Michael Ryder ha il goal nel sangue!
Il titolo non tragga in inganno.
Non c'è stato nulla di "easy" nella carriera di Michael Ryder, ora uno dei giocatori più interessanti del vastissimo panorama della NHL.
Perfino la geografia sembrava volesse mettergli il classico bastone tra le ruote: nato il 31 marzo 1980 a Bonavista, un delizioso villaggio di 4000 anime nell'estremo nord-est canadese, nello stato di Terranova e Labrador, l'attuale numero 73 dei Montréal Canadiens pareva destinato a non apparire sui radar hockeystici.
Come se non bastasse, apparentemente Madre Natura non gli aveva donato la tecnica di Mario Lemieux, la velocità di Pavel Bure o la durezza di Scott Stevens e lo Scouting Report del 1998, infatti, pur constatando le sue doti di gran lavoratore, poneva piuttosto l'accento sul suo pattinaggio appena sufficiente e sul suo gioco non abbastanza fisico.
Il sogno di una carriera ai massimi livelli già riposto nel cassetto? Neanche per sogno!
Un particolare non trascurabile non era sfuggito agli scout più attenti.
Sentiamo Pierre Dorion Jr., uno degli osservatori più assidui nel puntare verso nord per vedere all'opera Michael Ryder:
Nel 1998 era gracilino e non era un gran pattinatore. Ma ogni volta che andavo a vederlo faceva gol""
E visto che chi gonfia la rete alla fine ha sempre ragione, ecco che al 216° posto i leggendari Montréal Canadiens si convincono a pronunciare il suo nome.
Le prime stagioni nella QMJHL confermano le sue qualità di scorer: con la maglia degli Hull Olympiques, allora allenati da Claude Julien, l'attuale coach degli Habs, Ryder realizza 128 gol e 129 assist (257 punti) in 201 partite.
Il salto tra i professionisti, tuttavia, sembra riportare alla luce i problemi sollevati prima del draft dallo Scouting Report. In un centinaio di partite con i Québec Citadelles della AHL, infatti, raccoglie "soltanto" una quarantina di punti e in 25 occasioni viene spedito addirittura ai Tallahassee Tiger Sharks o ai Mississippi Sea Wolves della ECHL.
La geografia, però, questa volta è con lui: dalla stagione 2002-03 il farm team dei Montréal Canadiens si trasferisce a Hamilton dove ritrova Claude Julien e la fiducia. Con gli Hamilton Bulldogs raccoglie 67 punti in 69 partite, dimostrando di poter ricoprire i tre ruoli d'attacco.
Nel maggio 2003, addirittura, entra nella storia: con un gol al 5° minuto del quarto tempo supplementare conclude la sfida tra gli Hamilton e gli Houston Aeros, la più lunga della storia AHL. Ciliegina sulla torta, 5 anni dopo essere stato draftato, per la stagione successiva si merita la chiamata dei Canadiens allenati, provate a indovinare, da Julien.
La scalata pare inarrestabile. Al debutto in NHL contro gli Ottawa Senators è schierato in quarta linea. Nella partita successiva, portato in seconda linea con Yanic Perreault e Donald Audette, trafigge Ed Belfour dei Toronto Maple Leafs per il suo primo gol da rookie.
Dopo una parentesi con sua maestà Saku Koivu e Jan Bulis, il coach Claude Julien trova la combinazione che cercava: il trio Michael Ryder, Mike Ribeiro e Pierre Dagenais risulterà esplosivo per i malcapitati avversari. Ryder concluderà la stagione 2003-04 con 25 gol e 38 assist (63 punti) in 81 partite, secondo cannoniere della squadra dietro al compagno di linea Ribeiro (65 punti).
L'ultimo rookie dei Canadiens a realizzare almeno 25 reti era stato un certo Claude Lemieux nella stagione 1986-87. Queste prestazioni gli valgono la nomination per il trofeo di rookie dell'anno, poi assegnato al portiere dei Boston Bruins Andrew Raycroft. Nella città che un tempo delirava per Jean Beliveau e Maurice Richard scoppia la Rydermania. 1500 km più a nord, paradossalmente, l'entusiasmo è limitato ai risultati individuali del figliol prodigo.
Da sempre, infatti, Bonavista è un feudo dei Toronto Maple Leafs: gli stessi genitori di Michael Ryder, Wayne (professore di educazione fisica) e Debbie (infermiera), non avevano mai nascosto la speranza che il figlio venisse scelto dai rivali con la foglia d'acero e Doug Gilmour era l'idolo di Ryder da bambino.
Il lockout non sembra aver prosciugato la vena realizzativa di Michael Ryder. Dopo una stagione trascorsa in Svezia con la maglia del Leksands (61 punti in 42 partite), la Regular Season 2005-06 è iniziata sotto i migliori auspici: nella serata d'esordio un suo gol a 12 secondi dalla fine ha condannato i Boston Bruins alla sconfitta (2-1), mentre nella seconda partita ha atteso i supplementari per piazzare il Game Winning Goal che ha battuto i New York Rangers (4-3).
La storia del brutto anatroccolo diventato cigno, insomma, continua. E in futuro potrebbero essere due i Ryder a imperversare tra le difese avversarie. Il fratello Daniel, infatti, a 18 anni ha appena concluso la stagione con i Peterborough Petes (OHL) realizzando 82 punti in 68 partite. Se poi lo Scouting Report dovesse soffermarsi su un pattinaggio appena sufficiente, nessuno ci baderà più di quel tanto. Tanto sappiamo tutti come andrà a finire"