Dany Heatley, l'arma in più di Ottawa
Dopo un anno esatto, i Buffalo Sabres si ritrovano a giocare per il titolo della Eastern Conference e per l'accesso alla finale per la Stanley Cup. Di fronte a loro non c'è più Carolina, che li ha sconfitti in 7 gare e che poi è andata a vincere la Coppa, ma ci sono gli Ottawa Senators, squadra ancora più temibile degli Hurricanes di allora.
Buffalo, numeri uno del seeding e vincitori del Presidents' Trophy, contro Ottawa, unica squadra della final-four a non essere tra le prime due del ranking di Conference, è la giusta finale ad Est. Se andiamo a vedere la finale ad Ovest tra Detroit e Anaheim, non possiamo non notare che tutte e quattro le squadre rimaste hanno superato i 100 punti durante la regular season. Fatto storico (non succedeva dal 1977) che la dice lunga sul valore, la forza e il merito dei quattro pretendenti alla Stanley Cup.
Ma entriamo nel dettaglio e andiamo ad analizzare la finale dell'Est.
Ottawa ha mandato in goal 14 differenti giocatori in questi play-off, Buffalo 13.
Ottawa è arrivata in finale con un record di 8-2 (10 partite), Buffalo ci ha messo una gara in più per un record di 8-3.
Ottawa ha giocato il primo turno con una squadra inesperta (Pittsburgh) e una squadra lenta (New Jersey). Buffalo ha giocato contro due team molto affiatati e coriacei ma che in fatto di attacco e velocità non sono proprio il massimo (NY Islanders e NY Rangers).
Finale aperta a qualsiasi risultato, dunque, con Buffalo che dovrà riuscire a tenere il passo di Ottawa e con Ottawa che dovrà lottare con l'esperienza e la velocità di Buffalo. Entrambe le squadre si troveranno di fronte a difese più dure, più toste e più votate all'attacco di quelle che hanno incontrato in questa post-season.
Allora è tutto nelle mani dei portieri? Forse. Ma ogni reparto di questa squadra è capace di fare la differenza in qualsiasi momento.
La prima linea dei Senators, Dany Heatley-Jason Spezza-Daniel Alfredsson, è la linea più forte tra le squadre rimaste in gioco: nella serie contro i Rangers ha totalizzato la bellezza di 24 punti. Se poi andiamo a vedere che Heatley e Spezza hanno messo a segno 16 goal 14 assist nelle 8 partite di regular season contro i Sabres, possiamo affermare che questa linea aspetta solo di trovarsi di fronte a Buffalo per iniziare a gonfiare le reti dell'HSBC Arena e dello Scotiabank Place.
Dall'altra parte, l'attacco dei Sabres è stato il migliore dell'intera regular season (308 goal) con un Daniel Briere che si trova ad essere il top-scorer di Buffalo anche in questi play-off con 11 punti in 11 partite. Sono i 16 minuti di penalità in questa post-season che potrebbero far preoccupare coach Lindy Ruff, ma questo non gli toglie di certo il sonno dato che nei momenti di maggior pressione, quelli che contano, il suo pupillo è in grado di esprimere il miglior hockey della Lega.
E le blu-line? Se i Sabres metteranno sul ghiaccio la coppia Tallinder-Lydman contro la linea devastante di Ottawa, coach Bryan Murray non si farà di certo scrupoli nell'usare il suo duo difensivo più potente e più votato all'attacco Volchenkov-Phillips. Un tandem capace di mettere la museruola alla miglior linea dei Devils (Patrik Elias-Scott Gomez-Brian Gionta) nel secondo turno e niente meno che a Sidney Crosby nel primo. Facile che Volchenkov e Phillips siano capaci di fermare anche le migliori frecce dei Sabres come Briere, Drury, Zubrus, Afinogenov e Vanek.
Tutti a sperare allora nei propri portieri. Tra i giovani Ryan Miller e Ray Emery sarà una bella sfida. Mentre Miller è una sicurezza, Emery è la vera variabile nell'equazione dell'equilibrio dei Senators. Disastroso lo scorso anno quando è stato chiamato in causa per sostituire l'infortunato Hasek, è risultato decisivo, concreto e superbo in questi play-off.
Per concludere, chi avrà la meglio?
Sulla carta Buffalo è la favorita, la numero uno di quest'anno, ma se dovessi scommettere 10 euro, li punterei su Ottawa, sulla sua linea delle meraviglie e sulla sua difesa tendente all'attacco. Perchè come diceva sempre un mio vecchio coach: “non importa quanti goal prendi, l'importante è farne sempre uno più dell'avversario”.