Julius Jones trascina Dallas
East Division
Philadelphia Eagles 11-1; New York Giants e Dallas Cowboys 5-7; Washington Redskins 4-8
Autentica prova di dominio per gli Eagles, che spazzano via con un eloquente 47 a 17 i temibili Green Bay Packers di Brett Favre.
McNabb ha offerto una prestazione da ricordare con un primo tempo da hall of fame del football, chiuso con 5 td pass e piu' di 300 yards lanciate, che hanno permesso al QB degli Eagles di chiudere con il career high in td pass, in yards lanciate (464 record di franchigia) e in passaggi completi (32), per un mostruoso rating di 147,8.
La prestazione offensiva, soprattutto del primo tempo, di Philadelphia ha annichilito la difesa dei Packers, che hanno subito in maniera imbarazzante gli screen pass di McNabb per Westbrook, autore di 3 td e di complessive 156 yards su ricezione, dimostrando che il velocissimo RB è molto più adatto nelle situazioni di corto lancio che in quelle di corsa.
Non a caso le yards corse totali degli Eagles (contro una delle peggiori difese nello specifico) sono state meno di 100, con Levens che ha corso maggiormente rispetto a Westbrook (63 contro 37).
Terrell Owens ha avuto modo di festeggiare a modo suo con il touchdown da 41 yards che ha aperto le segnature, ed ha chiuso un'altra partita sopra le 100 yards, consolidando l'affiatamento con il proprio quarterback.
Quello che però ha fatto più impressione in questo dominio, è stata la gara della difesa di Phila, che ha tenuto praticamente a zero un quarterback come Favre, e un attacco abbastanza fluido come quello di Green Bay, blizzando (5 sacks) ed intercettando (2 volte) ogni gioco del primo tempo da incubo vissuto da Fravre e dai Packers. Incredibile lo score delle prime 11 azioni dei Packers con 8 punts, 2 intercetti subiti e 1 field goal.
Il Qb di Green Bay ha chiuso con 14/29 per 131 yards, 2 intercetti, 3 sacks subiti, nessun touchdown e un rating inferiore a 40, Ahman Green non ha superato le 40 yards su corsa, mentre Walker ha messo a posto le statistiche solo a partita conclusa, quando Fravre è uscito lasciando posto a Nall.
Con questa vittoria Philadelphia si è assicurata il titolo divisionale ed ha la concreta possibilità di giocare tutti i playoff fino al Super Bowl sul proprio campo.
Green Bay ha perso una buona occasione per dare una svolta positiva alla propria stagione e issarsi al primo posto della Division, vista la contemporanea sconfitta dei Vikings contro Chicago. Oltretutto la pesante sconfitta subita, potrebbe lasciare un segno nel proseguo della stagione dei Packers che dovranno lottare fino alla fine per ottenere il pass per la postseason.
Sicuramente dovranno ritrovare a pieno il loro gioco di corsa, cercando di ovviare alla situazione fisica non proprio ottimale di Ahman Green con altre soluzioni quali Fisher e Davenport.
Ma oltre all'attacco anche la difesa dovrà girare un po' di vite, se non vorrà essere travolta come nell'ultima giornata, in cui niente è andato e paradossalmente il reparto che ha sofferto meno è stato quello sulle corse, finora il tallone d'achille della squadra.
I New York Giants, giunti alla quinta sconfitta consecutiva, ormai vedono allontanarsi definitivamente i playoff e puntano a chiudere la stagione dignitosamente, cercando di far fare esperienza a Eli Manning in vista della prossima stagione chiave.
Ancora una volta il fratellino di Payton ha offerto una prova abbastanza sottotono con solo 12 completi e 113 yards senza touchdown, faticando oltre ogni limite a trovare i propri ricevitori, soprattutto nel secondo tempo, quando i tifosi speravano in una rimonta dopo il primo tempo chiuso sotto di 21 punti. L'unico touchdown per New York è stato segnato da un kick-off return di Ward da 92 yards, dopo il field goal di Hall del 24 a 0.
Stavolta anche Tiki Barber, fin qui autentico trascinatore di New York, ha lasciato il passo, chiudendo la gara senza touchdown, con 38 yards corse e nessuna ricezione.
E' stata la difesa, pero', che ha regalato la giornata di gloria ad un attacco che fin qui aveva deluso su tutta la linea. Concedere un 19/22 per 3 td pass e nessun intercetto a Patrick Ramsey deve essere annoverato fra le peggiori prestazioni difensive dell'anno e se ha questo aggiungiamo la possibilità concessa a Clinton Portis di uscire dal grigiore che lo aveva accompagnato in questa prima stagione a Washington, con una prestazione che non si vedeva dai tempi con i Broncos, possiamo capire che il reparto difensivo dei Giants non è esistito.
Washington ha vissuto una giornata di gloria, dopo tante delusioni, approfittando della situazione da sbando dei rivali, ha ritrovati un po' tutti i propri protagonisti sia in attacco che in difesa. Soprattutto in attacco le prestazioni di Ramsey e di Coles hanno sedato, almeno per il momento, le polemiche dei giornali di Washington riguardo all'attacco costruito da Joe Gibbs, e le 148 yards corse da Portis con 2 td (1 su corsa e 1 su passaggio) hanno riportato il sorriso nell'ex Broncos, fin qui assai deludente.
La difesa ha giovato del fatto di trovarsi di fronte uno dei peggiori attacchi NFL, attualmente, ma la partita della secondaria ha dimostrato che Washington ha il talento e i giocatori per fermare attacchi ben più pericolosi, se l'attacco riuscisse a darle meno pressione e maggior riposo.
I Cowboys, invece, nel Monday Night, coadiuvati dai Seattle Seahawks, costruiscono una partita memorabile finita con un altisonante 43 a 39, che consente a Dallas di rimanere aggrappata alla possibilità di poter approdare alla postseason.
Finito l'esperimento Henson, Parcells si affida di nuovo al vecchietto Testaverde, che stenta enormemente (2 td e 2 intercetti), ma riesce a trovare due volte in endzone, prima Copper e poi Keyshawn Johson, per il primo touchdown della rimonta avvenuta negli ultimi due minuti di gara.
La partita per Dallas la fa il rookie Julius Jones, che sembra esploso dopo i mille infortuni che lo hanno tenuto lontano dalla ribalta in questa stagione. Il fratellino di Thomas Jones, chiude con il career-high a 198 yards corse e 3 td, di cui l'ultimo decisivo per il sorpasso finale dei Cowboys a 30 secondi dalla fine del match. Avendo il running back su cui puntare, il Tonno può ritrovare il proprio gioco e magari da qui alla fine cercare di arrivare ai playoffs, che sembravano un'utopia qualche settimana fa.
La difesa paga la serata dedicata interamente agli attacchi, subendo ben 414 yards su passaggio da Seattle e rischiando di perdere una partita in cui l'attacco ha girato come non mai.
Fortuna che dall'altra parte della barricata c'erano i Seahawks in piena crisi dell'ultimo periodo, con coach Holmgren sulla graticola a dover spiegare come una squadra possa passare dal 3-0, con una difesa impenetrabile, al 6-6 attuale con 28 punti di media subiti nelle ultime 9 gare.
Incredibile come in una serata in cui passi dal 29-14 al 39-29 in neanche 1 quarto di gioco, riesci a buttare via tutto subendo 2 touchdown in poco piu' di due minuti, con due drive da 120 yards.
Evidentemente la difesa non ha più possibilità di essere difesa e seppur schierando giocatori di talento, non riesce a trovare una chimica di reparto adeguata che inverta una rotta che sta portando Seattle verso una clamorosa eliminazione dalla postseason, in una division segnata dalle difficoltà dell'altra rivale, i Rams.
L'attacco guidato da Hasselbeck ha girato a mille, soprattutto si è rivisto un Jerry Rice formato 5-6 anni fa, con 8 ricezioni per 145 yards e 1 td, ben assecondato da Darrell Jackson (113 per 1 td). Il quarterback di Seattle ha chiuso la gara con un eloquente 128,5 di rating, 3 td e nessun intercetto, che nella quasi totalità delle altre gare avrebbe portato una vittoria, ma in questo pazzo Monday Night ha regalato l'ennesima sconfitta stagionale.
Ora Seattle dovrà assolutamente trovare un equilibrio nelle restanti partite, se vorrà davvero arrivare ai playoff ed evitare un'onta che sicuramente porterebbe uno scossone all'interno della franchigia, con la dirigenza ormai stanca di aver costruito una squadra di vertice, e vederla arrancare per l'ennesimo anno.
North Division
Minnesota Vikings e Green Bay Packers 7-5; Chicago Bears e Detroit Lions 5-7
Situazione strana nella North dove ci sono due coppie che viaggiano a braccetto da qualche partita, vincendo e perdendo quando l'altra vince o perde.
Minnesota e Green Bay come nella passata stagione si danno battaglia per conquistare il titolo divisionale ed evitare la possibile eliminazione, essendo la wild card un affare molto ingarbugliato nella National Conference. Chicago e Detroit, invece, cercano di tenere viva qualche speranza di rientro nella corsa alle wild card, sperando in un crollo di una delle due capoliste.
I Vikings compiono l'ennesimo suicido collettivo di questa strana stagione, andando a perdere proprio contro i Bears dell'esordiente Hutchinson, con un eloquente 0 alla voce punti in tutto il secondo tempo.
Con un Moss non ancora al pieno della forma (suo un fumble che poteva costare caro all'interno delle 20 difensive), il peso dell'attacco è gravato ancora su Culpepper che, complice una linea non proprio impenetrabile (5 sacks) e la giornata di scarsa vena (3 intercetti), ha deluso parecchio, crollando in un secondo tempo da museo degli orrori.
Il gioco di corsa stavolta non è stato un affare a tre, ma tutto a discapito di Onterrio Smith che se l'e' cavata ottimamente, senza però incidere nei momenti decisivi dell'incontro.
La pessima giornata dell'attacco ha contribuito ad ingigantire i difetti della difesa, già di per se perforabile, ma costretta a sobbarcarsi un extra lavoro che ha permesso ad un attacco in crisi come quello di Chicago, con un quarterback arrivato da pochi giorni, di segnare be 24 punti.
Le secondarie dei Vikings sono andate in crisi anche con i modesti ricevitori dei Bears e, soprattutto i linebacker non hanno protetto adeguatamente i lanci medio-corti, che hanno permesso ad Hutchinson di avanzare senza correre troppi rischi.
Chicago torna alla vittoria, dopo l'orrenda prova nel Thanksgiving Day, con un nuovo quarterback, il quarto in questa travagliata stagione, che ha dato maggior fludità al gioco offensivo (213 yards e 3 td pass), approfittando anche della difesa avversaria, dimostrando di poter essere una solida carta da giocarsi nelle ultime giornate.
Il gioco di corse è diventato un affare a due tra Thomas e Jones, rischioso sotto certi punti di vista, ma che potrebbe dare maggior equilibrio nei vari giochi, vista la differenza fisica fra i due runningback.
La difesa come al solito è stata decisiva per i Bears, mettendo sotto pressione Culpepper con la propria linea difensiva, e tenendo sotto media un attacco fin qui tra i più profilici.
Anche i Detroit Lions riscattano la pessima prestazione del Thanksgiving Day, superando i derelitti Cardinals, che schieravano il rookie Navarre in cabina di regia.
Partita di alti e bassi per il discusso Harrington, che ha chiuso con piu' di 200 yards lanciate ma con solo 1 td pass e 1 intercetto, mentre i protagonisti per i Lions sono stati il rookie Kevin Jones, anche lui come il suo omonimo Julius, esploso nelle ultime gare, che ha chiuso con 196 yards e 1 td, per una media a portata di 7,5 yards assai rilevante, e il kicker Jason Hanson, infallibile nei field goal con un 4/4 che ha chiuso la gara nella ripresa.
La difesa ha approfittato dell'esordio di Navarre, buttato nella mischia di coach Green dopo la pessima prova di King nella scorsa giornata, intercettandolo ben quattro volte (2 con Bly che si riscatta della prova con i Colts) e deviando ben 11 palloni (4 di Bly).
Arizona, che a inizio anno secondo i proclami di coach Green, voleva una stagione da playoff, rischia con queste 3 sconfitte in fila di dover anticipatamente riporre i propri sogni di gloria.
La situazione quarterback sta pesando parecchio sul gioco offensivo, e il probabile ritorno di McCown nella prossima gara potrebbe voler dire fine del periodo di crisi, ma il fatto che Arizona fatichi enormemente ad andare a punti è un dato di fatto (vedi il nulla segnato nella ripresa di questo incontro).
Boldin dopo l'infortunio sembra ancora lontano dalla forma che lo aveva reso rookie dell'anno nella passata stagione e Fitzgerald continua nella sua annata di alti e bassi, confermata dai soli due palloni ricevuti per 12 yards nella sfida contro i Lions.
Il gioco di corse, orfano di Smith e Hambrick, ha visto alternarsi Croom e Scobey, con il secondo apparso molto più incisivo, anche nel gioco aereo e probabile titolare per le prossime gare se Emmith Smith non dovesse recuperare.
La difesa ha retto discretamente, come si può notare dai soli field goal segnati nella ripresa da Detroit, ma ha subito troppo le corse di Kevin Jones, che ha aperto in due la linea vivisezionandola in ogni spazio possibile e risultando decisivo per la vittoria finale.
South Division
Atlanta Falcons 9-3; Carolina Panthers e Tampa Bay Buccaneers 5-7; New Orleans Saints 4-8
Netta sconfitta dei Falcons contro Tampa Bay, che non pregiudica nulla in vista della postseason, in virtù dei risultati dei rivali di Conference, ma che suona come campanello d'allarme, soprattutto per quanto riguarda l'attacco.
La difesa di Tampa è si una delle migliore della NFL, ma lo 0 nella colonna dei punti segnati, per una squadra come Atlanta significa molto, anche perché in caso di arrivo ai playoff, non si potrà puntare esclusivamente sul reparto difensivo, che ieri ha faticato contro il non eccelso attacco dei Bucs.
Imputato numero uno di questa debacle è ovviamente Michael Vick, che ha corso bene (8 per 81 yards) ma ha lanciato in maniera pessima, sotto il 50% di completi, con solo 115 yards, nessun td e 2 intercetti, per un rating inferiore al 30.
Chiaramente la situazione dei widereceiver è rilevante, in quanto nessuno dei target a disposizione di Vick è riuscito a liberarsi della marcatura stretta dei defensiveback di Tampa, costringendo Vick a correre o forzare e determinando la moltitudine di palle perse dei Falcons.
Tampa Bay, dal canto suo, pur disputando una partita abbastanza normale, è riuscita grazie alla propria difesa e alle nefandezze dei Falcons nella redzone a far sua la gara e rimanere in corsa per un'eventuale wild-card.
Griese ha giocato una partita discreta, forzando poco e cercando più i lanci sul medio corto, affidandosi per il resto alle corse di Pittman e Alstott, autori di un touchdown a testa.
Il resto l'ha fatto l'immensa difesa, guidata dal fenomenale Brooks (11 tackes, 2 sacks, 2 passaggi deviati, 1 fumble forzato), che ha chiuso con 5 sacks, 3 intercetti, 2 fumbles recuperati e 12 passaggi deviati, una prova di forza incredibile, che ha ricordato quelle della cavalcata al titolo di tre anni or sono.
Carolina continua il suo momento positivo, andando a vincere la quarta gara in fila contro gli ormai rassegnati New Orleans Saints, e candidandosi incredibilmente per un possibile approdo alla postseason in questa annata particolarmente bizzarra della National Conference, dove tutte le squadre in pratica hanno ancora la possibilità di raggiungere una wild-card.
I Panthers guidati da Delhomme, seppur decimati dagli infortuni in attacco, hanno trovato due pedine fondamentali che li stanno riportando in alto dopo un inizio disastroso: Goings e Muhammad.
Il running back corre per 122 yards (terza volta in fila sopra le 100) e 1 td e riceve per 46, il widereciever continua il suo momento magico con 179 yards ricevute e l'ottavo touchdown delle ultime sei gare.
Agevolato anche da una difesa molto soft, Delhomme, cavalca le sue due armi principale e confeziona, forse, la miglior partita dell'anno, con 22/29 per 294 yards e 1 td, senza intercetti per la quarta volta in stagione.
Con un primo tempo chiuso sul 26 a 7, la partita per Carolina è diventata una discesa verso la meritata vittoria, con un secondo tempo passato a gestire il risultato con le corse ed evitare il ritorno disperato dei Saints che ha prodotto due touchdown inutili.
New Orleans sembra sempre più destinata ad una epurazione in off-season, Hasslett ha i giorni contati e parecchi giocatori potrebbero subire le ire dell'owner Benson, già espressosi in maniera piuttosto dura nella giornata precedente.
Brooks, anche in questa stagione, sta dando ragione ai critici che lo definiscono un quarterback dal potenziale inespresso e McAllister, complice anche qualche infortunio, sta avendo la peggior stagione da quando è ai Saints. L'unico che sembra non patire la crisi della squadra è Joe Horn, ancora protagonista con 160 yards ricevute con soli 8 palloni e 2 touchdowns.
La difesa, poi, sta sfiorando il ridicolo, con una linea che riesce spesso a mettere sotto pressione i quarterback avversari, ma che non ha nessun appoggio dal resto del reparto, soprattutto dalla secondaria, quasi sempre battuta sia sul medio-lungo che sul lungo raggio. Troppi i ricevitori che contro New Orleans possono tranquillamente ricevere senza avere nessun disturbo e che chiudono le loro gare con numeri estremamente rilevanti.
West Division
St.Louis Rams e Seattle Sehawks 6-6; Arizona Cardinals 4-8; San Francisco 49ers 1-11
I Rams agguantano la vetta della Division, in comproprietà con Seattle, approfittando dell'ennesima sconfitta dei Seahawks e sfruttando il turno favorevole che li vedeva affrontare la peggior squadra della lega, i 49ers.
Il momento tutt'altro che positivo di St.Louis è continuato anche nello scontro contro San Francisco, chiuso con un poco esaltante 16 a 6, frutto di solo un touchdown segnato e tre field goal, tra cui quello decisivo dell'ultimo quarto che ha chiuso l'incontro.
Essere rimasti in bilico con il risultato fino all'ultimo contro i 49ers spiega come i Rams siano tutt'altro che guariti nonostante la vittoria ottenuta.
Bulger si è infortunato dopo pochi giochi ed ha dovuto lasciare la partita, sostituito da Chandler che ha disputato una buona prova, cercando di non forzare e puntando sulle formidabili mani di Torry Holt (10 ricezioni per 160 yards e l'unico td della gara). A fare da paggio al fenomenale ricevitore ci ha pensato il rookie Steven Jackson che, complice l'infortunio di Marshall Faulk, ha avuto campo libero per dimostrare tutto il suo talento, già intravisto nelle precedenti gare, chiudendo l'incontro con 119 yards corse (prima volta sopra le 100) e 30 su passaggio.
La prestazione del rookie è l'unica nota veramente positiva della giornata, che ha visto anche la prova negativa del gemello di Holt, Isaac Bruce (solo 2 ricezioni per 18 yards).
La difesa non ha avuto molto lavoro da svolgere in quanto l'attacco dei 49ers è veramente poca cosa e sono bastati pochi accorgimenti su Lloyd e il tight end Johnson e qualche sacks per evitare di subire touchdown per la seconda volta in stagione.
San Francisco, ormai, dopo aver perso la sfida con Miami, si è rassegnata ad essere la peggior squadra della NFL per quest'anno, onta difficile da digerire per i tifosi che ricordano ancora il passato glorioso di questa squadra.
Le scelte erano chiare, si puntava ad una ricostruzione totale, ma qualcuno su cui puntava forte la dirigenza ha deluso, a partire da Kevan Barlow, ancora sotto le 50 yards su corsa, per arrivare a Rattay, su cui l'allenatore puntava, ma che ha deluso ancora, con solo 121 yards lanciate e nessun td contro una delle peggiori difese sui passaggi della Lega.
Ora per i 49ers ci sono le ultime partite di questo calvario e poi si penserà al mercato free agents e al Draft, decisivo per le sorti della franchigia.