Keith contro Tampa Bay, nella partita che lo fatto diventare parte della grande storia NFL.
La sua carriera professionistica si è sviluppata nell'unica lega che ha retto il passo con la NFL, accontentandosi di raccoglierne gli scarti, se così vogliamo chiamare i giocatori che non sono entrati nelle grazie delle 32 franchigie americane all'atto del draft, o i ripudiati, come nel caso di Ricky Williams e Onterrio Smith, passati al di la della frontiera nord USA in cerca di fortuna; stiamo parlando di Kenton Keith, runningback al primo anno nella lega che si sta facendo conoscere per aver sostituito, più che degnamente, il titolare dei Colts Joseph Addai in un paio di partite.
Originario di Lincoln, Nebraska, terra florida di campioni, Keith ha iniziato la sua storia con la palla ovale sui campi della high school, difendendo i colori della North Omaha B.E.A.R.S., squadra con la quale ha corso per 2,200 yards in 9 partite nella stagione da sophomore, e della Omaha Benson, nelle stagioni da junior e da senior; con quest'ultimo liceo, sotto la guida di coach Lonnie Tapp, il runningback ha mantenuto medie altissime a portata, concludendo con 13.0 yards di average il suo ultimo anno.
Forte del titolo di MVP della Omaha Metro Area, Ketih scelse nel 1999 di accettare la borsa di studio offertagli dall'università di New Mexico State, cominciando a tracciare un sentiero che lo porterà a cercarsi gloria lontano dal suo stato natale e, successivamente, anche dagli Stati Uniti; con gli Aggies corre per 2,134 yards in 4 stagioni, tutte costellate e limitate dagli infortuni che colpiscono sistematicamente il runningback sceso al sud in cerca di notorietà ; infortuni e sfortuna, la stessa che gli impedirà di essere scelto al draft NFL del 2002, quando tutte le squadre Pro lo ritengono un investimento troppo rischioso.
Rischio o non rischio Kenton vuole continuare assolutamente a giocare a football, e dopo essere volato dall'altra parte degli Stati Uniti per inseguire il suo sogno a livello collegiale decide di ritornare, seguendo un percorso a ritroso che lo porterà a superare il natio Nebraska e sconfinare, in cerca di nuova fortuna, a Saskatchewan, in Canada; al di la del confine il primo anno non è dei migliori, di quelli da scoraggiarsi, e il giovane RB lo passa tutto cercando di emergere dalla pratice squad dei Roughriders, il club che gli ha aperto le porte del professionismo.
Le undici settimane passate da Keith nella formazione riserve della franchigia canadese rivelano tutta la sua importanza nella stagione successiva, quando dopo essere stato finalmente 365 giorni lontano da qualsiasi infortunio può finalmente mostrare le sue qualità ai suoi nuovi tifosi; starting runningback in dieci partite di regular season l'ex Aggies presenta il suo biglietto da visita alla CFL chiudendo il suo primo vero anno con 709 yards, 5 touchdown, su corsa e 142 yards, 3 touchdown, su ricezione. CFL Offensive Palyer of the Week alla settima settimana di RS, l'attuale runningback dei Colts si assicura la nomina come Roughriders Most Oustading Rookie correndo per 140 yards, 3 touchdown, nella Western Semi-Final, dove viene nominato Offensive Player dell'incontro, e 47 yards nella finale ovest, una sorta di championship NFL.
L'ottima stagione vissuta nella Canadian Football Legue attira su Kenton le attenzioni della lega professionistica USA e soprattutto quelle dei New York Jets che lo invitano ai training camp facendogli firmare un contratto stagionale nella primavera del 2004; dopo mesi passati ad allenarsi con i biancoverdi newyorkesi il runningback di Lincoln, conscio della concreta possibilità di essere tagliato, decide di tornare in Canada e riprendere la sua avventura con i Roughriders.
A Saskatchewan Keith torna a dare spettacolo, concludendo con 1,137 yards corse in 14 partite, due le aveva perse ad inizio stagione mentre provava a diventare un giocatore NFL, e un nuovo titolo di CFL Offensive Palyer of the Week conquistato nella Western Semi-Final, 125 yards, 1 touchdown, nel riuscito back-to-back centrato dai Riders. Gli Awards nella CFL però per il runningback sono ormai una prassi, ed anche nella stagione successiva, la 2005, strappa una nomina ad Offensive Player della settimana alla decima partita di regular season, quando corre per 170 yards e 2 touchdown prima di chiudere l'anno anticipatamente, con un nuovo infortunio che lo mette fuori causa negli ultimi due match; nonostante questo conclude vicino alle 1,000 yards anche la sua terza esperienza canadese, fermandosi a 911 yards e 4 touchdown.
Sotto il profilo realizzativo però Kenton migliora ancora, e nel 2006 setta il suo record personale di touchdown raggiungendo quota 9, e corredando il tutto con 1,037 yards corse che sanciscono, di fatto, la sua seconda stagione in carriera oltre le 1,000, sempre un ottimo risultato per un runningback; proprio le prestazioni di quello che per ora rimane il suo ultimo anno in CFL gli aprono nuovamente le porte della NFL, grazie all'interessamento degli Indianapolis Colts, alla ricerca di un RB da affiancare a Joseph Addai dopo la partenza di Dominic Rhodes.
Arrivato con molta voglia di lavorare a Indy, Keith si mette subito al totale servizio di coach Tony Dungy, mostrando di meritare la fiducia che lui stesso gli ha accordato affidandogli il ruolo di runningback backup, un ruolo che negli ultimi anni ha sempre avuto molta importanza per i Colts; con la squadra di Manning e Harrison il tailback venuto dal Canada esordisce in preseason, correndo per 16 yards contro Chicago, poco per uno che ha lasciato la CFL con 3,811 yards corse, 21 touchdown, e 1,178 yards ricevute, 8 TD, in quattro stagioni.
La voglia di mollare, dopo appena 64 yards corse in 3 apparizioni di preseason, e tornare nell'amata CFL c'è, ma c'è anche la voglia di rimanere, lottare, e dimostrare a tutti chi è il vero Kenton Keith; la ripresa è lenta e dopo l'esordio alla prima settimana contro New Orleans, 5 corse per 32 yards, il runningback si accontenta di portare palla nelle situazioni di terzo e corto, conquistando 22 yards in 8 portate tra la partita di Tennesse e quella di Houston.
La svolta per Kenton è però dietro l'angolo e quando un leggero infortunio mette fuori causa Addai alla quarta settimana contro Denver arriva il suo turno di scendere in campo e di far conoscere finalmente il suo nome nell'universo del football professionistico; 10 tocchi per 80 yards conquistate è la cartolina che spedisce ai suoi nuovi tifosi, consci di aver finalmente trovato una valida spalla per il loro runningback titolare.
Il meglio Keith deve ancora darlo, e se lo riserva tutto per la settimana successiva alla sua prima apparizione da starter nella NFL, quando contro Tampa Bay fa tutto lui, correndo per 128 yards, segnando 2 touchdown, e guidando, di fatto, Indianapolis alla vittoria; i Colts trovano un nuovo campione, un ragazzo venuto dal nulla ma in grado di non far rimpiangere il titolare quando cause di forza maggiore lo escludono dal match., e la cosa viene dimostrata nuovamente anche dopo il bye, quando mette a segno il suo terzo TD nella lega dopo aver corso per 56 yards contro Jacksonville.
Dalle due partite a cavallo della bye week il runningback di Lincoln esce con un nuova certezza, quella di essere diventato una splendida realtà di questi nuovi Colts e di aver forse definitivamente coronato il suo sogno di farsi conoscere anche entro i confini nazionali, in quella NFL che lo ha costretto ad emigrare per diventare qualcuno. Probabilmente non vincerà mai il titolo di MVP, e mai nemmeno riuscirà a scrivere il suo nome nel libro dei record della lega, ma quel che è certo è che Kenton Keith, nel momento stesso in cui ha superato per la seconda volta quella linea di endzone, è entrato a far parte dell'immensa storia del football made in USA.