La faccia di Manning è tutto un programma…
Nel football come nella vita, le cose belle capitano quando meno te le aspetti, spesso si attraversa un periodo difficile, tutto sembra non andare per il verso giusto, le scelte fatte non sortiscono gli effetti sperati, ma a volte basta un piccolo episodio, come una partita per esempio, che tutto cambia.
In quest'ottica potrebbe essere vista la stagione dei New York Jets, un allenatore e un quarterback, entrambi rookie, una filosofia di gioco totalmente differente rispetto alla scorsa stagione con Favre in cabina di regia, una stagione iniziata con tre vittorie consecutive, poi a metà stagione una serie di sconfitte brucianti quasi tutte arrivate negli ultimi due minuti di gioco (Miami, Jacksonville, Atlanta più Buffalo al supplementare) che hanno davvero messo a rischio l'intera stagione.
Arrivati alle due ultime due giornate i Jets erano con le spalle al muro, per andare alla wildcard era obbligatorio vincere a Indianapolis ( in quel momento ancora imbattuti) nella week 16 e battere Cincinnati in casa nella week 17, mission accomplished avrebbe detto l'ex presidente Bush, con un perentorio 37-0 contro i Bengals, i Jets sono giunti ai playoff a tutta velocità .
La wildcard contro gli stessi Bengals e il divisional contro i Chargers sono ormai storia per la squdra di Rex Ryan, i Jets arrivano al Lucas Oil Stadium con la fama di essere una squadra davvero tosta: una difesa impenetrabile e difficilmente battibile col gioco aereo, un attacco a lenta carburazione che proprio con il running game assesta il colpo di grazia nel secondo tempo delle partite, come ben sanno San Diego e Cincinnati.
Dall'altra parte un solo nome: Peyton Manning, l'MVP è arrivato al championship con tutta l'intenzione di staccare il biglietto per Miami, per primo sa che i Colts dipendono totalmente dalle sue performance, per primo sa che l'assenza di Gonzales è pesante ma che Pierre Garcon e Austin Collie lo hanno degnamente sostituto, per primo sa che se la linea offensiva lo protegge a dovere, trova sempre il modo di pescare il ricevitore di turno libero.
Le chiavi della partita sono chiare sin dall'inizio: per i Jets è più importante difendere più contro i passaggi che contro le corse nelle quali i Colts , nonostante la presenza di Joseph Addai e Donald Brown, non eccellono, Ryan e il suo staff sanno benissimo che se Manning entra in ritmo, è impossibile portare a casa la vittoria.
Per Caldwell e i suoi ragazzi e imperativo bloccare il gioco di corse dei Jets, costringere quindi Sanchez a lanciare e forzare, Wayne dovrà vedersela con Revis, ci sarà quindi spazio per Garcon e Collie contro i quali i Jets possono opporre ben poco, Clark occuperà stabilmente almeno un linebacker obbligando la difesa dei Jets a togliere un uomo contro le corse.
Il primo tempo non offre molte emozioni, le squadre sono bloccate e contratte, Manning stenta nel prendere ritmo e subisce 2 sack di David Harris, Addai e Brown non fanno molta strada come anche Jones e Greene, la difesa Jets regge bene il confronto e chiude ogni varco, Revis non fa vedere palla a Wayne, Clark è sempre pericoloso.
Il tempo scorre senza che accada granchè, finchè il kicker dei Jets Jay Feeley , ha la possibilità di mettere a tabellone i primi punti della partita, ma il suo calcio dalle 44 yards finisce a lato, Manning evita di proposito di lanciare verso Wayne ma proprio nel finale del primo quarto trova in Garcon l'arma di cui ha bisogno per scardinare la difesa dei Jets, con due ricezioni eccellenti guadagna 50 yards, in 3 tentativi all'interno delle 10 yards dei Jets però, i Colts non trovano il guizzo giusto, Stover mette i primi punti, siamo 3-0 Colts.
Il secondo quarto, iniziato proprio con il calcio di Stover, vede i Jets protagonisti, con una finta Sanchez manda all'aria mezza difesa, Braylon Edwards con un eccellente movimento, prendere quelle 5 yards necessarie per ricevere indisturbato, il TD da 80 yards vale il vantaggio Jets 7-3
Nel turno dei Colts l'arma offensiva si chiama Austin Collie che con due ricezioni strepitose da un' ottima posizione di campo a Manning, Wayne riceve sbilanciando Revis e guadagna 25 yards, ma ancora una volta i Jets alzano le barricate, costringendo i Colts all'ennesimo calcio di Stover, siamo 7-3 Jets
Il momento d'oro dei Jets non è terminato, con una reverse, Brad Smith ( ex QB di Missouri al college) trova la difesa di Indianapolis concentrata sulla corsa, Smith lancia e trova Cotchery isolato nel profondo per un guadagno di 45 yards, nell'azione successiva il lanciodi Sanchez per Dustin Keller è perfetto, il TD da 9 yards vale il 14-6, i Colts appaiono frastornati dal gioco aereo della squadra di Ryan, dopo il ritorno di kickoff, Addai fa fumble ricoperto da Leonhard sulle 38 yards in territorio Colts, i Jets non affondano il colpo e si accontentano di un FG dalle 48 yards, ora siamo 17-6 ma mai dare per morti Manning e soci.
In men che non si dica a Manning bastano tre passaggi per percorrere tutto il campo e meno di un minuti per segnare, Collie è il bersaglio preferito, riceve isolato in endzone per un TD che tiene a galla i Colts, il primo tempo termina con i Jets sorprendentemente in vantaggio 17-13
Caldwell è preoccupato dalla propria secondaria che ha concesso due bigplays con troppa facilità , appare chiaro che l'assenza di Powers è pesante, ma sa che l'esito della partita dipende da Manning e dalla sua capacità di tirare fuori il meglio nei momenti di difficili, Ryan non può che essere soddisfatto dei suoi ragazzi, con un gameplan perfetto ha preso in contropiede i Colts che si aspettavano una partita tutta incentrata sulle corse, la sensazione è che il secondo tempo sarà di tutt'altra risma.
I Jets iniziano il quarto da dove avevano terminato, con le corse guadagnano il terreno necessario per mettere in condizioni Feeley di calciare,ma per l'ennesima volta la maledizione dei kicker colpisce ancora, anche questo calcio dalle 52 yards finisce a lato, dopo un ottimo drive l'errore nega ai Jets l'opportunità di portarsi ad TD di distanza, nell'economia della partita i FG sbagliati saranno molto pesanti.
Da qui in poi c'è una sola squadra in campo, e un solo condottiero, Peyton Manning.
Il suo è uno spettacolo allo stato puro, una volta entrato in ritmo non c'è modo di fermarlo, e se non ci riesce una difesa come quella dei Jets, difficilmente ci potranno riuscire altri, la OL lo protegge in modo egregio anche contro blitz multipli, in meno di 3 minuti trova Garcon per il TD che vale il primo vantaggio Colts, il terzo quarto finisce con i Indianapolis in vantaggio 20-17 e da qui in poi i Colts non si volteranno più indietro.
Nell'ultimo quarto Sanchez perde ritmo ed è sempre costretto a giocare nella propria metà campo, sa che il minimo errore può costare caro, la difesa dal canto suo inizia a sentire la fatica di una partita molto combattuta, su una ricezione di Clark la difesa commette un fallo che costa 15 yards di penalità , nell'azione successiva lo stesso Dallas Clark riceve con troppa facilità il TD che chiude definitivamente la partita, adesso siamo 27-17 Colts.
Il gioco di corse dei Jets non incidono più, merito della difesa dei Colts che ha preso le misure, Greene infortunato, alla fine del primo tempo, non rientra in campo lasciando il solo Jones a lottare contro tutti, ancora una volta Sanchez e soci fanno poca strada, mentre Manning con una altro drive da incorniciare mette sui piedi di Matt Stover il calcio che vale il volo per Miami, l'ex kicker dei Ravens non sbaglia dalle 21 yards, la partita si chiude col punteggio di 30-17 Colts.
Nonostante l'inizio della partita da parte dei Jets abbia preso in contropiede lo stesso Caldwell, questi Colts, specie quando Manning è in ritmo, sono imbattibili, Garcon chiude la partita con 11 ricezioni e 150 yards, Collie non è da meno con 7 ricezioni e 123 yards, entrambi hanno evidenziate le lacune della secondaria dei Jets che, Revis a parte, non hanno un altro cornerback di livello.
La partita ha dimostrato due cose: i Jets con qualche aggiustamento, hanno un futuro davvero radioso e ricco di soddisfazioni, Sanchez ha mostrato attributi e una freddezza tale che non ci si aspetterebbero da un rookie, Ryan ha compiuto un grandissimo lavoro e portato una squadra dalla wildcard al championship; l'altra è che questi Colts, e sopratutto questo Manning, meritano la finale per il titolo più di chiunque altro, con un attacco capace di annientare qualunque avversario, con una difesa che concede pochissimo, niente per loro è impossibile.
Adesso mettetevi comodi, a Miami ci sarà davvero da divertirsi.