Donovan McNabb è il quarterback ad aver tentato più passaggi in tutta la NFL.
La tendenza che più ha colpito i tifosi NFL nei loro discorsi al "bar Sport" o su parecchi forum on line è certamente quella che riguarda il gioco aereo delle squadre di football americano. Tutti, chi prima chi dopo, tentano di scomodarsi per dare una spiegazione a questa nuova "moda" americana; è infatti piuttosto evidente come le chiamate per i giochi su passaggio, anche quando non superano in numero quelli su corsa, siano decisamente aumentate rispetto agli ultimi anni.
Ma perché i coach hanno deciso che i loro quarterbacks dovessero buttare in aria più spesso il pallone? Se lo è chiesto di recente anche Pat Kirwan di NFL.com, il quale ha cercato di dare una logica in quattro punti base a questa nuova piega presa dal gioco. Molti hanno sostenuto che da anni non si hanno numeri così alti per quel che riguarda il "pass attempts" e le yards ricevute dai wide receivers dopo così poche partite giocate.
L'analista di NFL.com ha quindi deciso di interrogare alcuni giocatori e allenatori di vecchia data cercando di arrivare al dunque e, visto quanti anni sono passati prima di poter trovare una stagione di confronto, direi che valga la pena analizzare le sue motivazioni che risluatno essere più o meno le più gettonate.
I quattro motivi base per cui si lancerebbe così tanto sono a suo modo di vedere i seguenti:
1- Giocatori più alti rispetto al passato e fisicamente più dominanti. Mentre i CB non si sono mediamente "alzati" di statura, i WR hanno messo qualche centimetro e giocano meglio dei rispettivi marcatori sulle palle alte;
2- Regole più dure per chi difende. Penalità fischiate con maggior rigore, su richiesta diretta della NFL, per interferenze, contatti illegali e holding;
3- Il numero di squadre che cerca di guadagnare un down con le corse per colpire poi con un lancio è cresciuto meno rispetto a chi cerca di fare l'opposto. Si gioca con molta più frequenza a lanciare nei primi due tentativi per poi correre il terzo, soprattutto nel caso in cui tutto sia andato bene e ci si trovi in una situazione di "short yardage";
4- I tight end del nuovo millennio hanno evoluto maggiormente il ruolo ed oggi il numero di giocatori in grado di usare bene le mani è notevolmente cresciuto.
Tutto vero? Più o meno. Non me ne voglia il buon Kirwan ma, senza controllare le misure di ogni singolo giocatore NFL, la prima delle sue sottolineature mi pare alquanto riduttiva. Certamente molti giocatori sono oggi fisicamente più dominanti, il football, come moltissimi altri sport, bada tantissimo alla massa muscolare oltre che alla tecnica individuale. Uno sport notoriamente fisico diventato quasi schiavo della propria fisicità . Le difese sono cresciute, gli attacchi si sono dovuti adeguare, nulla da dire.
Certo un Plaxico Burress non è facile da buttare giù, soprattutto se prende velocità e deve essere "spostato", ma è anche vero che la sua "anomala" statura non lo rende migliore di tanti altri WR più veloci e con mani d'oro. Avere un Terrell Owens in squadra ti induce a giocare per lui senza troppo badare al fatto che il cornerback sia più o meno alto di un pivot della NBA. Un dato statistico ad accompagnare l'affermazione di Kirwan comunque c'è: la media dei receiver di dieci anni fa era 6,2 piedi mentre oggi siamo tra 6-5, 6-6. I cornerback rimangono mediamente sotto i sei piedi, ma la prima ipotesi poco mi convince comunque.
Il secondo punto, il regolamento. Questo è a mio parere uno degli aspetti che più hanno inciso sul maggior numero di lanci in stagione. Da quando la NFL ha chiesto ai propri arbitri maggiore severità nei confronti dell'illegal contact, dell'holding e delle interferenze di passaggio, il gioco per i difensori è notevolmente più complicato.
Dall'inasprimento dell'applicazione di queste regole molti coach hanno preso l'ispirazione a chiamare più lanci per il proprio quarterback tanto che, alcune squadre, si sono ritrovate anche a chiamare quasi il triplo dei giochi aerei in più rispetto al passato. Innegabile quindi che, come del resto tutti avevano previsto, arbitri più fiscali corrispondono a maggior numero di lanci verso i wide receivers.
Il terzo punto è fondamentalmente statistico, colpiscono squadre come i Cincinnati Bengals che dopo cinque gare già evidenziavano una statistica di 39 pass e 39 run in situazioni di primo down, 31 pass e 28 run in casi di secondo. Rudi Johnson è stato uno degli uomini chiave di questo attacco ed è il settimo miglior runningback della lega per yards conquistate, eppure questa tendenza a far volare spesso il pallone nei primi down alternando perfettamente il gioco lancio/corsa "chiude gli occhi agli avversari".
Secondo un difensore che ha affrontato i Bengals e intervistato da Kirwan, questo costante alternare le chiamate rende incomprensibile il loro playbook. Praticamente ci si trova di fronte a tipiche west coast offense, lanci brevi e qualche corsa per guadagni medio-bassi o per controllare il tempo, all'interno delle quali si tende poi a sorprendere la squadra avversaria con big play improvvise. Effettivamente questa alternanza, questa alchimia tattica, ha fruttato più di un successo nell'ultimo lustro ai New England Patriots, squadra che incarna alla perfezione l'equilibrio in attacco ed è palese che si tenti di emularlo come si fa per la difesa 3-4. Lanci spesso brevi ma efficaci, con un rischio "minimo" e un guadagno praticamente garantito.
L'ultimo punto è altrettanto fondamentale. Il tight end è un'arma sempre più utilizzata dalle squadre NFL, le quali cominciano sempre più a mettersi nelle mani dei propri ricevitori più interni. Molte squadre tendono a sfruttare i fullback, o a rinunciarvi in senso stretto per sfruttare il doppio tight end o far in modo che lo stesso FB si sposti in avanti in chiusura della linea e pronto a ricevere.
In secondo luogo sottolineiamo come la presenza di gente come Gonzales, Gates e Shockey, giusto per citare i più noti, renda la batteria di TE in NFL ricca di talento e di atleti in grado di ricevere in quasi ogni situazione e spostare di gran lunga in avanti il peso del proprio attacco. In molte squadre il TE sta diventando un vero e proprio receiver, quando non è addirittura il primo target del proprio QB.
Perché allora si lancia di più? Perché fullback o tight end sono diventati più affidabili? Perché è possibile confondere meglio il playbook? Perché le regole sono severe?
Tutto questo sarà certamente vero ma ci tengo a sottolineare che la tendenza delle franchigie NFL è quella di mantenere comunque passer puri in squadra e di conseguenza di costruire un gioco offensivo che possa puntare magari su una west coast offense, ma con un running game capace di creare situazioni importanti e un quarterback in grado di giocare sia per conquistare yards sia per segnare punti da ogni tipo di distanza.
L'esempio più lampante è probabilmente quello di Pittsburgh, ove coach Cowher ha a disposizione un giocatore come Ben Roethlisberger e lo gestisce in maniera piuttosto buona. Cowher fa correre tanto (205 portate, nono nella lega, primo tra le squadre che hanno già affrontato il bye) e quando è il momento sfrutta il proprio QB che sa essere preciso e determinante come pochi. Delle 128 palle lanciate dagli Steelers (numero più basso in NFL), Big Ben si è preso la briga di lanciarne 100, venendo intercettato solo una volta e piazzando il 60% dei completi e nove td. In fondo chi ha solidità offensiva continua per la propria strada aldilà delle regole e dei TE, ma non tutti hanno una squadra solida quanto Pittsburgh e, soprattutto, non tutti hanno pescato Roethlisberger al draft.
Se però ad Atlanta tutti vanno pazzi per Michael Vick, la NFL continua a concedersi gente che sappia innanzi tutto lanciare, proprio per evitare la prevedibilità dei Falcons ed avere maggiori chances di segnare senza dare troppi punti di riferimento. Si lancia di più perché se anche Steve McNair e Donovan McNabb danno dimostrazione di grande mobilità , spesso la differenza te la fa proprio il lancio giusto nel momento giusto. Basti pensare agli ottimi numeri che sta collezionando Brett Favre a Green Bay senza un RB credibile al suo fianco e, quelli presenti, dentro e fuori da un'infermeria. Non per niente i due quarterback rookie che hanno esordito (Orton e Smith) sono passer puri, ed il secondo anno Eli Manning dimostra di avere un braccio migliore di quello che non sia la capacità di correre i 110 ostacoli.
Volendo dare un ordine d'importanza alle statistiche di Kirwan direi probabilmente che al primo posto troviamo il regolamento più duro, seguito dai tight end in crescita, un playbook più variabile e la differenza di altezza.
Senza dimenticare che il lancio è un'essenza fondamentale per il football e un buon quarterback spinge sempre i coach a chiedergli di lanciare molto, quindi bisogna dare il giusto merito ai vari giocatori che ogni domenica ricevono palla dal centro, alzano la testa e sono pronti a pescare il receiver che corre in post verso la endzone.
Del resto se il maggior numero di lanci lo ha tentato McNabb (254) che non dispone di un running game davvero efficace, ma che ha Owens a ricevere, bene, allora vuol dire che probabilmente sono ancora i giocatori a disposizione di un coach a dettare la tendenza di una squadra e non le teorie che vi ruotano intorno. O almeno non solo. Ciò significa che molte squadre stanno cercando di crescere il proprio gioco sul lancio? Può essere e, vi assicuro, non sarebbe un male, anzi.