Il 3-2 decisivo di Shane Doan
Canada doveva essere e Canada è stato.
I superfavoriti della vigilia non hanno deluso e hanno calato il pokerissimo: per la quinta volta (su sette edizioni), infatti, mettono il loro nome nell'albo d'oro della Canada Cup / World Cup.
A mostrare la coppa ai più di 19.000 accorsi all'arena di Toronto è stato capitan Lemieux: "Quando si vince - ha dichiarato Super Mario - ci si sente sempre grandi. Obbiettivamente la Stanley Cup è il trofeo per cui dedichiamo la nostra intera carriera. Crescendo, si sogna sempre di alzare in mezzo al ghiaccio la Stanley Cup, è molto speciale. Ma essere capace di vincere una World Cup, di superare le avversità dei mesi passati, di essere pronto per una finale di questo livello, è forse ancora più grande. Sicuramente è stato un lungo viaggio per tutti noi; abbiamo coronato questo viaggio vincendo la coppa. Un coronamento per tutti quelli che sono stati coinvolti, non solo noi giocatori, ma anche tutto lo staff tecnico e dirigenziale, tra cui Wayne Gretzky, Kevin Lowe, Steve Tambellini e Bob Nicholson".
Un cammino perfetto, sei partite e sei vittorie, e ora il Canada può finalmente godersi questo successo, che arriva dopo la medaglia d'oro di Salt Lake City del 2002 e la vittoria nei Campionati Mondiali 2003 e 2004. Insomma, un dominio sul panorama hockeistico mondiale suggellato da questa World Cup (inseguita per otto anni, da quando gli Usa espugnarono Montreal nella famosa edizione del 1996), un dominio che i risultati dimostrano e che il Canada ha saputo costruire negli anni, con un continuo ricambio generazionale, con sempre nuovi talenti da sfornare e da mettere sul ghiaccio.
La nazionale vincitrice è un mix tra vecchie glorie (tuttora al top) e la nuova leva canadese.
In gabbia abbiamo il mostro sacro Brodeur, sempre al massimo in ogni gara, e come back up Luongo, 25enne goalie dei Florida Panthers (di cui è il cardine) che è risultato decisivo in semifinale, quando il Canada è stato ad un passo dall'eliminazione per opera della Repubblica Ceca. Senza dimenticare il terzo, Jose Theodore, quest'anno arrivato sino alle semifinali di Conference con Montreal.
Nel reparto difensivo, ci sono sia gli esperti come Niedermayer e Foote sia i difensori più giovani come Jovanovski, Redden (entrambi però messi ko da seri infortuni), Brewer e Regehr.
Nel reparto offensivo, poi, la classe si spreca: si va dall'ultra veterano Super Mario Lemieux, al non più giovane Sakic, per poi passare a Smyth e St. Louis, e arrivare fino agli Heatley, Richards, Iginla e altri. Tra gli altri anche Vincent Lecavalier, fresco vincitore della Stanley Cup, e ora trionfatore in World Cup (accoppiata riuscita in quest'occasione anche a Richards e St. Louis); dopo essere stato in un primo momento escluso dal roster, è stato richiamato a seguito dell'indisponibilità di Yzerman, e ora è l'MVP del torneo (due gol e cinque assist, sette punti, meglio di lui solo il compagno a Tampa Fredrik Modin con otto), premio assegnato in passato, tanto per intenderci, a gente come Orr o Gretzky, e a goalie del calibro di Tretiak e Richter. Di certo non gli ultimi arrivati.
Il Canada, dunque, vince, ma lo fa dopo una finale combattuta, come dimostra il solo gol di scarto che c'è alla fine della sfida con la Finlandia, guidata in questa competizione da Kiprusoff in gabbia, Timonen (e Lydman) in difesa, Selanne, Koivu, Ruutu e Lehtinen in avanti.
I finlandesi, campioni del mondo nella storica (per loro) edizione dei campionati mondiali 1995, potevano fare il colpaccio all'Air Canada Centre, il punteggio lo dimostra. Ma i finnici, non proprio frequentatori abituali di sfide che valgono l'oro, hanno pagato dazio sostanzialmente due fattori; la poca concentrazione ad inizio periodo (come dimostrano i tre gol subiti, uno per periodo, tutti nei primi quattro minuti, due addirittura nel primo minuto) e le disattenzioni difensive, soprattutto quelle, e qui sembra paradossale dopo la sua stupenda World Cup, di Miikka Kiprusoff (destino crudele con lui, sconfitto sia in finale di Stanley Cup sia in quella di World Cup), sulla cui coscienza c'è il 2-1 canadese di Scott Niedermayer, un tiro non irresistibile che passa tra i gambali del goalie dei Flames e s'infila lemme lemme in rete.
Comunque sia, per la Finlandia resta un grande torneo, con il primo posto nel proprio girone, un quarto thrilling ma vittorioso con la Germania, e il grande successo contro gli Usa in semifinale, che ha aperto agli europei le porte della finale. Nella finale, c'è da registrate la capacità per la Finlandia di aver saputo recuperare, in un clima ostile come quello di Toronto (casa delle Foglie d'Acero), in ben due occasioni lo svantaggio, e aver così reso la vita assai difficile a Lemieux e soci. Per alcuni dei finnici era l'occasione della vita, peccato, non è stata sfruttata a pieno; questa World Cup, però, in Finlandia pochi se la scorderanno. Resta il rammarico, perché questa volta l'hockey europeo poteva veramente far vedere i sorci verdi ai nordamericani.
Per quanto riguarda la partita, partono subito forte i canadesi, che dopo cinquantadue secondi sono già in vantaggio; merito del gol di Joe Sakic, servito magistralmente da Lemieux (distratta la difesa finnica). Al 6'34", però, la Finlandia agguanta il pareggio, quando Riku Hahl devia alle spalle di Broduer uno shot dalla blu di Toni Lydman. Nel primo periodo al 16'38" c'è spazio anche per una penalità ai danni di Selanne, ma i canadesi non riescono a superare in powerplay Kiprusoff.
Nella seconda frazione, il Canada torna avanti al 3'15" con Niedermayer (assistenza di Draper e Thornton), che batte con un tiro con poche pretese il goalie finlandese, nell'occasione non del tutto esente da colpe. Ancora una volta, la Finlandia non si scompone, reagisce pressando i canadesi nel proprio terzo e mettendo in difficoltà Brodeur, autore di un gran save su Lehtinen. I finlandesi, dopo non aver sfruttato a dovere una situazione di superiorità numerica (Doan al 12'05"), riescono comunque a raggiungere il 2-2. E' il 19'00" quando Tuomo Ruutu incanta la platea e, dopo aver saltato come birilli ad uno ad uno Gagne, Iginla e Niedermayer, batte Brodeur; un gol splendido, è il pareggio.
Si va al riposo e quando inizia il terzo periodo i più rapidi sono ancora una volta i canadesi: dopo 34", infatti, Joe Thornton serve da dietro la gabbia Shane Doan, l'attaccante dei Coyotes batte Kiprusoff, sigla il suo primo gol nel torneo e regala al Canada la World Cup 2004; la Finlandia, infatti, non riuscirà più a rimontare. "E' stato un gol molto speciale - ha confessato Doan - . Essere parte di questo team è un qualcosa che non scorderò mai. Quest'intera esperienza è stata incredibile".
Alla fine, sul ghiaccio, Lemieux alza al cielo la coppa, si sprecano sorrisi e foto di rito, in pista scende anche, tutto festante, il direttore esecutivo del Canada, Wayne Gretzky, uno che vinceva le World Cup quando ancora si chiamavano Canada Cup.
In conferenza stampa, i due coach commentano così l'atto conclusivo della competizione.
"Sapevamo che la Finlandia era una squadra realmente forte - esordisce Pat Quinn, allenatore del Canada - , e questa sera l'ha dimostrato. E' stato difficile vincere, loro hanno sfruttato la loro rapidità e ora che hanno un grande goalie giocano anche con più fiducia. Non generano molte occasioni da gol, ma sfruttano al massimo quelle che capitano: è così che diventano competitivi".
"Questo - spiega invece il coach finlandese Raimo Summanen - è un grande risultato per il nostro hockey. Noi abbiamo giocato qui in Canada, qui a Toronto, e abbiamo dimostrato di saper lottare contro chiunque. Rispetto a uno, due, tre, cinque anni fa, la squadra ha un approccio diverso e di questo sono orgoglioso. Sono orgoglioso per i giocatori, il loro comportamento durante questo torneo è stato magnifico. E' vero anche se questa sera abbiamo commesso degli errori, che noi possiamo giocare meglio. Comunque la squadra canadese, che è una grande squadra di hockey, ha meritato di vincere. Il Canada è sicuramente un paese dalla grande tradizione hockeistica, e poi che giocatori, che allenatori, che gestione. Io ammiro il loro lavoro".
E alla fine vissero tutti felici e contenti. Se fosse una fiaba, ci sarebbe il classico lieto fine e la frase di rito che tutti ben conosciamo. Ma l'hockey professionistico, specialmente in termini economici, non ha nulla di fantastico. Si va a letto con una World Cup conclusa e negli occhi ancora le immagini dei gol più belli; ci si sveglia con il lockout, la serrata dell'hockey nordamericano.
Canada: migliori marcatori
Vincent Lecavalier: 2 gol, 5 assist, 7 punti.
Joe Sakic: 4 gol, 2 assist, 6 punti.
Joe Thornton: 1 gol, 5 assist, 6 punti.
Mario Lemieux: 1 gol, 4 assist, 5 punti.
Ryan Smyth: 3 gol, 1 assist, 4 punti.
Kris Draper: 2 gol, 2 assist, 4 punti.
Finlandia: migliori marcatori
Kimmo Timonen: 1 gol, 5 assist, 6 punti.
Saku Koivu: 3 gol, 1 assist, 4 punti.
Teemu Selanne: 1 gol, 3 assist, 4 punti.
Jere Lehtinen: 1 gol, 3 assist, 4 punti.
Olli Jokinen: 2 gol, 1 assist, 3 punti.
Toni Lydman: 0 gol, 3 assist, 3 punti.
Goalies
Martin Brodeur (Canada): 5 GP, 5 W, 0 L, 0 T, 1 SO, 129 SA, 124 SV, 5 GA, .961 SV%, 1.00 GAA.
Miikka Kiprusoff (Finlandia): 6 GP, 4 W, 1 L, 1 T, 2 SO, 149 SA, 140 SV, 9 GA, .940 SV%, 1.48 GAA.