NFC – Week 1 Report

Deludente prima partita della stagione per Favre e i Packers…

NFC East

New York Giants 1-0, Dallas Cowboys 1-0, Washington Redskins 1-0, Philadelphia Eagles 0-1

Fa strano vedere gli Eagles a quota zero nella colonna delle vittorie mentre le altre tre squadre sono già  avanti. Siamo solamente alla prima settimana di regular season, troppo presto quindi per processi ma cerchiamo di analizzare le squadre della NFC East.

Philadelphia ha perso una partita d'accordo ma gli Eagles rimangono sempre i favoriti della conference. Per l'attacco che hanno, per la difesa che hanno, per il coach che hanno. Ma anche i migliori a volte devono spremere quella goccia di sudore in più e Philadelphia, lunedì, è stata troppo morbida in attacco facendosi dominare dalla difesa di Atlanta.

L'anno scorso il coordinatore difensivo Jim Johnson aveva deciso di portare meno blitzes verso Vick e di impiegare uno stile più conservativo che contenesse le tracce di corsa. Il piano andò alla perfezione con Vick costretto a 6 yards e a subire 4 sacks. Questa volta è andata diversamente. La difesa degli Eagles, orfana del collante Trotter in mezzo al campo (espulso prima della partita per una rissa), ha concesso troppi spazi finendo con il fare il gioco di Atlanta.

La partenza ad handicap (14-0) nel 1° quarto ha poi complicato la situazione forzando l'equilibrio del gioco di Philly e costringendo McNabb a lanciare (45volte) dimenticandosi del gioco di corsa che è fondamentale nell'economia della partita. Philadelphia si riprenderà  sicuramente ma domenica prossima ospiterà  in casa i gasati 49ers.

Le condizioni di Eli Manning, distorsione del gomito del braccio dominante, il destro, sofferta il 20 agosto, avevano posto dubbi circa l'impiego del fratellino del quarterback dei Colts. Il gioco di corsa di New York gli ha dato una grossa mano : Barber e Jacobs si sono infilati nella burrosa difesa dei Cardinals come coltelli guadagnando tanto sia in media (4.8) che in totale (128 yards) con ottimi giochi che hanno portato anche a singoli guadagni consistenti (due corse da 21 yards per entrambi).

Aperto il campo e con meno pressione addosso Manning ha potuto amministrarsi (solo 23 passaggi tentati) ma risultando ugualmente efficace (2 TDs e 7.5 yards di media per passaggio). Questo nonostante Arizona fosse riuscita a controllare per tutto il primo tempo l'attacco dei Giants dove il solo Burress (5 ricezioni per 76 yards e 1 TD) ha rappresentato un vero pericolo per la secondaria avversaria. Gran merito della vittoria però va allo special team di New York che ha prodotto due TDs e ha rimesso in gioco la squadra di Tom Coughlin.

I San Diego Chargers sono un'ottima squadra in trasferta. I Cowboys dell'anno scorso probabilmente una partita come quella di domenica l'avrebbero persa. Segno dei tempi che cambiano? L'assenza del TE Gates ha sicuramente menomato i Chargers ma la squadra di Parcells è stata brava a contenere LaDainian Tomlinson a 72 yards nonostante il running back abbia segnato un touchdown (rituale che si ripete da 13 partite consecutive ormai). Dallas ha vinto la partita commettendo pochissimi errori guidata da un Bledsoe che, nonostante abbia subito 4 sacks, non ha perso il comando della squadra riuscendo anzi a rimanere lucido nel drive che ha deciso la partita anche se in collaborazione con San Diego.

In particolare l'holding di Jammer su una situazione di 3-16 sulle 37 di San Diego ha dato il first down automatico a Dallas e dunque la continuazione del drive che poi si è concluso con il TD da 2 yards di Keyshawn Johnson. Ma la vera notizia positiva arriva dalla difesa dove, con l'arrivo del CB Anthony Henry, Parcells sembra aver sistemato il problema nella parte destra della secondaria che era emerso nel 2004. Henry ha chiuso con 12 tackles ma soprattutto, con la sua capacità  di giocare uno contro uno in difesa, ha permesso alle safeties, in particolare Roy Williams, di tornare ad essere i playmakers della squadra.

Dando scontato l'apporto del RB Jones (93 yards con 26 portate ed un TD) è molto probabile che, se la prima partita è un indicazione, la stagione dei Cowboys sarà  dettata da quanto Bledsoe giocherà  all'interno del sistema limitando gli intercetti (43 in tre anni ai Bills) e quanto la difesa riuscirà  a contenere il gioco di corsa avversario. Dallas tornerà  di scena nel Monday Night settimana prossima contro Washington.

E chiudiamo la division proprio con i Redskins. Le domande alla vigilia erano tante e quasi tutte incentrate sull'attacco dato che nel 2004 Washington aveva chiuso oltre il 20esimo posto sia nelle statistiche di corsa che in quella di passaggio ma anche la difesa poneva dei punti interrogativi considerate le partenze del LB A. Pierce e del CB Fred Smoot.

La filosofia difensiva dei Redskins, da quando c'è Gregg Williams a chiamare i giochi difensivi, è stata sempre improntata all'aggressività  e non poteva essere altrimenti anche contro i Bears, tenendo conto specialmente che si trovavano davanti un rookie nella posizione di quarterback, con la fama di essere un drop-back passer.

Marcus Washington e compagni sono andati dunque a caccia di Orton (3 sacks) mettendolo continuamente sotto pressione e costringendo l'attacco di Chicago ad appena 11 primi downs e 166 yards totali in attacco. Bene dunque la difesa, attesa però ad un confronto quando si troverà  di fronte un attacco più forte di quello degli attuali Bears, malino l'attacco invece con Ramsey che ha faticato tutto il giorno per trovare una zona di conforto e che è anche dovuto uscire dal campo per un colpo ricevuto lasciando il proscenio a Brunell che, senza infamia e senza lode, ha condotto i drives vincenti (3 field goals) che hanno garantito la vittoria.

Joe Gibbs quantomeno quest'anno sta dimostrando di avere fantasia in attacco provando ad allargare il campo con set di 4/5 ricevitori, usando la safety Sean Taylor nello spot di receiver, andando con il passaggio in situazioni che, normalmente, avrebbero richiesto un gioco di corsa.

Il punto è che questo tipo di attacco te lo puoi permettere se hai un vero n. 1 come ricevitore, cosa che a nostro avviso Santana Moss non è, e dei numeri 2 e 3 all'altezza. I miglioramenti dei Redskins passano tutti da queste parti considerando anche che il right tackle Jon Jansen, dopo essersi rotto nel 2004 il pollice sinistro, ha iniziato il 2005 fratturandosi quello destro per cui giocherà  (come ?) la prossima partita, fortunatamente fra due settimane visto il bye nella Week 2, con due tutori.

NFC North

Detroit Lions 1-0, Minnesota Vikings 0-1, Green Bay Packers 0-1, Chicago Bears 0-1

Dici NFC North e ti vengono in mente i Packers, i Bears e se ci pensi ancora dalle tue labbra esci fuori un suono che assomiglia a Vikings. Ma mai Lions. La cenerentola del gruppo. Quella che per tre anni in fila al draft prende un wide receiver, non fosse mai che l'inverno sarà  freddo e la legna " non dovesse bastare.

Quindi Lions che tengono i Packers al minimo storico di segnature da quando c'è un 36enne di nome Brett e di cognome Favre a chiamare gli schemi. Merito di Detroit o demeriti dei Packers? Dato che la verità  sta sempre nel mezzo anche questa volta andiamo dietro all'"old saying" e, se non fosse stato per i troppi errori commessi da Favre appunto (2 dei suoi 3 turnovers hanno portato a 10 punti dei Lions) e per le troppe penalità  commesse ( ben 14! per 100 yards con il cornerback Ahmad Carroll che ha visto il fazzoletto giallo delle zebre 3 volte e sempre per uso illegale delle mani), probabilmente saremmo a commentare un altro finale.

Ovvio che la stagione per Green Bay partiva con altri auspici e deve far riflettere che sia stato l'attacco uno dei punti deboli della giornata visto che in preseason i pareri erano concordi nell'indirizzare verso la difesa il problema principale della squadra di Mike Sherman.

Ma come fai a dare la colpa a quegli undici giocatori (no-name players l'epiteto più ricorrente sul web a loro rivolto) che cercano di difendere la propria meta quando il tuo attacco non conquista un primo down in tutto il secondo tempo se non quando il cronometro segna 9 minuti alla fine della partita.

La difesa dei Packers è in declino e questo è innegabile ma quello che preoccupa è, oggi, l'attacco considerando che Javon Walker, causa un ginocchio rotto domenica, salterà  con molta probabilità  tutta la stagione privando Favre del suo bersaglio preferito.

Ma parlare troppo dei Packers può sembrare offensivo per i Lions che, comunque, due giocatori in meta li hanno mandati (il TE Pollard e il WR Mike Williams) limitando gli errori (38 yards frutto di 4 penalità  e nessuna palla persa) e contenendo bene il gioco di corsa di Green Bay (Green 58 yards con 12 portate) e utilizzando il proprio gioco di corsa con Kevin Jones (25 corse per 87 yds) per levare un po' di pressione da Harrington ben protetto anche dalla linea offensiva (2 sacks). Peccato forse che questo abbaglio di buon momento si interrompa subito per i Lions attesi dal bye nella seconda giornata mentre i Packers ospiteranno i Browns.

Nel bene o nel male Randy Moss è ancora associato ai Minnesota Vikings. C'era curiosità  nel vedere come sarebbe stato l'attacco di Mike Tice senza il miglior ricevitore NFL. John Clayton di Espn continua ad affermare che addirittura la squadra è migliorata senza di lui fondamentalmente perché con i soldi risparmiati i Vikings hanno messo a posto la difesa e Culpepper ha pieno potere sui giochi d'attacco.

D'accordo che è prematuro per emettere giudizi ma ci permettiamo di sottoporsi un dato, poi ognuno tragga le sue conclusioni. Questi sono i modi in cui si sono conclusi i cinque attacchi dei Vikings: palla persa, palla persa, palla persa, 3-and-out, 3-and-out. Siamo proprio sicuri del miglioramento?

Qualche dubbio affiora in particolare pensando alla capacità  di Moss di aprire le difese e di far collassare i linebackers verso le secondarie aprendo così il gioco di corsa. Cosa, tra l'altro, avrebbe dato i suoi dividendi contro Tampa Bay soprattutto fra i tackle dove i Bucs sono più vulnerabili anche se l'aggiunta dell'ex Vikes Hovan ha dato forza al reparto. Tice, come da tradizione, ha insistito nel gioco aereo ma Culpepper era in una di quelle giornate dove sembra il 33esimo quarterback della lega e non il numero 2 probabilmente.

Se a ciò si aggiunge il pressoché nullo apporto del gioco via terra (15 portate per 26 yards, 2.2 di media) si capisce bene come i Bucs abbiano portato a casa la vittoria. Discreti gli innesti difensivi di Minnesota con Sharper sugli scudi ma l'accusato principale è la difesa contro le corse che ha concesso al rookie "Cadillac" Williams di correre per 148 yards e 1 TD e così concesso a Griese più tempo per lanciare. I Vikings, settimana prossima, vanno a far visita ai Bengals in un incontro che si preannuncia insidioso.

Chiusura finale per i Bears e ci perdonerà  l'amico e collega Santini di playit se quelli di Chicago occupano l'ultimo posto. Per darvi un'idea: la squadra che ha vinto non ha segnato un touchdown. Lo hanno fatto i Bears con la corsa di Thomas Jones nel 3° quarto ma poi poco altro è venuto dalla squadra guidata da Lovie Smith.

Le attenuati del caso ci sono tutte: un rookie, Orton, in cabina di regia, un altro ( Benson ) ancora in fase di rodaggio dopo l'holdout, un'idiosincrasia per Clinton Portis ( dopo le 171 yards del 2004 ha chiuso la partita 2005 con 121 e 5.8 di media ) e per i Redskins. Che l'anno scorso avevano tenuto a 160 yards di total offense l'attacco di Chicago e quest'anno hanno pensato di concedere il bis con 166 yards di cui 41 appena su corsa, in teoria uno dei punti di forza dei Bears versione 2005.

E pensare che nel penultimo drive, durato 15 giochi e 7 lunghissimi minuti, Chicago aveva la possibilità , con un eventuale segnatura, di chiudere il discorso e mettere un uno nella colonna delle "doppie v" ma quello che ne è uscito fuori potrebbe tornare buono per una sceneggiatura di un film di Dario Argento.

In sequenza: corsa di Jones per una perdita di 3 yards, tre false partenze di tre diversi difensive linemen che portavano in un amen i Bears dalle 34 di Washington alle proprie 48, sack ai danni di Orton e palla ancora più indietro di 10 yards, incompleto del rookie verso Muhammad e, con l'acqua alla gola, punt su una situazione di 4 e 38. Ora i Chicago affronterà  la settimana prossima i Lions e dovranno dimostrare di aver assorbito bene la sconfitta.

NFC South

Atlanta Falcons 1-0, New Orleans Saints 1-0, Tampa Bay Buccaneers 1-0, Carolina Panthers 0-1.

La notizia del giorno è la vittoria ovviamente dei Saints contro i Panthers ma di questo parleremo più avanti. Quello che preme è invece sottolineare la prova dei Buccaneers contro i Vikings.

Il game plan di Jon Gruden era molto semplice: mettiamo le mani addosso a Culpepper, non facciamolo ragionare, approfittiamo dell'assenza del C Matt Birk nella linea offensiva dei Vikes e della conseguente asincronia della stessa. Detto fatto: gli uomini di linea hanno "preso" il quarterback avversario tre volte applicando talmente tanta pressione che Culpepper ha chiuso con 3 intercetti e 2 fumble lost.

Così quella difesa, marchio di fabbrica dei Bucs degli anni passati, è tornata a graffiare ben guidata da Quarles, Simeon Rice e Brooks. Altra nota positiva la partenza lanciatissima del running back Carnell "Cadillac" Williams e del TE Alex Smith: entrambi rookie, hanno confermato quanto di buono si diceva di loro nel periodo del draft. Williams ha "bruciato" la difesa dei Minnesota per 148 yards con 27 portate (5.5 di media) andando anche a segno mentre Smith ha ricevuto due passaggi da touchdown sul totale dei 4 che Griese ha lanciato con successo verso di lui sfruttandone anche la prestanza fisica (1.92 per 120 kg.).

Ottima anche la prova del WR Clayton che, opposto al più piccolo Winfield, ha fatto valere i suoi mezzi atletici e fisici ricevendo per 57 yards e firmando il gioco aereo più lungo della giornata con 41 yards. I Bucs sembrano lanciati ma la settimana prossima ci sarà  già  la prova del nove per il gioco di corsa quando i Bills arriveranno in Florida.

Non si piacciono. Adesso è ufficiale. Dopo la rissa prepartita che spedito anzitempo negli spogliatoi il LB Trotter e il CB Mathis. I Falcons, sulla spinta emotiva della rissa, sono partiti spediti andando a segnatura due volte nel solo primo quarto con un Vick irrefrenabile. E con un Warrick Dunn piacevole sorpresa capace di andare sopra le 100 yards su corsa (117 per la precisione) sfruttando il vuoto lasciato al centro dalla mancanza di Trotter e un grande lavoro di bloccaggio ad opera della parte destra della linea offensiva che ha creato importanti varchi.

Benissimo anche la difesa che ha tenuto gli Eagles ad appena 51 yards su corsa con tutti i linebackers sugli scudi ma con un apporto maggiore da parte del CB DeAngelo Hall che è riuscito a tenere Terrell Owens fuori dalla end-zone.

Preoccupa, in ottica futura semmai, il blackout dell'attacco nel secondo tempo e le difficoltà  che ancora avvolgono Vick e il poco feeling che continua ad avere con la tasca. Fin quando i piedi producono giochi non ci sono problemi, nel momento in cui il gioco di corsa del quarterback viene in qualche modo contenuto allora iniziano i problemi. Jim Mora ha ancora tanto lavoro da fare. Week 2 presenta per Atlanta i Seahawks.

Succede solo in America. Trascinati emotivamente dal ricordo dell'uragano Katrina sono tutti diventati tifosi, anche solo per un giorno, dei Saints. Ma il campo, l'ambito al quale ci riferiamo, ha detto tante altre cose. Per esempio che New Orleans è una formazione da tenere d'occhio che ha trovato una nuova identità  grazie soprattutto alle idee del coordinatore offensivo Mike Sheppard.

La regola numero uno è dare la palla al running back McAllister e sfruttare la mole di una delle linee offensive più grosse della NFL. I vantaggi sono molteplici: aprire il campo, togliere pressione da Brooks non costringendolo ad essere sempre colui a cui spetta il big-play. Contro i Panthers tutto ciò non era affatto facile visto che Haslett si trovava di fronte la miglior linea difensiva della lega ma i Saints sono stati bravi nel non dimenticare il gioco di corsa, nonostante McAllister ha guadagnato 2.5 yards di media, andando "via-terra" 33 volte.

Carolina era stata magistrale nel togliere dal campo il receiver più pericoloso dei Saints: Joe Horn ma Brooks non si è scomposto ed ha continuato a cercare un ricevitore libero, trovandolo nel TE Conwell (6 ricezioni per 71 yards) al centro del campo e mantenendo il possesso del pallone (32 minuti) aiutato anche da una buona percentuale di conversione dei 3 downs (61%).

Saints fortissimi allora? Tutt'altro. La vittoria è comunque venuta sul filo di lana con un field goal all'ultimo secondo ma l'approccio di NO-Leaneans (perdonate il gioco di parole) è sicuramente diverso rispetto a quello della passata stagione.

Passando ai Panthers c'è da dire che i troppi errori commessi (11 penalità  e 4 palle perse) hanno influito nettamente sull'andamento della gara ma sarebbe sciocco credere di essere in crisi. D'altro canto Carolina ha ritrovato le corse (141 yards, 5.6 di media), fondamentale nell'economia del proprio gioco, con Stephen Davis e Foster ma anche l'apporto determinante del WR Steve Smith (8 per 138 e 1 TD) vera spina nel fianco della difesa dei Saints. L'importante sarà  limitare gli errori (Delhomme due intercetti, la matricola SS Thomas Davis protagonista di amnesie difensive) ed evitare di partire al rallentatore come nella passata stagione.

NFC WEST

San Francisco 49ers 1-0, Seattle Seahawks 0-1, St. Louis Rams 0-1, Arizona Cardinals 0-1

Il solito Mike Martz e la novità  Mike Nolan. Il commento di 49ers- Rams potrebbe anche chiudersi qui ma cerchiamo di andare più a fondo. Una grande scritta illumina la parete della stanza dove scrivo: MORE GROUND ORIENTED. I Rams versione 2005, prometteva l'head coach Mike Martz, sfrutteranno di più le corse: quando la riserva del tuo running back si chiama Marshall Faulk è fin troppo ovvio che "devi" andare in quella direzione.

Prendete la difesa dei 49ers che nel 2004 era la 20esima contro le corse e la 24esima per yards concesse a partita. Il tuo game plan inizia e finisce con una parola: corri. Prendiamo ora le statistiche della partita: Rams 405 yards di total offense, 316 su passaggio, 89 (leggasi eighty-nine) su corsa. Statisticamente si è giocata un'altra partita dove St. Louis ha vinto concedendo a San Francisco 217 yards totali, 12 primi downs, 1.6 yard di media per corsa. Ma la storia insegna che una partita va letta al di là  dei numeri.

Mike Nolan è stato per anni coordinatore difensivo dei Ravens e, appena arrivato in California, ha cominciato a predicare il suo verbo fatto di difesa, difesa ed ancora difesa. Salvo poi scegliere un quarterback come prima scelta. Ma questo esula dal fatto. Dicevamo delle difesa: costretta a stare in campo dallo stratosferico attacco dei Rams per totali 40 minuti non ha mostrato segni di cedimento anzi a realizzato il gioco partita quando la safety Mike Adams ha intercettato Bulger con 52 secondi alla fine della partita e i Rams sulle 33 dei 49ers.

Bravura dei difensore a parte qui è stato peccaminoso Martz nella gestione del tempo e nella scelta del gioco mostrando una sinistra tendenza che lo accompagna da un po' di tempo. Quella di fare la scelta sbagliata nel momento sbagliato.

Come il timeout chiesto a 2 e 30 dalle fine quando su un 2-e-6 sulle 6 di San Francisco, di un drive che poi durerà  19 giochi e quasi sei minuti concluso con il TD di Manumaleuna, poteva benissimo aspettare il two-minute warning e conservarlo per l'eventuale drive successivo quando poi sarebbe servito per fermare il tempo evitando di dare come unica opzione a Bulger il passaggio su una situazione di 1st-and-5 sulle 33 di San Francisco.

Bene invece la squadra di Nolan difensivamente, molto meno in fase d'attacco anche se l'esplosione del 2° quarto (21 punti) è servita poi per mantenere il vantaggio finale.

Caldo, faceva molto caldo a Jacksonville. E i Seahawks, abituati al clima temperato dello stato di Washington, hanno sudato, non solo le fatidiche sette camicie, ma proprio nel senso letterario della parola. E pensare che avevano quantomeno la possibilità  per vincerlo, quest'opener. Salvo poi commettere gli stessi banali errori che ne hanno condizionato il rendimento per tutta la passata stagione ed in generale durante il regno di Holmgren.

Quindi, ricapitolando: drop passes a confermare il poco invidiabile primato della stagione 2004, errori (5 penalità  per 29 yards) e palle perse, ben 5, che i Jaguars, ringraziando, hanno girato a proprio favore. E dire che il game plan di Seattle aveva funzionato abbastanza egregiamente se si pensa che il running back Taylor, uno dei barometri di Jacksonville, era stato tenuto a 3.8 yards di media, con il guadagno più lungo di 9 yards, e che la filosofia offensiva di Holmgren (60-40 la percentuale fra lanci e corse) era stata rispettata (39/60 lanci e 21/60 corse).

Sarebbe forse più utile spostare il peso dell'attacco maggiormente nelle gambe di Alexander che, sebbene sia stato contenuto a sole 73 yds da una delle migliori difese contro le corse della lega, ha guadagnato 5.2 per portata dando così maggior credibilità  alle play-action. Da rivedere anche l'aspetto difensivo soprattutto nel reparto dietro dove il CB Marcus Trufant è stato sistematicamente battuto dall'ultracentenario Jimmy Smith (130 yards con 7 ricezioni, di cui 2 da TD) e in generale i defensive backs hanno concesso troppo ai ricevitori dei Jaguars (ben 10 ricezioni da più di 10 yards delle quali la metà  sopra le 20).

Settimana prossima Seattle ospita i lanciati Falcons vittoriosi nel Monday Night e con un running game abbastanza potente che può mettere in crisi la difesa.

Chiudiamo la divisione con i Cardinals. Chiusa nel 2004 la 15esima stagione perdente sulle 17 passate in Arizona Dennis Green ha passato l'estate cercando di aggiungere pezzi sia in difesa che in attacco. Per quanto riguarda il primo aspetto l'opera è decisamente in fase di completamento. Non inganni infatti il punteggio ( 42 punti ) più alto dei Giants da due anni a questa parte perché nel primo tempo la difesa dei Cards aveva tenuto Manning e compagni ad un solo touchdown e costretto a New York a ben 4 punt e un INT nei 6 drives escluso il TD con la miglior posizione di campo sulle 38 yards di Arizona.

Come si spiegano dunque i 23 punti di differenza sul tabellone alle fine dei 60 minuti? Con le lacune offensive che continuano a caratterizzare la squadra di Dennis Green. Bello avere Kurt Warner nella tasca, grande innamorarsi di J.J. Arrington nel draft, eccezionale avere un corpo di ricevitori quali Fitzgerald, Boldin e Bryant Johnson ma se poi la tua linea offensiva non crea spazi in quella difensiva avversaria (31 corse per 1.5 yards di media), non blocca i difensori (Warner 3 sacks) riesce difficile vincere una partita dove hai avuto il possesso del pallone per ben 11 minuti in più dell'avversario e 6 primi down in più.

Il riscatto dei Cardinals passa proprio da qui: un maggior bilanciamento dell'attacco dove è impensabile che un Kurt Warner, ancora un bel braccio ma sempre meno mobilità , possa andare avanti tutta la stagione lanciando 46 volte a partita. Week 2 che propone subito una sfida di division con i Rams usciti sconfitti a San Francisco.

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