Buffalo ’66

Billy e la biondina, cuori solitari che il destino ha voluto far incontrare.

BUFFALO '66

Titolo originale : Buffalo '66

Anno : 1998

Genere : drammatico

Regia : Vincent Gallo

Cast : Vincent Gallo, Chrstina Ricci, Ben Gazzara, Anjelica Huston, Mickey Rourke

"Look at all the lonely people".

Paul McCartney cantava la storia di Eleanor Rigby, una ragazza che sognava alla finestra l'amore, sepolta insieme al suo nome. Per sempre.

In Buffalo '66 Billy Brown è un uomo che non ha nessuno al suo fianco. Senza una ragazza, senza amici, senza nemmeno una famiglia, perché i suoi lo odiano. Esce di prigione, per un reato che non ha mai commesso, vaga per le strade in cerca di un posto per fare pipì, poi rapisce una ragazza e se la porta a casa.

"All the lonely people, where do they all come from ?". Da dove viene tutta la gente sola ?

Vincent Gallo ha firmato questo film come l'Oliver Stone dei bei vecchi tempi, come in Quarto Potere. Di quest'opera prima, anno 1998, è il regista, creatore del soggetto, sceneggiatore e attore protagonista. Anzi, per di più ne ha pure composto la colonna sonora e la storia è in buona parte auto-biografica. Il cinema che è arte. Personale, sentita, intima.

Siamo a Buffalo quindi, città  dei Bills. Già , ma cosa c'entra il football in tutto questo ? C'entra, eccome, e non è solo uno spunto di sottofondo ma il protagonista nascosto di tutta la storia. Per capirlo a fondo dobbiamo tornare indietro nel tempo, precisamente al 27 gennaio 1991.

E' il Super Bowl XXV, in campo ci sono i Buffalo Bills e i New York Giants. Partita tesa, punto a punto. A pochi secondi dalla fine i Giants sono avanti 20 a 19, ma l'ovale è sulle 29 yard di NY. Mancano 8 secondi, e i Bills decidono di chiamare il loro kicker Scott Norwood per calciare il field goal del vantaggio.

Palla sulle 47 yard quindi. Il calcio che può dare la vittoria.

Invece no, esce largo sulla destra. Finisce una stagione, comincia una storia. Anzi, due storie.

Comincia una maledizione che non aveva eguali e che ha tutt'oggi pare imbattibile. Roba da non crederci. I Bills arriveranno a 4 Super Bowl consecutivi, ma li perderanno tutti. Il secondo contro i Redskins, il terzo e il quarto contro i Cowboys.

La nostra storia invece, quella di Billy Brown, comincia al di fuori dei cancelli di un carcere. Ci è entrato per coprire un debito di 10.000 dollari. Perché ? Per aver scommesso sulla vittoria dei Bills in quel Super Bowl, quello di Norwood.

Cinque anni della sua vita buttati nel cesso, da innocente, perché andare in carcere era l'unico modo per evitare le pallottole degli aguzzini allibratori. Se solo quel calcio fosse entrato la sua vita sarebbe stata forse quella di una persona normale, o forse no.

Sicuramente Billy Brown avrebbe avuto un po' di affetto da sua madre, che ancora si rammarica della nascita del figlio perché nel lontano '66 si perse per colpa del parto l'unica partita dei Bills in tutta la sua vita. Forse chissà , con un po' di soldi in tasca si sarebbe potuto togliere qualche sfizio, o magari fare un viaggio, o magari ancora iscriversi all'università .

Invece Norwood, che nel film viene chiamato Scott Wood, ha sbagliato quel field goal e la sua vita si è arrestata di colpo. Uscito di carcere troverà  il suo unico motivo per sentirsi vivo nella vendetta. Uccidere il kicker, che forse ha sbagliato di proposito per intascare lui pure dei soldi e che intanto se la spassa nel locale di cui è proprietario infilando la faccia tra le tette nude delle sue stripper, e poi uccidere se stesso. La prima e ultima azione da uomo libero.

E invece no. La sua personalità  fragilissima lo porta ancora una volta a casa dei genitori, ignari delle sue disavventure. Vuole vedere se magari col tempo è rimasto un minimo spiraglio di affetto. C'è un piccolo problema. I vecchi credono che sia felicemente fidanzato. Come fare ?

Billy trova per caso una ragazzina bionda in una scuola di danza dove è andato per pisciare, la rapisce e la costringe ad interpretare la sua amata. La sequenza che segue, a casa dei genitori, è da antologia. Un piccolo capolavoro. La mamma continua a vedere in TV quella dannata partita, il padre pensa solo a mangiare, la malcapitata biondina recita alla grande la sua parte e lui è sempre più convinto che in un mondo in cui nemmeno i tuoi cari ti ascoltano allora è meglio farsi da parte. Per sempre.

Questo film indipendente, senza i soldi di Hollywood, è un gioiellino d'altri tempi, come magari qualche bel film della Nouvelle Vague. Il protagonista ha la stessa dannata inquietudine di Jean Paul Belmondo in Fino all'ultimo respiro, e come lui vaga in cerca di risposte.

Billy è solo, ha carenze affettive, ha tic, paure, nevrosi. Non vuole mostrare il suo corpo all'affascinante biondina che ha trovato per caso, fatica pure a darle la mano, non vuole parlarle delle sue esperienze sentimentali, praticamente nulle, portatrici solo di sogni caduti nel vuoto e di tanta sofferenza interiore.

Va da sé che Vincent Gallo è riuscito splendidamente a portare sullo schermo l'eroe solitario di sempre, il personaggio che più mi piace guardare al cinema. Anche Christina Ricci, la biondina, è sempre a suo agio per una parte difficile e poi è sufficientemente scollata da far attrarre anche Billy e suo padre, Ben Gazzara, che difatti si getta di sussulto nel suo decolleté in cerca di antichi e ormai sopiti slanci di vitalità . Un trio di bravi attori italo-americani.

Buffalo '66 scorre intrigante e mai prosaico fino all'ascesa finale della suspense. A questo punto il film può prendere diverse direzioni. Billy può ammazzare l'ex kicker e poi uccidersi, come appare addirittura scontato.

Può tornare dalla biondina, che intanto si è innamorata di lui fino a chiedergli esplicitamente di fare l'amore, ma lui, che "ha paura del sesso" come cantavano i Pooh in Uomini soli, è confuso in una grigia stanza di un motel tra amori perduti e amori mai iniziati.

Può, in ultimo, soluzione che ho pensato mentre guardavo il film e che preferisco, tagliare corto e scappare via. Via da quell'unica ragione di vita che era la vendetta, via dal suo stesso suicidio, via da quella biondina troppo appiccicosa che mette a nudo se stessa e le di lui angosce più recondite.

Alla fine Billy torna in motel ad abbracciarla. Forse è amore, chissà , forse sarà  solo una storia di poco. Ma è sicuramente un inizio, una cesura netta col passato. Del resto è difficile restare soli per tutta la vita, anche se molti lo sono.

Uomini soli, storie tristi e potenzialmente cariche di creatività . Sicuramente le loro storie al cinema sono tra le più belle che si possano vedere. Anzi, fanno il pienone di spettatori.

Paradossi della vita.

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