bass arrivi proprio sfruttando un puck sballonzolante nello slot.
La doppietta finale di Ryan Malone rende vano il risveglio dei senatori, ma con la serie che si sposta in Canada per la terza partita di lunedì, Heatley e compagni hanno dimostrato di potersela giocare. A patto però di non regalare altri cinque tempi agli avversari"