Varie ed eventuali…

Il grande Fedorov sta forse per lasciare Detroit?

Archiviata la finale di Stanley Cup con il successo dei New Jersey Devils ed in attesa di scoprire quali sorprese ci riserverà  l'Entry Draft (21-22 giugno a Nashville) ed il mercato dei free agents, vediamo che si dice all'interno della lega tra conferme, smentite e ipotesi di rito.

– La NHL sta vagliando la possibilità  di far disputare nel mese di novembre una partita di regular season all'aperto tra Montreal Canadiens e Edmonton Oilers. Ad ospitare l'evento sarebbe il Commonwelth Stadium, un impianto da 55.000 posti che riempito, dopo i 74.554 spettatori presenti nel 2001 ad un incontro universitario nel Michigan, darebbe la seconda maggior affluenza di pubblico nella storia dell'hockey.

– Possibili cambiamenti in casa Toronto Maple Leafs dove il confermato Pat Quinn (dal Canada si era vociferato di un suo addio, con i Leafs interessati al tecnico di Edmonton McTavish), coach e GM (2 anni di contratto), probabilmente lascierà  quest'ultima carica per dedicarsi a tempo pieno alle questioni tecniche.

Quinn ha sempre impostato la squadra su una base offensiva, ma le recenti prestazioni di New Jersey e Anaheim lo avrebbero spinto a rivedere qualche convinzione e a prodigarsi per migliorare la fase difensiva, peraltro possibile orfana del contributo di Robert Svehla (2° della squadra per assist e 5° per punti, il 34enne slovacco ha annunciato il ritiro, ma c'è da ricordare che anche l'anno scorso, prima di accettare l'offerta di Toronto, fece lo stesso al termine della stagione con i Panthers).

Si deve attendere il 1 luglio, data in cui subentreranno i nuovi proprietari, ma è emerso che recentemente la società  ha chiesto ai Vancouver Canucks di poter intervistare Steve Tambellini, attuale vice presidente della franchigia. I Canucks hanno concesso il permesso, con grande gioia di Quinn che ha elogiato le qualità  di Tambellini, a questo punto serio candidato a passare dietro la scrivania dei Maple Leafs.

Tambellini o chi per lui, in prospettiva futura sarà  importante operarsi per ringiovanire un gruppo che ha la carta d'identità  molto avanzata…

– Smaltita la delusione playoffs e dopo aver deciso di lasciare libero Luc Robitalle, qualche problema a Detroit che non ha ancora trovato l'accordo per il prolungamento dei contratti di Fedorov e Yzerman.

Ken Holland, Gm dei Red Wings, ha offerto un contratto di 4 anni per 40 milioni di dollari al russo, che però tramite il suo agente Pat Brisson ha rifiutato, ponendo quindi ora la trattativa in una fase interlocutoria; lo stesso agente non ha fatto mistero che l'intenzione del giocatore è quella di rimanere a “HockeyTown”, ma dall'altra parte la società  non sembra intenzionata a rivalutare la sua proposta.
Il classico gioco delle parti insomma, con la data del 1 luglio che intanto si avvicina…

Sulla questione da segnalare anche la presa di posizione del padre di Fedorov, Viktor, che ha detto come il figlio si stia allontanando da Detroit e che la dirigenza, con un'offerta del genere, sta dimostrando di non apprezzare e di non saper valorizzare il miglior giocatore della squadra…

Un “aiuto” per i Red Wings potrebbe però arrivare da Steve Yzerman: il 40enne capitano, appena 16 partite giocate quest'anno per via di un'operazione al ginocchio, è anch'egli free agent ma ha già  dichiarato di voler restare a Detroit; non ci saranno sorprese anche se è da escludere un nuovo accordo alle cifre di quest'anno (8 milioni).

L'idea, che servirebbe appunto per sbloccare la situazione Fedorov, è di ridurre di una metà  l'ingaggio annuale di Yzerman, così da poter poi rinvestire i soldi risparmiati nel nuovo contratto del russo.

– Voci clamorose attorno ai New York Rangers che riguardano il prossimo allenatore ed Eric Lindros, il loro giocatore di maggior prestigio (e costo).

Per la panchina si sarebbe fatto il nome di Scotty Bowman, l'ex coach di Detroti ritiratosi un anno fa dopo aver conquistato 9 Stanley Cup (3 con i Red Wings, 5 con Montreal e una con Pittsburgh).
Bowman ha smentito, escludendo la possibilità  di tornare ad allenare (nella remonta eventualità  ha precisato che comunque verrebbe considerata solo la candidatura di Detroit), ma voci vicine al coach affermano l'opposto.

Oltre a quello di Bowman, si sono fatti anche i nomi di Larry Robinson, coach dei Devils campioni nel 2000 e Mike Keenan, già  in passato allenatore nella Grande Mela ed ora ai Florida Panthers.

La situazione di Lindros è invece più chiara, con il giocatore che ha esercitato l'opzione per rimanere a New York l'anno prossimo (il suo contratto sarà  comunque ridiscusso durante l'estate e in base agli accordi c'è la possibilità  di avere un bonus di 6 milioni subordinato al rendimento. Finora la maggior parte dei bonus era basata sul numero di partite giocate), ma era circolata un incredibile indiscrezione secondo la quale l'ex Flyers sarebbe potuto passare a Washington in uno scambio con Jaromir Jagr!

La trattativa non è andata oltre un incontro tra i proprietari delle due franchigie, però rimane come New York e Washington siano scontente del rendimento dei loro giocatori (quest'anno con 19 goals e 34 assists Lindros ha fatto registrare i suoi minimi in carriera e i 79 punti di Jagr sono il suo punteggio più basso dalla stagione 94/95), a maggior ragione se si guardano i risultati di squadra (i Capitals non superano un primo turno di playoffs dal '98 e i Rangers non si qualificano alla post season da 6 anni) e li si rapporta ai pesanti ingaggi di entrambi (9.3 milioni per Lindros negli ultimi 2 anni, 11 per Jagr).

– I Pittsburgh Penguins hanno assunto quello sarà  il loro quinto coach negli ultimi 5 anni: si tratta del 36enne Ed Olczyk, che abbandona così il microfono (era impiegato come analista televisivo) per fare il suo esordio in panchina.

Ritiratosi nel 2000 dopo una carriera di buon livello spesa tra Chicago, Toronto (il suo miglior periodo), Winnipeg, NY Rangers, Los Angeles e proprio Pittsburgh, “Edzo” si è dimostrato subito entusiasta della proposta del Gm Craig Patrick che chissà , nel fare la sua scelta si è forse ispirato all'esempio dei Colorado Avalanche (dopo il licenziamento di Bob Hartley la squadra è stata affidata, risalendo la china sino a vincere la NorthWest Division, a Toni Granato, anche lui praticamente un debuttante).
D'altronde, se hanno “rischiato” gli Avalanche, non si capisce perchè non possano farlo anche i Penguins, squadra che di certo oggi può permettersi di gestire un “novellino”.

Qualcuno ha avanzato dei dubbi in quanto la difficile situazione di Pittsburgh (il poco talento della squadra, i problemi finanziari, la questione della nuova arena e il futuro di Lemieux) avrebbe forse preferito un allenatore esperto e temprato (Brent Petersen, Larry Robinson), capace magari di dare subito un'impronta ai molti giovani della squadra; ma c'è appunto da considerare il “prezzo” di una scelta simile, in netto contrasto con l'esigenza di diminuire i costi.

Per dimostrare come nulla sia impossibile, Olczyk ha fatto riferimento ai Mighty Ducks (15esima squadra all'Ovest due anni fa, 13esima l'anno scorso ed ora vice campione NHL), anche perchè l'intenzione del coach è di lavorare soprattutto sulla difesa e ridurre al minimo le occasioni da rete avversarie attraverso un gioco più controllato. Importante sarà  inoltre sfruttare la velocità  dei giovani arrivati dalle cessioni dei vari Jagr, Kovalev ecc. e magari, se non dall'incredibile Anaheim, prendere esempio dall'effervescente Minnesota.

– In tema Draft: diverse voci hanno riportato la possibilità  che i Florida Panthers possano cedere la loro 1a scelta; i Philadelphia Flyers, alla ricerca di un portiere che sostituisca Cechmanek, avrebbero offerto due giocatori a scelta tra Gagne, Pitkanen, Williams e Woywitka, per poter chiamare il talentuoso goalie Marc-Andre Fleury, proveniente da Cape Breton (QMJHL) e recente MVP del mondiale under 20.

La partenza di Roman Cechmanek per Los Angeles insomma non sembra essere stato un buon affare per i Flyers: è vero che, come al solito, il rendimento di “Checko” nei playoffs non è stato all'altezza delle sue performances in regular season, però oggi il suo addio rende Philadelphia orfana di portiere titolare, che di certo non potrà  essere Robert Esche, quest'anno back up di Cechmanek. Sul mercato dei free agents, in virtù del rinnovo di Osgood con St.Louis, gli unici nomi disponibili sono quelli di Felix Potvin e del vecchio Jeff Hackett.

Alla luce di tutto questo, sarebbe davvero “particolare” se, come circolato nei giorni scorsi, i Flyers avessero rinunciato alla proposta di Buffalo che per Cechmanek aveva offerto il goalie Martin Biron, per cederlo appunto ai Kings in cambio di una “misera” 2a scelta del draft 2004…

Sempre a proposito di portieri, secondo il Boston Globe il GM dei Bruins Mike O'Connell avrebbe individuato in Sean Burke il sostituto di Jeff Hackett. Ai Phoniex Coyotes andrebbe la 16esima scelta del draft.
Burke ha ancora un anno di contratto ad un ingaggio pari 4.5 milioni.

– Mercoledì scorso sono stati eletti come futuri membri della Hall of Fame (l'introduzione avverrà  a novembre) il centro Pat LaFontaine e il portiere Grant Fuhr, quest'ultimo primo giocatore di colore a ricevere tale onore nella storia della NHL.

Fuhr, che è stato eletto al primo tentativo, ha giocato con gli Edmonton Oilers dall'81 al '91, conquistando 5 Stanley Cup (84-85-87-88-90) e dimostrando, in una squadra votata all'attacco (in 5 differenti stagioni segnarono almeno 400 reti!), doti sia tecniche che di temperamento.
Dice Glen Sather, coach di quegli Oilers e ora GM dei Rangers: “E' stato il portiere di un gruppo che faceva dell'attacco la sua arma principale, ma Grant ha comunque avuto l'abilità  di farsi trovare pronto quando la squadra aveva bisogno di lui”.

Dopo Edmonton, Fuhr ha difeso la gabbia di Toronto (91-93), Buffalo (93-95), Los Angeles (94-95), St.Louis (95-99) ed infine Calgary (99-00), chiudendo la carriera come 6° all time per vittorie in regular season (403) e 2°, dietro Patrick Roy, per quelle nei playoffs (92).

Dichiara il portiere (terzo giocatore degli Oilers ad entrare nella Hall of Fame dopo Jari Kurri e Wayne Gretzky): “E' un onore incredibile, è tutto ciò per cui un giocatore lavora e s'impegna nel corso della sua carriera. E' la classica ciliegina sulla torta”.

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