Rosenfel, un ultimo periodo da incorniciare
Nella tredicesima giornata il calendario si è divertito a mettere assieme una serie di scontri intra-divisionali. Nel momento cruciale della stagione, con molte divison ancora incertissime, gli scontri disputati hanno in qualche caso confermato i valori in campo, in altri, invece, la situazione si è notevolmente ingarbugliata.
Gli Indianapolis Colts sono l'unica squadra già qualificata per il mese di gennaio, e l'unico dilemma resterà quello se puntare alla perfezione, o far riposare i titolari una volta guadagnato il vantaggio del fattore campo. Per la qualificazione non ci sono problemi, quella è stata ottenuta con quattro turni di anticipo. Superando con un perentorio 35 a 3 i Titans, Manning si è garantito la terza partecipazione consecutiva, forse quella buona per portare a casa l'anello.
Una giornata di ordinaria amministrazione. Il quarterback timbra il cartellino, lancia poco, solo 17 volte, il minimo in carriera, se si eccettua il match farsa con i Broncos dello scorso anno, ma il running game e una dominante difesa hanno fatto il resto. E' uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo, sembra la nuova filosofia della squadra.
Titans limitati a sole 40 rushing yards, e McNair sotto continua pressione( 4 sacks 30 yards perse), con Freeney su tutti. Un caloroso benvenuto per far sentire a suo agio l'ex co-MVP. I tempi della spartizione del potere con il rivale sono un lontano ricordo, e tutto sembra semplice sulla strada verso la perfezione. -4 per raggiungere Bob Griese e i Dolphins targati 1972, anche se il titolo divisionale dovrà aspettare ancora una giornata, quello della trasferta a Jacksonville.
Probabilmente un'altra formalità : "Sono orgoglioso della mia squadra. Non era semplice giocare in questo modo dopo essere usciti da un MNF. Avevamo il nostro obiettivo ben evidente, volevamo subito i playoff" è il commento del coach.
La partita più interessante non si svolgeva nell'Indiana, ma a Pittsburgh, dove, se c'erano ancora dubbi, i Bengals hanno dimostrato si essere cresciuti, lasciandosi alle spalle i ricordi delle stagioni perdenti, vincendo sul campo di una formazione che li aveva dominati spesso con 20 degli ultimi 27 incontri ad appannaggio di Pittsburgh.
Dopo quindici anni si potrà pensare in grande sulle rive del fiume Ohio, con una stagione finalmente vincente. Attardata in classifica di una partita Cincinnati si è presa una bella rivincita, superando i rivali diritti sul proprio terreno.
Partita dai due volti, attacchi efficaci e produttivi nel primo tempo, difese che hanno preso le contro misure nel secondo. Ma è stato proprio in questo frangente che Marvin Lewis ha visto la squadra prendere il comando del gioco, costringendo all'errore e alla conseguente resa gli avversari. Chad Johnson non ha potuto giocare golf, costantemente raddoppiato, ma questo ha aperto opportunità per Houshmandzadeh, 80 e passa yards con due ingressi in end zone. "E' stato il tempo degli Steelers, ora è il nostro". Anche senza danze rimane il Chad Johnson di sempre.
Punteggio troppo elevato per Pittsburgh, il cui attacco è dovuto andare fuori giri per stare al passo con gli ospiti. La formazione di Cowher ha dovuto snaturare il proprio gioco, correndo meno del solito (solo il 40% dei giochi sul terreno), e soprattutto pagando un differenziale di -4 nei turnover.
Certamente non Steelers Football, come amano definire il proprio stile di gioco da queste parti. Nessuna possibilità di rimonta per Roethilsberger, che non dispone un arsenale in grado di riparare molti errori, un miracolo che la formazione sia rimasta in gara fino al termine.
Il quarterback, massimo di tentativi in carriera con 41 lanci, ha giocato con il dito fratturato, ma non ha cercato scuse ai suoi tre intercetti.
"Molti erano in cattive condizioni fisiche, ma da qui in avanti dovremo giocare a dispetto del dolore", ha dichiarato.
Critica la situazione della squadra, che si ritrova, dopo tre sconfitte in fila con un piede fuori dai playoff.
"Oramai è chiaro. Ci restano quattro partite, dovremo vincerle tutte" ha ammesso Ward, il migliore dei suoi con due segnature e oltre 100 yards su ricezione.
Altro match estremamente interessante all'Arrowhead Stadium. Un confronto di per se accesso, si è arricchito dei sapori della sfida in chiave post season. Per i Chiefs era un dentro o fuori, per rimanere in corsa, a caccia di un posto wild card. "Questa è una vittoria fondamentale, un grande successo" ha ammesso Vermeil.
Per Denver c'era ancora la speranza di aggancio ai Colts, ma alla fine la realtà è stata un'altra. I Broncos dovranno guardarsi le spalle, piuttosto che considerare chi hanno davanti. Chiefs e Chargers si sono avvicinati pericolosamente, un solo incontro di distacco. La speranza per Denver è durata, tre quarti.
Da li in avanti un solo nome ha riempito lo stadio. Larry Johnson ha corso 82 yards in 15 minuti, più di quante ne concede di media la difesa dei Broncos in un intero incontro. Con tempo e pallone congelati, Plummer ha potuto ben poco, anche se, come sempre è stata questione di millimetri. Squadre ancora a contatto, due minuti da giocare Anderson non ha chiuso, per pochi centimetri, un quarto tentativo, inizialmente concesso dagli arbitri, e poi ribaltato. Jared Allen allo stop: "Per me è stato subito chiaro che non aveva chiuso. Nessun dubbio".
La squadra di Shanahan non ha saputo correre come suo solito, e Plummer ha continuato a denunciare uno scadimento di forma preoccupante, lanciando altri due intercetti, sotto la pressione di una difesa che sembra aver beneficiato del rientro di Ryan Simms.
"Abbiamo avuto le nostre occasioni, ma non le abbiamo sfruttate, se succede, in trasferta su un campo così difficile, è ovvio che il record peggiora".
Generalmente, in questa periodo dell'anno, questo incontro si gioca a campi invertiti. Buffalo non si adatta al sole della Florida, un colpo di calore e la squadra esce dal campo. Primo tempo esplosivo. Losman lancia, Evans riceve, 21 a 0 in un batter d'occhio, neanche 15 minuti e l'incontro sembra finito. La rincorsa a New England può continuare.
"Non si può giocare come se un incontro fosse finito dopo un quarto. Oggi ci siamo comportati così" ha ammesso Mularkey "Non abbiamo finito la nostra missione".
Un incredulo Losman ha aggiunto:
Molte volte ho visto situazioni simili in TV, ma subirle personalmente è uno schiaffo. Non c'è modo di descrivere come mi sento
Ancora alternanze sotto il centro per Miami, che trova finalmente in Rosenfel il proprio messia, e nella difesa dei Bills i propri fedeli, per quella che è la maggiore rimonta dal 1974. Due quarti di studio, in cui penalità ( ben sei procedure illegali) ed errori ( otto drop) sembrano rendere impossibile ogni rimonta, prima di scatenare l'inferno.
Se i Bills hanno segnato 3 mete in 15 minuti, possiamo farlo anche Noi. Nell'ultimo periodo, con uno stadio semideserto, 21 punti di Miami ribaltano il risultato a soli sei secondi dalla fine, su un quarto down. Ricezione di Chambers, l'ultima e più importante del proprio carrier-day da 238 yards.
L'operazione "fuori tutti" non sa di promozione dell'era dell'ottimismo, ma di una tattica utilizzata in situazione disperate, con 65 tentativi di lancio, che ha portato a raddoppiare le yards guadagnate dagli avversari.
"Sarà stereotipato, sarà un discorso qualunquistico, ma oggi avete un esempio di cosa significa dover giocare 60 minuti" ha commentato un divertito Saban, che ha aggiunto "Sono contento per chi ha ben investito i suoi soldi su di Noi"
Sconfitti i Bills, per New England è stato un gioco da ragazzi superare i Jets, rinsaldando il comando nella più debole divison della AFC. I demeriti altrui diventano fondamentali per una formazione che solo ora recupera qualche elemento fondamentale del proprio gioco.
"Ci siamo sentiti meglio, abbiamo potuto ritrovare molte delle nostre armi, giocatori in grado di fare big Play" ha dichiarato David Givens, anch'esso al rientro dopo tre gare. Con Brady ancora sotto choc dopo la peggior prova della carriera la settimana precedente, con molti giocatori ancora non al 100% in attacco, sono stati difesa e special team a innalzare il livello, consentendo una vittoria nel segno del q.b. Quarterback? No Quanto Basta.
Tre calci di Vinatieri, e meno di 170 total yards concesse, sono stati sufficienti, New York è ancora assolutamente impalpabile.
Edwards: "Il nostro tempo di possesso è stato disastroso. Troppo tempo la nostra difesa in campo, e la difesa generalmente non segna molti punti. Purtroppo il nostro quarterback fa il possibile". Bollinger, nonostante affrontasse una difesa che è la penultima contro i passaggi che ha concesso oltre 350 yards ad ogni avversario incontrato nell'ultimo mese, non è riuscito a guidare la propria squadra in end zone per la quarta partita consecutiva.
Rimangono due le vittorie che distanziano i Patriots dagli avversari diretti più vicini, i Dolphins: le due formazioni potrebbero giocarsi tutto nell'ultima giornata di regular season, a Foxboro.
Jacksonville vince la sesta in fila, e prenata un posto per il wild card game. Vittoria sudata, a spese dei Cleveland Browns guidati da un ottimo Frye, alla prima da titolare. 226 yards e due touchdown senza intercetti, sono numeri che non passano inosservati. I Jaguars hanno ribaltato una partita grazie a 17 punti nel terzo quarto che sono rimasti senza replica da parte degli avversari.
Senza Leftwich, senza Taylor, sotto 14 a 3 all'intervallo, la squadra ha mostrato carattere, reagendo in maniera decisa, aumentando al fisicità del gioco, mettendo maggiore pressione sul quarterback avversario, colpito cinque volte dopo l'intervallo, e lasciando sole 50 yards di total offense nei due periodi finali.
Stroud: "Siamo rientrati con una precisa idea, mettere pressione sulle spalle del rookie.
Abbiamo blitzato, e ci siamo schierati con formazioni che probabilmente non aveva mai visto". Del Rio ha svegliato i suoi nell'intervallo.
"Era un po' arrabbiato, ma l'ho visto anche più"alterato. Non ha rotto nulla" ha scherzato Garrad. "Ci sono situazioni in cui esprimere la propria frustrazione e la propria arrabbiatura. Io ho cercato di trovare le parole giuste per motivare la squadra, che ha risposto bene".
I tifosi di Cleveland non hanno gradito la prestazione fornita nel secondo tempo, una tempesta di palle di neve la loro protesta.
Il derby per Reggie Bush ha visto perdere i Ravens, che hanno vinto sul campo, con un calcio allo scadere, ma si vedranno assegnare una scelta più alta dei rivali, nel prossimo draft. Houston ha perso e vinto allo stesso tempo.
Fuori dal campo la squadra potrebbe aver vinto, assicurandosi la prima scelta assoluta, anche se in campo i texani hanno ottenuto lo stesso risultato, gettando al vento, per la seconda volta consecutiva una possibile vittoria. Baltimora ha percorso 67 yards in 60 secondi senza timeout, per consentire al proprio kicker di vincere la partita.
La frustrazione nelle parole di Carr "Nel finale ero sulla sideline. Vedere materializzarsi la seconda sconfitta nello stessa modalità non è stato piacevole. Abbiamo eseguito qualche big play, ma non è stato abbastanza".
Boller, nullo per tutto l'incontro, ha guidato la formazione in maniera decisa, completando tre passaggi nel momento cruciale. Fortunatamente per Lui, a difendere c'era la peggior difesa della lega. Non è stato un incontro spettacolare. Errori da ambedue le parti, penalità , fumble, interceti, palloni droppati e quant'altro si possa ipotizzare è accaduto. Una sola segnatura offensiva, con i Texsans limitati 5 field goal e Baltimora capace di segnare sette importantissimi punti con la difesa.
I San Diego Chargers non si sono distratti, e in prime time hanno superato agevolmente i Raiders, che dicono addio matematicamente alla possibilità di giocare quando sarà più freddo. Quinta vittoria consecutiva per San Diego, che superano gli eterni rivali per 34 a 10.
Raiders determinati a non concedere big play ai giocatori chiave avversari, limitando al minimo gli errori e le penalità ( una sola in tutto il match), rimanendo estremamente disciplinati. Per metà partita la tattica ha funzionato, ma, poco alla volta nel secondo tempo la squadra di Schottenheimer ha preso il sopravvento, un gioco alla volta, una yard dopo l'altra, sfruttando con 14 punti i due turnover degli avversari, guidata da un quarterback che ha mostrato tocca e ottime letture.
I Chargers hanno preso quanto lasciato dagli avversari, mantenendo il possesso del pallone per 14 minuti nel terzo quarto, quello decisivo.
"Sapevamo che andando in campo ed eseguendo come sappiamo il risultato poco alla volta sarebbe scivolato dalla nostra parte" ha commentato il quarterback dei padroni di casa, mentre Collins, uscito sconfitto ha ammesso le amnesie nel periodo decisivo.
"La loro difesa ci ha pressato nel momento chiave, non siamo riusciti a trovare il ritmo giusto. Troppi tre e fuori, siamo rimasti in campo troppo poco".
Ultimo periodo da dimenticare per Oakland. Sotto nel punteggio costretta a forzare la squadra ha ceduto, non riuscendo a mantenere il ritmo di inizio partita. San Diego mantiene così vive le speranze di arrivare ai playoff, in una divison estremamente equilibrata, con Denver avanti di una vittoria rispetto a Chiefs e proprio Chargers. Saranno gli ultimi scontri diretti a decidere il destino di queste squadre.