Dat Nguyen si ritira.

Nguyen in posizione: un'immagine che non potremo più vedere.

Quando, in attesa del draft primaverile, si leggono le schede sui futuri prospetti troviamo due caselle: una chiamata "Positives" e contenente i perché una squadra dovrebbe scegliere un giocatore e l'altra detta "Negatives" contenente i perché una squadra non dovrebbe draftare quel determinato giocatore.

Spesso nella seconda categoria troviamo, per bilanciare quanto detto nell'altro "capitolo", la voce "undersized". E' un ottimo giocatore, ha una grandissima carriera collegiale, è eccelso anche contro avversari difficli etc. etc. ma è "undersized", sotto taglia, troppo piccolo per giocare in NFL e troppo esposto agli infortuni. Al massimo sarà  un giocatore di special team.

Dat Nguyen, ILB dei Dallas Cowboys, ha sentito fin troppe volte questa frase. L'ha sentita quando, il giorno del NFL Entry Draft 1999 aspettava una chiamata, l'ha sentita quando Chris Claiborne, Al Wilson, Barry Gardner, Mike Peterson, Rahim Abdullah, Johnny Rutledge venivano chiamati tutti prima di lui, l'ha sentita -e accompagnata ai coretti del "te l'avevo detto"- quando nel 2000 e nel 2002 subiva degli infortuni che lo costringevano a perdere notevole tempo sul campo.

Ma pare che Jerry Jones e Dan Campo siano passati sopra questo coretto quando alle 8:15 di quel giorno d'aprile, dopo una lunga serata di attesa, hanno telefonato a Dat per comunicargli che con l'85esimo pick, sarebbe entrato a far parte dell'America's Team. I Cowboys riponevano la loro fiducia in lui e lì cominciava un altro capitolo della vita di Dat, un capitolo che in comune con tutti gli altri aveva la parole d'ordine: believe.

La vita di Dat è nata sotto il segno della speranza ed è continuata solo con la ferma convinzione di poter riuscire, con un credo fortissimo non solo in Dio ma in sé stesso, nella sua famiglia e nella sua stessa vita. Thomas Hobbes diceva di essere nato sotto il segno della paura, sua madre infatti l'aveva messo al mondo, il 5 aprile 1588, mentre l'Invicibile Armada spagnola muoveva il suo attacco all'Inghilterra ed era stato proprio lo spavento ad aver causato le doglie. E la storia di Dat non è molto differente, anche se più di paura possiamo appunto parlare di speranza.

Il 28 aprile 1975 infatti la famiglia Nguyen decide di fuggire dal Vietnam nel momento in cui le truppe di Ho Chi Mihn raggiungevano la loro città , Ben Da, e di cercare la salvezza su una piccola barca da pesca che avrebbe dovuto portarli verso le navi americane. Con gli spari in lontananza, tre figli e una moglie incinta il padre di Dat portava a compimento il suo piano di fuga che si sarebbe rilevato però ancora lungo e faticoso. Ci vollero mesi di navigazione verso la Thailandia prima che i fuggitivi vietnamiti fossero accolti come profughi e rifugiati in Europa ed America dove Dat nacque il 25 settembre 1975, a Fort Chafee in Arkansas.

Una vita che cominciava così, grazie ad una disperata fuga, non poteva che fondarsi più che su qualunque altra cosa sulla fede. Ed infatti più Dat cresceva più doveva affrontare nuove sfide, pericoli, sfiducie. Trasferitisi in Texas, a Rockport-Fulton, assieme ad altri rifugiati vietnamiti, i Nguyen dovettero cimentarsi con i movimenti razzisti (il padre di Dat era uno dei tanti pescatori vietnamiti che trovavano l'opposizione dei locali) e le mille difficoltà  che la nuova vita presentava ad una famiglia che parlava a stento l'inglese.

Le prime difficoltà  per Dat cominciarono quando provò a giocare a calcio, assieme ad altri vietnamiti, nella squadra di Jimmy Hattenbach, padre del suo amico Jimmy Jr. Una squadra che passò dai primi grandi successi a vincere tutte le partite nel 1982 e il trofeo della loro divisione. Ancora una volta, Dat non poteva che credere in quello che faceva, perché erano l'unico modo di superare l'ostilità  che lo circondava.

Il primo incontro col football avvenne alla Rockport-Fulton Junior High dove Dat aveva cominciato la sua carriera sportiva sui campi da basket. Con 180 pounds già  sul groppone, Dat accettò la proposta di Jimmy Hattenbach e di Coach Davis di passare dal parquet all'erba. Grazie alla sua stazza, il suo stile di gioco duro o come direbbe gli americani "lights-out" Dat cominciò a costruirsi una reputazione vincendo sui campi ma soprattutto vincendo nella vita.

Rockport-Fulton era una città  divisa in tre sezioni, una abitata dagli afroamericani, l'altra dai bianchi, l'altra dagli asiatici. Ma il venerdì sera, dopo le partite, ci si riuniva tutti senza più distinzioni di razza o provenienza grazie soprattutto ad atleti come Dat, che dimostravano ancora una volta come lo sport potesse appianare divisioni che la vita creava, gli atleti asiatici della Junior High persero sempre più l'ostilità  che c'era nei loro confronti e tutto per merito di un ragazzo vietnamita e della sua voglia di combattere contro tutte le avversità .

La fama di Dat all'high school attirò le attenzioni di diverse università  quali Michigan e UCLA che furono le prime che il giocatore visitò e che lo colpirono straordinariamente. Ma alla fine la sua scelta fu quella di restare in Texas ed accettare la proposta dell'università  di Texas A&M e poter giocare per gli Aggies. Dat entrò in quello che fu definito uno dei migliori gruppi di LB della nazione nel quale figuravano, ovviamente oltre lui, Trent Driver, Warrick Holdman, Quinton Brown e Philip Meyers. Ma nel 1994 la prima stagione negli Aggies fu tutto meno che memorabile.

Dat era grasso (240 libbre a fronte di un'altezza di 5-11 piedi) e prese il soprannome di Fat Dat, scivolò ottavo -ovvero ultimo- nella depth chart e cominciò a far pentire scout ed allenatori. Ma durante quella stagione, in cui fece parte solo dello Scout Team, fu la sua determinazione e l'incontro con Rich Coady (futura safety dei St. Louis Rams) a portarlo verso un drammatico cambio di rotta.

Rich e Dat si allenarono duramente 5-6 volte a settimana spendendo ore in palestra tanto che a fine stagione Dat era sceso a 215 libbre, ma soprattutto iniziò a colpire gli allenatori durante gli allenamenti tanto che l'offensive coordinator Steve Ensminger impazziva per le sue giocate e cominciò a chiedersi perché Dat giocasse nello Scout Team (la squadra che in allenamento si schiera contro i titolari) e non nella difesa degli Aggies.

All'inizio della sua stagione da sophomore, nel 1995, arrivò a Texas A&M una persona che si legherà  profondamente a Dat, il nuovo defensive coordinator Phil Bennett. La seconda stagione di Dat negli Aggies iniziò all'insegna delle migliori aspettative vedendoli candidati al titolo nazionale. Il 30 agosto, a tre giorni dalla partita di debutto contro gli LSU Tigers, durante un allenamento Trent Driver, il MLB titolare degli Aggies, si slogò la caviglia lasciando così il suo posto a Dat per il suo debutto collegiale.

Alla prima azione un nervosissimo Dat viene trascinato via dal centro e Kevin Faulk corre nel mezzo per un guadagno di 30 yard. Ma col proseguire della partita, Dat acquista fiducia in sé stesso chiudendo il match con sette placcaggi nella vittoria degli Aggies per 33-17.

Uno dei primi problemi della sua carriera collegiale sarebbe stato l'huddle. Gli altri 10 compagni della difesa dovevano chinarsi per sentire quello che diceva il "piccolo" Dat e soprattutto dovevano cercare di decifrare il suo americano-vietnamita dettato dalla pressione e dalla fretta, tanto che il suo amico Rich Coady faceva spesso da "interprete". Lo stesso Coach Slocum ironizzava sul fatto che Coady fosse un titolare solo per permettere agli altri di capire quello che Dat diceva. Driver recuperò per la partita riuscendo a giocare qualche azione ma per la successiva partita contro Tulsa, Dat gli fu preferito ancora una volta ed entrambi totalizzarono tre tackles in una facile vittoria 52-9.

La terza settimana prevedeva però il più grande ostacolo: i Colorado Bufalloes. La strada per i posti del raniking che contano passava per quella sfida, se Texas A&M sarebbe riuscita a battere i Bufalloes allora le sue ambizioni della preseason avrebbero trovato la loro conferma.

Quel giorno però arriverà  la prima delusione del 1995. Gli Aggies persero il loro primo importante test 29-21 e per quanto vinsero le partite successive furono nuovamente sconfitti nel momento in cui contava, la partita per il titolo SWC e l'accesso al Sugar Bowl.

Tuttavia Texas A&M vinse l'Alamo Bowl per 22-20 contro Michigan chiudendo così la stagione con un record di 9-3. Dat giocò tutte le partite da titolare totalizzando 94 placcaggi e riportando un onside kick avversario in TD.
Alla fine della stagione diversi titolari lasciarono il college per la NFL e la stagione 1996 sembrava dover essere non semplicissima, eppure Dat e i suoi compagni covavano la speranza di un riscatto.

La prima settimana le secondarie di Texas A&M furono però massacrate da BYU subendo 536 yard (che costituivano un record in negativo) per un risultato finale di 41-37 per i Cougars. Le cose non migliorarono e la settimana successiva arrivò un'altra sconfitta ad opera degli USL Cajuns.

Contrariamente al declino degli Aggies la fama di Dat sembrava crescere, contro USL registrò 17 tackles tanto che Phil Bennett gli preannunciò per la prima volta un futuro in NFL. La stagione terminava con un record di 6-6 e con 594 yard di total offense subite nella sfida finale ad Austin contro i Longhorns di Ricky Williams.

A conferma di quanto detto prima, il numero 9 degli Aggies siglò 146 placcaggi, il secondo miglior risultato nella Big 12 dietro Ryan Black dei Buffaloes. Dat riceveva una riconoscenza ufficiale come All-Big 12 e diverse non ufficiali venendo paragonato al leading tackler nella storia di Texas A&M, Ed Simonini, ed all'All-Pro LB dei Bears, Mike Singletary.

Dopo due stagioni deludenti fu proprio Dat assieme a Dan Campbell (poi suo futuro compagno a Dallas), Rich Coady e Steve McKinney a prendere in mano la situazione e a cercare di coagulare il gruppo. E il metodo funzionò, dopo tre partite gli Aggies, che non figuravano neanche nel ranking di preaseason, erano 3-0 e occupavano il 17esimo posto nella nazione.

Alla quarta partita si presentavano le bestie nere dei Buffaloes e nel loro turf in Colorado. Texas A&M strappò un'importante vittoria che li conduceva però ad un temporaneo calo, dopo altre 3 partite il record era peggiorato ad un 5-2 e la posizione nel ranking era ora la 25esima.

Le cose si raddrizzarono e la stagione si concluse con un record di 9-3, il titolo di campioni della Big 12 South e la chiamata al Cotton Bowl. Nonostante gli Aggies entrassero nell'ultimo quarto in vantaggio per 23 a 14 subirono la rimonta di UCLA che vinse il Cotton Bowl per 29 a 23.

Dat era stato il protagonista indiscusso della difesa emergendo come leader, come giocatore tenace e dimostrando di poter avere un futuro in NFL. Decise comunque di restare per il suo anno da Senior al fianco di Dan Campell e alla guida dei rinnovati e finalmente vincenti Aggies.

Dan Campbell riusciva ad intimidire lo spogliatoio con la sua "cattiveria" mentre, come ironizza lui stesso, Dat poteva solo minacciarli di costringerli a tagliarsi i "capelli come Dat".

La filosofia divenne la stessa della stagione precedente, e il simbolo di quell'anno divennero i barbecue organizzati da Campbell nel weekend. Il 1998 iniziò con una sfida quasi impossibile: ad aspettare Dat e compagni c'erano i Florida State Seminoles che occupavano il numero 2 nel ranking. Il risultato tenne fede ai bookmark ma i 'Noles vinsero solo per 23-14 e Texas A&M riuscì a restare in partita per tutta la durata della stessa, dimostrando alla nazione che potevano ancora dire la loro in un bowl. Con una partenza 4-1 la sesta settimana della stagione presentava niente meno che gli Huskers del Nebraska, i campioni nazionali e i numero 2 nel ranking.

Dat si ruppe il pollice nel secondo gioco della partita ma dopo averlo sistemato temporaneamente continuò fino alla fine. Come la sua vita gli ha insegnato più volte, se hai fede nelle cose e t'impegni al massimo puoi riuscire a realizzare i tuoi sogni e gli Aggies strapparono un'incredibile vittoria per 28-21.

Nebraska non perdeva una sfida all'interno della sua conference da 40 partite. Texas A&M inanellò dieci vittorie consecutive salendo al numero 6 del ranking per chiudere la stagione nell'ultima sfida della Big 12 contro i Longhorns. A 2:20 minuti dal termine gli Aggies conducevano 24-23 (e Ricky Williams aveva corso, come al solito, sopra la difesa guidata da Dat per 259 yards) ma Texas ottenne il suo game winning drive chiudendo con il field goal del 26-24 a 5 secondi dal termine.

Nella sfida per il titolo della Big 12 c'era ancora una volta un avversario temibile: i Kansas State Wildcats, primi in uno dei ranking e vicinissimi al Tostitos Fiesta Bowl che sarebbe valso il titolo nazionale. Nel quarto periodo Kansas State conduceva per 27 a 19 quando Warrick Holdman "strippò” la palla dalle mani del quaterback Michael Bishop dando un'altra possibilità  all'attacco degli Aggies (privo del suo quaterback titolare Randy McCown che era stato sostituito da Banndon Stewart) di pareggiare l'incontro.

Sirr Parker ricevette il TD e la conversione da due punti del pareggio e la partita fu forzata all'overtime. Al primo possesso Texas A&M segnò un field goal e così fecero i Wildcats. La partita fu prolungata al secondo supplementare ed ancora Parker ricevette il touchdown della vittoria 36 a 33. La vittoria valse un Sugar Bowl contro i Buckeyes di Ohio State, ma un altro miracolo non riuscì e gli Aggies perserò per 24-14.
Dat chiuse la sua carriera colleggiale con 517 placcaggi e 51 partite consecutive da titolare ma soprattutto l'8 settembre 1998 gli fu conferito, inaspettatamente, il Lombardi Trophy, trofeo assegnato al miglior "interior lineman" della nazione sia che giochi in attacco che in difesa.

Nel 1999 con tantissime buone aspettative per il suo futuro (Dat comprò una macchina nuova ancor prima del draft) il linebacker da Texas A&M fu presentato al mondo delle squadre NFL come troppo piccolo per giocare in NFL e quindi incline agli infortuni. Alcuni suoi compagni di squadra, quali Dan Campbell e Rich Coady, furono chiamati prima di lui così come numerosi linebacker di dimensioni "classiche".

Scivolato al pick del terzo giro dei Dallas Cowboys, la franchigia texana non ebbe alcun dubbio, Dave Campo e Jerry Jones non avrebbero mai pensato che Dat Nguyen potesse scivolare così in fondo.

Al primo Training Camp a Wichita Falls, il MLB titolare dei Cowboys era Randall Godfrey, al suo ultimo anno di contratto, Dat sarebbe stato il suo backup e avrebbe contribuito negli special team. Quei Cowboys per un ragazzo di 21 anni cresciuto in Texas non potevano che essere una leggenda vivente e Dat non poteva che essere incredulo di giocare nella stessa squadra di Troy Aikman, Emmit Smith, Michael Irvin, Larry Allen, Darren Woodson invece che essere lì semplicemente a farsi firmare autografi.

Lo stesso Darren Woodson, che sarebbe poi stato sostituito nel suo ruolo di capitano proprio da Dat quando un infortunio chiuderà  la sua carriera nel 2003, rimase non perfettamente convinto della possibilità  di Dat di poter giocare linebacker in NFL, anzi era convinto che i Cowboys l'avessero scelto per giocare safety. Ma così non fu.

Dopo una prima stagione "part-time", Dat fu chiamato al ruolo di starter nel momento in cui Randall Godfrey firmò un contratto da 25 milioni di dollari con i Tennessee Titans nella successiva offseason.
La prima partita ufficiale da titolare Dat la disputò il 3 settembre del 2000 contro i Philadelphia Eagles e non fu certo qualcosa di memorabile. Gli Eagles vinsero 41-14 e Duce Staley corse per 201 yards sopra la difesa dei Cowboys inoltre Joey Galloway, appena acquisito dai Seahawks per rimpiazzare Irvin ed in cambio di due prime scelte al draft, si ruppe il legamento crociato anteriore (ACL) del ginocchio sinistro, mentre Troy Aikman subì una commozione cerebrale e dovette lasciare la partita nel terzo quarto.

Le critiche mossegli all'inizio della carriera di essere troppo fragile trovarono conferma però nella seconda partita della stagione (un'altra sconfitta, stavolta contro i Cardinals) in cui Dat si slogò il legamento mediale collaterale (MCL) e perse le successive tre partite. Al suo ritorno contro i New York Giants Dat subì un altro infortunio al ginocchio che lo tenne lontano dal campo per altre tre partite. La stagione si chiuse con 48 placcaggi, 4 passaggi difesi, 2 intercetti e solo 10 partite giocate su 16.

La stagione terminò con un deludente 5-11 e Troy Aikman fu costretto al ritiro dopo un sack subito da Lavar Arrington che gli provocò l'ennesima commozione cerebrale.

Le aspettative di Dat trovarono ostacoli importanti nelle sue prime stagioni e quell'"injury prone" con cui era stato etichettato sembrava non volersi staccare. Nel 2001, fortunatamente, Dat riuscì però a giocare una stagione intera chiudendo come "leading tackler" dei Cowboys con 113 placcaggi. La difesa di Dallas concesse solo 287 yard a partita finendo quarta nel ranking NFL delle difese.

Nel 2002, ancora una volta, la sua carriera dovette affrontare una svolta non prevista. Nella prima partita dell'anno contro i Houston Texans durante un blitz Dat fu colpito dal running back poco prima di arrivare sul quaterback David Carr infortunandosi seriamente al polso. Nonostante il consiglio di Dexter Coakley, Dat concluse la partita facendosi bloccare temporaneamente il polso dal training staff ma come unico risultato ottenne quello di peggiorare la situazione.

Il giorno dopo fu costretto a subire un intervento chirurgico e perse 8 partite chiudendo la stagione con 52 placcaggi ed un sack. Per l'ennesima volta "Dat era troppo piccolo per poter affrontare il gioco a livello NFL". Così dicevano tutti, tanto che lui stesso si trovò a riflettere come le sue aspettative per la stagione fossero state abbattute in brevissimo tempo.

Ma un ragazzo con la sua storia non poteva certo arrendersi: fra il 2003 e il 2004 giocò tutte e 32 le partite, totalizzò 228 placcaggi, 3 sack, 3 fumble forzati, 9 fumble ricoperti e 3 intercetti divenendo anche capitano della difesa nel 2004.

Finalmente arriviamo a noi, quindi: la scorsa stagione, con il passaggio della difesa dei Cowboys da una 4-3 ad una 3-4, Dat iniziò la stagione come titolare nello spot di JLB, al fianco di Bradie James. Ma dopo 2 partite 15 placcaggi ed 1 sack (che gli valevano la temporanea leadership nella classifica dei Cowboys) Dat subì un altro infortunio, stavolta al collo, nella partita contro San Francisco, nella quale aveva totalizzato altri 7 placcaggi ed 1 intercetto.

Nella successiva sfida contro Oakland gioca solo nelle situazioni di Nickel Defense, salta totalmente le 3 successive partite contro Eagles, Giants e Seahawks, gioca ancora solo nelle situazioni di Nickel e Dime contro Cardinals, Lions e Broncos per poi perdere i restanti sei incontri della stagione ed essere inserito nella Injured Reserve List.

L'infortunio al collo si rivela troppo serio ed a soli 31 anni, e con un solo Pro Bowl alle spalle, il primo giocatore di origine vietnamita della NFL è costretto al ritiro.
Nella sua vita Dat ha affrontato mille difficoltà , è stato un leader nel campo e fuori dal campo, ha sempre preso il toro per le corna cimentandosi con qualunque peripezia senza mai arrendersi, per poter ripagare la sua famiglia che quel giorno di aprile del 1975 con un'incredibile prova di coraggio permise a Dat di diventare quello che è oggi.

Da tifoso dei Dallas Cowboys, ma soprattutto da sportivo, non posso che ringraziare Dat Nguyen per ciò che ha fatto per i Cowboys e per lo sport in generale, dimostrandoci che quando si ha fede non c'è nulla d'impossibile e lui lo ha fatto sempre con estrema umiltà , lontano dagli show e dai riflettori della NFL che conta.
Caro Dat, per quanto mai più potrai placcare in un campo di football io so che continuerai a placcare gli ostacoli che si frapporranno nella tua vita, come hai sempre fatto.

I più grandi auguri, Dat Nguyen!

Disclaimer: La maggior parte delle informazioni di questo articolo sono tratte da Dat. Tackling Life and the NFL, Dat Nguyen with Rusty Burson, Texas A&M University Press College, 2005. I dati statistici relative alla carriera NFL sono tratti da ESPN. Nel libro vengono riportati valori differenti, così come accade nel sito di ogni squadra, per la stagione 2003 gli vengono assegnati 172 placcaggi, il secondo miglior risultato di sempre nella storia dei Cowboys.
Sempre sul sito espn.com è riportata l'informazione secondo cui Dat sarebbe nato a Saigon, ma questo è falso: Dat è di famiglia vietnamita ma è nato negli Stati Uniti.

Dat è felicemente sposato con Becky dal 10 marzo 2001 ed ha due bambine. I medici dissero che sua moglie non avrebbe mai potuto avere figli se non ricorrendo a tecniche di fecondazione assistita, ma per lui fu solo un altro ostacolo da abbattere con la fede e la forza d'animo.

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