La riscossa di Arian Foster

Arian Foster in azione nella partita che lo ha consegnato alla gloria eterna nella storia dei Texans.

Come cambia la vita in pochissimi mesi, anzi in un anno appena, lo ha dimostrato ancora una volta il runningback di Houston Arian Foster con la sua storia, che in breve tempo lo ha trasformato da undrafted free agent senza futuro in uno starter capace di settare il nuovo record dei giovani Texans, correndo per 231 yards e 3 touchdowns nell'opening weekend contro la difesa degli Indianapolis Colts, rivali divisionali; un risultato che è il migliore di sempre per la franchigia texana e il secondo all-time della NFL nella prima settimana, dove al primo posto c'è un mostro sacro come O.J. Simpson, 250 yards all'attivo, conquistate nel match d'apertura del 1973 contro i New England Patriots.

Atleta completo, capace di impegnarsi con profitto in numerosi sport fin dal liceo, ha giocato a baseball, basket e gareggiato per la squadra di atletica della Mission Bay Senior HS di San Diego, città  dove si era trasferito dopo il divorzio dei genitori, nel 2002, seguendo il padre in California, dove il coach lo schierò inizialmente come linebacker, ignorando le sue due stagioni precedenti giocate con la divisa della Valley HS di Albuquerque, in cui è nato il 24 Agosto 1986, dove era stato impiegato sempre nel ruolo di runningback.

Tornato nel backfield offensivo dopo un anno vissuto a metà  tra la difesa e l'attacco, Foster stupisce tutti nella stagione da senior collezionando 2,093 yards e 24 touchdowns palla a terra e 2,500 yards totali, tra corse, ricezioni, e ritorni, che gli consentono di vincere il San Diego Union Tribune's All-San Diego Western League Player of the Year e ottenere riconoscimenti dalla All-California Interscholastic Federation, che lo premia come uno dei migliori giocatori del liceo e lo inserisce nel team che comprende i migliori giocatori dello stato.

Nella stessa squadra, l'All-West Region Team, viene inserito anche da Prepstar, ottenendo una certa ribalta nei confronti degli scouts NCAA, che cominciano a recarsi a San Diego con una certa continuità  per vedere all'opera questo giovane capace di totalizzare 321 yards in una partita contro Clermont nel 2003, dove lo notano l'offensive coordinator Randy Sanders e il runningback coach Trooper Taylor di Tennessee, che fanno di tutto per portarlo a Knoxville per la stagione collegiale del 2004.

Come da copione dopo una corte serrata i Volunteers riescono a strapparlo alla concorrenza e portare in Tennessee un Foster che sembra avere i numeri per sfondare fin da subito a livello universitario, tanto che diventa il primo freshman a trovare con stabilità  un impiego da starter dopo i due più grandi runner nella storia dell'ateneo, Jamal Lewis, stella NFL con le maglie di Baltimore e Cleveland, e Chuck Webb, del quale pareggia il numero di match conclusi con oltre 100 yards conquistate su corsa, raggiungendo quota 5 nel corso della season 2005, dove subentra al senior Gerald Riggs Jr., uscito di scena per infortunio.

Assunto il ruolo di starter nelle ultime cinque partite della stagione da matricola, dopo essere stato dichiarato redshirt nel 2004, Arian corre per 879 yards e 5 touchdowns, giocando la sua miglior partita di sempre in NCAA contro Vanderbilt, dove colleziona 223 yards, e conquistandosi un posto nel First Team Freshman All-SEC, che gli apre a sorpresa le porte anche del Second Team Freshman All-American, un riconoscimento a livello nazionale importantissimo che gli preannuncia un grande futuro.

Nel 2006, la stagione da sophomore, però le cose non vanno bene per Foster, che infortunatosi dopo il secondo match dell'anno contro Florida fatica a ritrovare la forma e conclude l'anno con appena 4 apparizioni da starter in 11 partite giocate, vedendo ridurre drasticamente le sue stats, che scendono a 322 yards e 5 touchdowns realizzati in appena 91 portate, numeri lontanissimi da quelli che gli avevano consentito di assicurarsi il premio come Freshman Player of The Week dopo la partita straordinaria contro i Commodores di dodici mesi prima, nel Novembre del 2005.

Arian torna alla ribalta nel 2007, quando dopo un'ottima offseason riconquista il ruolo di starting runningback nel backfield dei Vols, dove si appresta a pareggiare il record di touchdowns realizzati in una stagione, appaiando in testa alla classifica all-time Jay Graham, che nel 1995 raggiunse quota 12 segnature al termine della stagione; lo stesso numero di entrate in endzone effettuate dal junior da San Diego, che non si limita a questo ma sfonda per la prima, e unica, volta in carriera il muro delle 1,000 yards, correndo per 1,139 nei 14 match disputati.

Fondamentale per un attacco dei Volunteers che fatica a trovare continuità  ed incisività , Foster conclude al sesto posto nella SEC, ottenendo la nomina nei Second Team All-Conference redatti da Associated Press e Rivals.com e una certa ribalta in vista del Draft 2008, dove alcuni tra gli esperti lo considerano materiale da secondo round dopo la buonissima stagione giocata con Tennessee.

Stagione che, purtroppo, non replica nel 2008, dove, complice l'ultimo anno fallimentare di coach Phillip Fulmer, concluso 5-7, e l'alternanza con i colleghi di reparto Lennon Creer e Montario Hardesty, corre per 597 yards realizzando un solo touchdown, vedendo le sue quotazioni in vista del Draft 2009 scendere drasticamente, tanto che, alcuni media criticano apertamente la sua scelta di tornare al college per la senior season, rinunciando ad una NFL a cui poteva puntare già  al termine di quella da junior.

Come se non bastasse l'ultima offseason passata a Knoxville non aveva per nulla lasciato tranquilli gli addetti ai lavori, che dopo aver notato il calo di peso eccessivo di Arian durante l'estate e l'involuzione delle sue prestazioni nel corso del torneo NCAA erano arrivati a pronosticargli un futuro come receiver, vista l'altezza, supera i 185 centimetri, e la diminuzione della sua velocità  registrata durante le sedute di allenamento e gli scouting.

Ad aggravare una situazione che in appena 12 mesi era stata quasi del tutto rivoltata si aggiungevano i numerosi palloni persi da Foster, che lo rendevano un prospetto ad altissimo rischio su cui investire, tanto che da un potenziale second rounder del 2008 si trova ad essere relegato nei bassifondi del Draft 2009, come late round prospect o papabile undrafted free agent.

Proprio come undrafted Arian firma un contratto con gli Houston Texans il primo Maggio 2009, prima di essere rilasciato il 5 Settembre e firmare nuovamente con la practice squad della franchigia texana un giorno più tardi; rimasto nelle riserve fino al 17 novembre, quando viene attivato a roster, fa il suo esordio in NFL una settimana più tardi, il 23, contro i Texans, giocando solamente nelle azioni di special team.

Ad un mese di distanza dall'esordio tra i professionisti arriva anche la sua prima segnatura, a metà  del secondo quarto contro i Miami Dolphins, quando mette a segno un touchdown correndo per 17 yards nel mezzo della difesa avversaria; sette giorni dopo, dopo averci preso gusto, Foster si ripete, andando a segno addirittura due volte nella bella vittoria casalinga conto i Patriots, in una partita in cui incrementa notevolmente le sue stats, che a fine stagione registrano 52 portate per 300 yards e 3 touchdowns.

Le buone prove fornite sul finire della stagione da rookie, convincono i Texans a dargli una chanche per la stagione 2010, dove visti i continui problemi di fumble di Steve Slaton, coach Gary Kubiak ha deciso di modificare l'assetto del backfield, aprendo anche ad altri la possibilità  di concorrere per il ruolo di starter; un ruolo che per Arian sembra notevolmente allontanarsi dopo la chiamata al secondo round del Draft di Ben Tate, interessantissimo runner da Auburn che sembrava essere la scelta definitiva di Houston per il futuro.

Il destino, si sa, però a volte è strano, e se una volta a causa di un infortunio ha rallentato l'ascesa di Foster con i Volunteers, dove comunque ha chiuso la carriera come secondo runningback di sempre, questa volta sempre a causa di un malanno sembra spianargli definitivamente la strada, con Tate costretto ad uscire di scena e il numero 23 pronto a riappropriarsi di quello spot che per la prima parte dell'offseason era stato saldamente nelle sue mani.

Dopo qualche apparizione sporadica nelle prime due di preseason, Arian offre una buonissima prestazione nel derby contro Dallas, totalizzando 110 in 18 portate e andando a segno nell'unica vittoria strappata dai Texans nelle 4 partite che fanno da antipasto alla stagione; un antipasto che indubbiamente serve al ragazzo da San Diego di riscaldare i motori e prepararsi al meglio per il torneo 2010 alle porte.

La buona prova contro i Cowboys funge da ulteriore iniezione di fiducia per Foster, che sfruttando anche l'incognita riguardante le sue caratteristiche realizza la miglior prestazione di sempre per un runner di Houston, puntando sul fatto che con poche apparizioni tra i Pro le difese non lo conoscono bene e quindi non possono attuare le dovute contromisure; asfaltati letteralmente i Colts con i numeri già  citati si presenta al numeroso pubblico NFL entrando dalla porta principale e conquistandosi fin da subito le prime pagine dei vari media, che non fanno altro che esaltarne la splendida partita.

Purtroppo non si ripete appieno questa settimana, dove totalizza 138 yards, equamente divise tra corse e ricezioni, contro i Washington Redskins, in una partita che per lui si preannuncia più difficile di quanto effettivamente si potesse pensare dopo averlo visto all'opera sette giorni prima; per ora, Arian si accontenta di aver strappato lo spot da titolare a Steve Slaton, proprio grazie a quei fumbles che gli avevano creato più di un problema nell'anno del Draft.

Per assurdo proprio l'ex di West Virginia non aveva mai avuto problemi così consistenti di palle perse durante la carriera NCAA, quasi come se, improvvisamente, i loro ruoli si fossero invertiti; se siamo davanti all'ennesimo fuoco di paglia o ad una nuova stella pronta a brillare nello sconfinato firmamento NFL lo sapremo solo fra un po' di tempo, magari fra qualche anno, quello che è certo, è che oggi siamo davanti ad una delle probabili sorprese di questa stagione. Una stagione che per Arian Foster si preannuncia come quella della riscossa.

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