Sfortunato l'esordio come titolare di Markkanen, poco aiutato dai compagni…
Secondo logica, quando il portiere titolare è indisponibile e la riserva designata non ha visto il ghiaccio da settimane, la squadra dovrebbe stringersi attorno al nuovo entrato, bloccando tiri, chiudendo ogni varco.
Ebbene, gli Edmonton Oilers hanno pensato bene di augurare il bentornato a Markkanen spalancando le porte del proprio terzo difensivo agli increduli Hurricanes, ai quali non sembrava vero di tagliare come il burro la retroguardia canadese.
Nei primi sei minuti gli uragani si sono ritrovati ben tre volte lanciati in due contro uno verso il povero Markkanen. Nella terza occasione, complice anche una deviazione di pattino di Bergeron, Ladd non ha perdonato. Non contenti, i petrolieri hanno consentito a Kaberle (2-0) e a Weight (4-0) di parcheggiarsi tranquillamente davanti allo slot e di deviare il disco in tutta calma alle spalle del portiere finlandese senza che nessuno osasse sfiorarli.
Il resto lo hanno fatto un gran numero di penalità spesso inutili che hanno impedito agli Oilers di spingersi con regolarità dalle parti dell'ancora una volta impeccabile Ward.
Sarebbe quindi sbagliatissimo puntare il dito contro il malcapitato Markkanen. Certo, in alcuni frangenti è sembrato meno sicuro di Roloson, ma che dire di buona parte dei suoi compagni di squadra?
Smyth, grande trascinatore fino a pochi giorni fa, ha giocato senza l'abituale fuoco sacro che lo contraddistingue, Horcoff ha mancato un'occasionissima a porta spalancata sul 2 a 0, Samsonov ha pattinato tanto ma spesso a vuoto, Staios è parso spaesato sul ghiaccio ed Hemsky, sempre elegante e spettacolare nel controllo del disco, tende sempre ad effettuare la classica finta di troppo.
Laviolette, dal canto suo, aveva rinunciato a un attaccante (Larose) per aggiungere un difensore (Tverdovsky). L'intento era forse quello di supportare Wesley, uscito claudicante da Gara 1 dopo aver bloccato due tiri in una manciata di secondi. Il cambio, però, è stato del tutto ininfluente, visto che il difensore ucraino è stato schierato soltanto nelle fasi finali, a risultato ormai acquisito.
Gli Hurricanes, dopo aver giocato male ma vinto Gara 1, in questo caso si sono dimostrati più squadra e hanno affrontato la partita con notevole intelligenza tattica. Accortisi delle lacune degli avversari, si sono arroccati in difesa respingendo le offensive dei rivali (24 tiri bloccati a 7 per gli uragani) e hanno atteso pazienti il momento giusto per colpire.
Ward, protetto alla perfezione dai compagni, non ha dovuto sfoggiare parate strabilianti come in Gara 1, ma si è dimostrato sicuro nei pochi interventi di una certa difficoltà che è stato chiamato ad effettuare. All'appello, piuttosto, manca ancora Staal: pur avendo realizzato due assist nei primi due incontri della finalissima, non è ancora riuscito a imporre il suo gioco come aveva fatto nelle serie precedenti. Questa notizia, però, dovrebbe preoccupare più che altro i petrolieri.
Alla luce delle prime due partite (e soprattutto degli ultimi quattro tempi di gioco), quindi, risulta difficile pensare che gli uomini di MacTavish possano ancora riequilibrare la contesa. L'hockey su ghiaccio, però, ci ha riservato e continuerà a riservarci grandi sorprese e gli stessi Oilers sono già riusciti a capovolgere uno 0 a 2 contro i San José Sharks nel secondo turno.
La folla entusiasta del Rexall Place potrebbe dare loro una spinta, ma per impensierire gli uragani ci vorrà ben altro. Pronger e compagni devono raccogliere le energie e fare gruppo. Sabato notte potrebbe essere l'ultima opportunità di riaprire la serie.