Riuscirà Kurt Warner a fare l'ennesimo miracolo per i Cardinals?
Poco più di un anno fa allo University of Phoenix Stadium il pianeta football si riscoprì incredulo d'innanzi al capitolo finale della stagione 2007 che andava ad incoronare i NY Giants campioni del mondo dopo la grande vittoria sugli allora imbattuti New England Patriots.
Una storia che, nel suo piccolo, fece il giro del mondo e, con le dovute proporzioni, frantumò la certezza degli Usa di imbattersi in quella che molti avrebbero voluto definire la più forte squadra di sempre. Senza quell'anello però si dovette riscrivere tutto, cancellare ogni pensiero, ripartire da capo fino ad arrivare qua, a un passo dall'ultimo atto di questo campionato che, di nuovo, mette in scena uno dei più importanti capitoli di nuovo a Glendale, Arizona, nello stadio intitolato all'università di Phoenix.
Ad incrociare le sciabole i Cardinals, impronosticabili padroni di casa di questo ultimo atto Nfc, e i Philadelphia Eagles che con Andy Reid sulla sideline sono giunti alla quinta finale di conference in sette stagioni.
Sulle due squadre è rimasto poco da dire, le abbiamo studiate dalle Wild Card ad oggi, le abbiamo talvolta sottovalutate ed ora ce le ritroviamo qua, con la bilancia della giuria popolare che sembra pendere in maniera eccessiva nei confronti della squadra proveniente dalla Città dell'amore fraterno ma che non convince del tutto in una postseason che finora ha regalato ben poco di scontato.
Tanto più nella National Football Conference, orfana delle due favorite ad un accesso al Super Bowl, New York e Carolina, le due migliori da queste parti durante la regular season e battute a domicilio da due formazioni guidate da due veterani: Kurt Warner e Donovan McNabb.
E la storia recente passa proprio attraverso la sfida di questi due personaggi, tre Super Bowl giocati in totale, uno vinto, da Warner, alla guida del più spettacolare attacco degli ultimi 15 anni. E forse più, chissà . Warner contro McNabb in una gara che deciderà chi dei due potrà giocarsi probabilmente l'ultima chance di arricchire la gioielleria di casa.
Philadelphia è però davvero favorita come pensano in tanti? Sulla carta sì, ed anche dalle ultime prestazioni espresse. Ha vinto a Minnesota in una partita dove, onestamente, non ci fu molta storia e poi ha espugnato il Giants Stadium, soffrendo in attacco nel primo tempo dove era riuscita a capitalizzare gli errori di Eli Manning convertendo un turnover, ed una penalità assassina, in 7 punti per poi crescere nella ripresa e legittimare un risultato giustamente favorevole.
Tre gare contro i campioni Nfl in carica, due vittorie e zero sack per McNabb, trentaduenne che da un paio di stagioni viene visto ovunque fuorché a Philadelphia nel campionato successivo e che, al contrario, riparte sempre da lì, nonostante gli infortuni, nonostante le batoste.
Ha avuto una eternità di tempo per lanciare dopo ogni snap domenica scorsa, e benché la difesa dei Cardinals sia sembrata piuttosto in palla non si può escludere che anche tra un paio di giorni le cose non possano essere le stesse. Senza dimenticare il modo in cui Philadelphia ha strappato l'accesso ai playoff, al di là degli altrui favori, con una prova maiuscola contro i Dallas Cowboys.
Con un Brian Westbrook mai completamente in forma per tutta la stagione, Phila è sulle spalle del proprio quarterback che poggia le speranze di padroneggiare una difesa vivace e reattiva come quella dei Cards, capace di far girare l'incontro contro Atlanta grazie a un fumble riportato in meta da Antrel Rolle nel momento migliore dei Falcons e di ridicolizzare uno spento Jake Delhomme (5 intercetti, un fumble) durante il Divisional.
E' però la difesa degli Eagles a mettere una certa tranquillità all'ambiente. Forte sulle corse dove probabilmente impedirà ad Edgerrin James e Tim Hightower di fare la differenza, la retroguardia di Philadelphia potrà concentrarsi sul gioco aereo, dove soprattutto Asante Samuel e Brian Dawkins stanno imponendo dure lezioni agli avversari. Qui potrebbe girare la partita. Arizona può sì contare sul meraviglioso Larry Fitzgerald, ma se questi dovesse trovarsi di nuovo orfano del collega di reparto Anquan Boldin risulterebbe una preda davvero troppo facile per i raddoppi difensivi degli ospiti.
Nessun pronostico comunque, nessun dentro o fuori da giocarsi allo sbaraglio prima del kick off iniziale. Vincerà come sempre chi riuscirà a sbagliare meno, chi eseguirà meglio i giochi.
I Cardinals che a fine anno sembravano aver esaurito le risorse dopo aver ottenuto la matematica qualificazione ai playoff in un contesto di scontri diretti con avversarie dal record spesso piuttosto negativo, tanto da rendere scontato pensare che il loro posto ai playoff fosse frutto del caso. I Philadelphia Eagles, squadra che ha giustiziato i detentori del titolo e che più assomiglia alla versione 2007 degli stessi: arrivati ai playoff per il rotto della cuffia e poi capaci di vincere in trasferta, grazie a una buona difesa e ad un attacco attento a non sbagliare.
McNabb, di nuovo re della città , o Warner, che ricorda molto il Brett Favre che un anno fa in questo periodo si giocava proprio l'ultima chance della carriera di arrivare al Super Bowl. Kurt Warner, che dopo aver guidato i Rams in modo splendido per anni si ritrova sul palcoscenico più importante dopo aver vinto prima le diffidenze dell'ambiente e, solo dopo, anche gli avversari.
Rilasciato da St. Louis, scartato in un mese e mezzo dai Giants che lanciarono Eli Manning nella sua stagione da rookie e poi Arizona, dopo una off season in cui tutti lo snobbarono. Phoenix, tra panchina, incertezze, delusioni e oggi, a quasi 38 anni, finalmente le vittorie che contano. Quelle dei playoff, quelle che Arizona non provava dal 1998, ultima apparizione a gennaio per loro, che da quando la Nfl è divisa in due un Championship non lo hanno mai giocato.
Il precedente recente c'è, lo ricordiamo tutti, durante il Thanksgiving Day in Pennsylvania, quando Phila distrusse i Cards (48-20) e McNabb si impose in una gara straordinaria (260 yard, 4 TD pass) mentre Warner subiva la quinta sconfitta in carriera dagli Eagles lanciando tre intercetti. Lui che gli Eagles li ha battuti solo una volta quando era a St. Louis, quando si giocava proprio una finale di conference.
Ma i ricorsi storici, si sa, sono più affascinanti quando hanno radici antiche, quando solo i fantasmi possono raccontarne gli esiti e solo il cinema o la letteratura possono venirci incontro per tenere vivi dei colori che non abbiamo mai potuto vedere e sentire degli odori che non esistono più.
Due delle squadre più antiche della Lega non possono che aver dato vita a epici scontri (112, 53 vinti dai Cardinals, 54 da Philadelphia e 5 pareggi) ma i più memorabili e importanti restano quelli negli anni 40. E ci soccorre un celebre e recente film per ricordare, Invincible, la storia di Vince Papale (Mark Wahlberg nella pellicola), il barista giocatore degli Eagles.
Ricordate quando suo padre racconta di come la città uscì da un'epoca buia, difficile, misera, reggendosi sull'orgoglio e l'amore per una squadra, vivendo nel sogno e nella gioia di un touchdown segnato da Steve Van Buren che valse il titolo del 1948? Bene, vi sarà facile ora intuire che l'avversario di quella gara erano i Cardinals, allora con base a Chicago. Cardinals che l'anno precedente vinsero quello che a oggi è l'ultimo titolo della franchigia battendo per 28 a 21 i… Philadelphia Eagles.
Qualche arzillo settantenne potrà forse ricordare e raccontare di quel periodo, con un po' di fortuna un nonnetto di ottanta e più anni sarà capace di descrivere ogni movimento di Steve Van Buren, o di Charles Trippi e Paul Christman. Di certo, da lunedì, tutti noi saremo in grado di raccontare la rivincita più attesa, una partita che vale un Championship e che qualcuno aspetta da sessant'anni.