L'immagine del draft 2004. Ora le cose sono un po' diverse per il piccolo Manning.
Metà stagione. Quella ideale per i bilanci provvisori. Dai midseason reports non si sottraggono di certo i rookies, che per certi versi hanno sempre le luci su di loro. Come sempre ci sono sorprese e delusioni, vediamo in rassegna gli esordienti che si sono fatti più notare (anche nel male…)
Ben Roethlisberger, QB, Pittsburgh Steelers
1976
L’ultima volta in cui un rookie ha iniziato la carriera con un 6-0.
Ok, troppo facile scegliere Ben Roethlisberger come la stella della classe 2004, ma qui si sta parlando di uno che può puntare al titolo di miglior giocatore in assoluto della lega. C’è una dote che difficilmente s’insegna e che solo i grandissimi possiedono già da subito: essere vincenti. Catapultato per caso nel posto di leader dell’huddle di Pittsburgh, la sta portando in testa alla lega dopo aver demolito semplicemente le due favorite per il Superbowl.
I numeri parlano di 1316 yds, 11 TD, 69% di completi per un rating di 105.2. Le cifre vanno sempre interpretate, ma comunque le guardiate rimangono straordinarie. Lui è il primo a sottolineare l’importanza della sua linea, eccellente nella protezione e superba a fornire un gioco di corse che tolga pressione proprio dalle spalle del QB. La cosa che più impressiona però è la calma. Questo è entrato sul campo e ha iniziato a guidare alla vittoria una franchigia NFL come se non avesse mai fatto nient’altro nella vita. Quasi mai una forzatura, eccellenti letture, sicuramente il giocatore giusto nel sistema giusto.
Ah, se poi vi venisse in mente di fare una rissa con qualcuno, andate altrove. Il rookie da Miami (Ohio, però) è 6’5’’ (circa 1.95) e, senza perdere in mobilità , si avvantaggia molto della possibilità di vedere il campo “dall’alto”.
I playoff di quest’anno ci diranno il grado di maturità già raggiunto dal ragazzo, ma se non ha sofferto il salto al piano di sopra è difficile si emozioni troppo in postseason.
Roy Williams, WR, Detroit Lions
Come per Roethlisberger, qui si parla di un talento che è già nell’elite della lega, non solo tra i rookies. Probabilmente già adesso le migliori mani della NFL, è stato decisamente rallentato nell’ultimo periodo da un infortunio al bicipite femorale che lo ha costretto a saltare anche 2 partite.
Nelle prime tre gare ha viaggiato a 92.3 yds a partita con 4 TD. Poi i numeri sono scesi, complici gli alti e bassi di una squadra condotta da un QB molto umorale, ma anche perché le altre squadre si sono adeguate a un attacco privo di gioco di corse e che si affida a Williams come opzione principale sui passaggi.
Il reinfortunio di Rogers ovviamente ha aumentato l’attenzione riservatagli dalle secondarie avversarie, ma la settima scelta assoluta dell’ultimo draft ha mostrato chiaramente le sue potenzialità . Pericoloso sia sul corto che sul lungo raggio, è forte fisicamente, veloce (10.48 sui 100 metri), grande saltatore (record dello stato nel salto in lungo e nei primi tre nel salto in alto), è apparso molto spesso negli highlights per le sue ricezione acrobatiche, anche a una mano, tanto da definirlo già un “playmaker”, uno che fa davvero la differenza, come pochi altri ricevitori nella lega.
Mewelde Moore, RB, Minnesota Vikings
Non solo Culpepper.
L’attenzione la prende soprattutto l’attacco “aereo” di Minnesota, ma sulle corse i Vikings sono comunque quinti e parte del merito va sicuramente al RB da Tulane. Scelto solo al quarto giro, ha sfruttato bene lo spazio concessogli da Bennett, Moe Williams e Onterrio Smith (davanti a lui nella gerarchia). Tra la quinta e la settima settimana ha corso rispettivamente per 92, 109 e 138 yds, aggiungendone su ricezione 90, 78 e 30 per 537 yds totali nelle tre gare.
Il suo ruolo iniziale era limitato a quello di ritornatore, solo occasionalmente poteva portare la palla. Nelle occasioni avute a disposizione ha mostrato al meglio le sue doti: rapidità di piedi, capacità di eludere i placcaggi, mani affidabili.
Specializzato nel rubare basi quando giocava a baseball, spera ora di rubare il posto da titolare o da primo backup. L’operazione però è ancora in corso. Dopo essere andato anche lui alla deriva nel naufragio con i Giants, contro Indianapolis non ha visto il campo, con Mike Tice che ha preferito affidarsi a Smith e Bennett. Adesso però Moore è “sulla mappa” ed è già una vittoria per lui.
Micheal Clayton, WR, Tampa Bay Buccaneers
Non il più talentuoso, ma statisticamente il miglior ricevitore tra i rookies di quest’anno. Quindicesima scelta assoluta da LSU, ha sfruttato molto bene le assenze di Galloway, Jurevicius e Charles Lee nel reparto ricevitori dei Bucs. Ha già collezionato 595 yds su 42 ricezioni con 2 TD in un attacco che è solo il 23° della lega.
Non è un fulmine, ma corre molto bene le tracce, blocca in modo sorprendente per un ricevitore e ha un’ottima etica del lavoro, cosa che gli dovrebbe permettere una buona carriera per 10-12 anni.
Larry Fitzgerald, WR, Arizona Cardinals
Protagonista assoluto nella vittoria a Miami con un’incredibile ricezione da 48 yds e il successivo TD della vittoria, la terza scelta assoluta da Pittsburgh è anche il terzo ricevitore di cui parliamo.
Non ha mai superato le 100 yds in una gara, ma la sua continuità gli ha permesso di arrivare a 463 yds totali in stagione, con 31 ricezioni e 3 TD nel tutt’altro che fenomenale attacco di Arizona (quart’ultimo in assoluto).
Non ha una velocità abbagliante ma le mani sono buone, corre bene le tracce, è piuttosto fisico e salta molto. La sua dote migliore probabilmente è il controllo del corpo in aria, che gli permette ricezioni acrobatiche. Da non dimenticare l’etica lavorativa (è uno di quelli che si allena scattando con il paracadute).
Jonathan Wilma, LB, New York Jets
Titolare per l’infortunio occorso a Cowart, non ha avuto problemi in questo ruolo. La 12^ scelta assoluta da Miami è già a quota 51 tackles, con 1 sack e 1 INT. La sua grande intelligenza e la velocità gli permettono di nascondere il fisico, forse un po’ piccolo per il ruolo. In ogni caso ha contribuito alla solidità della difesa dei Jets.
Tommie Harris, DT, Chicago Bears
Ok, c’è di meglio dei Bears in giro, però la loro difesa non è male e la 14^ scelta assoluta ne sa qualcosa. Ottimo contro le corse, ha già 4 sacks. La sua velocità è perfetta per il sistema di Chicago.
Eli Manning, QB, New York Giants
Cognome importante, chiamata importante (1^ assoluta), ha assaggiato subito la durezza delle difese NFL. Molto difficile che possa riprendersi il ruolo da titolare, ormai saldamente nelle mani di Warner, ha bisogno di un periodo di adattamento che probabilmente nessuno si aspettava così lungo. Il talento c’è, serve un bel bagno di umiltà .
Philip Rivers, QB, San Diego Chargers
Ecco, questo, al contrario di Manning, una chance non l’ha neanche avuta. Preso per disperazione dai Chargers per sostituire Brees, ora è dietro anche all’immortale Flutie nella gerarchia di Schottenheimer. Rimane un giocatore di talento e gran fisico che ha battuto quasi tutti i record al college, ha bisogno della situazione giusta per far capire che giocatore è.
Honorable mentions
– Kerry Colbert, WR, Carolina Panthers. 27 ricezioni, 453 yds, 2 TD sostituendo Steve Smith.
– Robert Gallery, OT, Oakland Raiders. Titolare nella porosa linea dei Raiders, la seconda scelta assoluta dell’ultimo draft sta migliorando piano piano.
– Vince Wilkford, DT, New England Patriots. Se la difesa dei Patriots funziona così bene, va dato del merito anche a lui.
– Darnell Dockett, DT, Arizona Cardinals. Ottimo potenziale, sembra aver diradato i dubbi sui suoi problemi caratteriali.
– Kenechi Udeze, DE, Minnesota Vikings. Prima dell’inizio voleva una stagione da 10 sacks, per ora è a quota 3, va bene lo stesso.
– Igor Olshansky, DE, San Diego Chargers. La difesa di San Diego concede solo 81 yds a partita, grazie anche ai suoi 27 tackles.
– D.J. Williams, LB, Denver Broncos. Altro prodotto di Miami, grande atleta, ancora un po’ selvaggio, ma 53 tackles parlano da soli.
– Teddy Lehman, LB, Detroit Lions. 45 tackles, frutto soprattutto della sua intelligenza.
– Gibril Wilson, SS, New York Giants. Scelto al 5° giro, dal nulla ha tirato fuori 48 tackles, 3 INT e 3 sacks. Sta salendo di colpi nelle ultime settimane. Grandi istinti, possibile steal of the draft.
– Erik Coleman, SS, New York Jets. Anche lui scelto al 5° giro, finora ha 44 tackles e 2 INT. Si è presentato con l’intercetto decisivo nel season opener.
– Dunta Robinson, CB, Houston Texans. Tre intercetti e 35 tackles. Non troppo alto, ma è fisico.
– Madieu Williams, CB, Cincinnati Bengals. Due intercetti nelle ultime due gare e 46 tackles in stagione per una difesa che si sta rifacendo rispetto agli anni scorsi.