Hideki Matsui, MVP delle World Series
Missione compiuta. Al termine di una fantastica gara 6, dopo che veniva pronosticata una gara 7 imprevedibile, i New York Yankees hanno cominciato le celebrazioni per la vittoria del loro 27esimo titolo, dopo averlo atteso per 9 anni.
S'incornicia cosi per ogni giocatore di quel roster, il miglior epilogo possibile di una stagione, aperta all'insegna dei 400 e passa milioni di $ investiti per soli tre giocatori. E questo finale per loro ha il sapore dolce della rivincita e per qualcuno deve avere anche quello della redenzione.
Per il manager Girardi, al timone del veliero più difficile da governare nel mare della mlb; un mare in particolare dove si annuncia una tempesta ad ogni sorgere del sole, si tratta di una vittoria che non ha prezzo, dopo aver mancato l'accesso ai playoffs nella scorsa stagione, sia sul piano personale che su quello sportivo.
Essere sotto la più grande lente d'ingrandimento, talvolta non pulita adeguamente, tra tutte quelle che girano nelle majors, non è una scusante per gli errori commessi in questa gara e in quelle giocate in precedenza dalla sua squadra, ma un dato da prendere in considerazione prima di lanciare un'ennesima freccia in quel bersaglio che per certi versi ha disegnato nella schiena. Ha vinto, gestendo quel difficile spogliatoio, nella stagione più difficile che si potesse prospettare ad un manager.
Questa vittoria ha il sapore della redenzione per Alex Rodriguez, dopo lo scandalo scoppiato per l'uso di steroidi, e per essere un personaggio contro negli aspetti della sua vita pubblica. La squadra gli si era stretta attorno e lui ha avuto modo di ricambiare quell'affetto.
“I miei compagni di squadra, i miei coaches ed in generale tutta l'organizzazione sono stati fantastici – uno dei suoi commenti a fine gara -, e adesso condividiamo assieme fino in fondo e nel profondo questo titolo di campioni del mondo. Noi tutti, senza distinzione di merito, adesso lo celebreremo. ”
E' questo il titolo anche della vecchia guardia: Jorge Posada, Jeter, Pettitte, Rivera; loro il merito probabilmente di aver tenuto a freno le tante personalità di quello spogliatoio. E' anche loro questa vittoria, sia singolarmente che come gruppo, dopo una cavalcata partita dalle minors, e continuata fino ai cinque titoli con quello conquistato ieri, dal lontano 1996.
Tra corsi e ricorsi storici, sembra giusto anche a noi citare, la ricorrenza di otto anni da quella gara 7 persa nel 2001, per un singolo subito proprio da quel Rivera, che ieri notte ha conquistato l'out finale di una World Series. Un anniversario esorcizzato con il titolo di campioni del mondo.
I quattro giocatori sopracitati, sono già nell'olimpo di marca yankees, e la scorsa notte la nuova guardia ha attribuito loro i giusti onori: “E' più che un onore per me vincere un titolo giocando assieme a questi ragazzi; specialmente perchè sono delle Yankee legends” ha commentato Mark Teixeira a fine gara.
Ed è questo un titolo che ha il viso sorridente e singolare di Hideki Matsui, protagonista assoluto di gara 6, ed eletto MVP della serie. Il suo fatturato di fine gara, 4 AB, 3 valide, 1 homer, in modo particolare 6 Rbi, record a pari merito nella storia delle World Series; è il sunto dell'apporto più significativo nell'ottica di allontanamento di una gara 7 che sarebbe stata molto pericolosa per gli yankees.
Contributo di un giocatore che tante volte non si cita molto rispetto ai grandi nomi. E con lui virtualmente, vengono premiati tutti quei giocatori giocano per cosi dire, “dietro le prime linee”.
Ma questo è anche un titolo che porta in modo evidente il cognome di Mr.Steinbrenner, il capo massimo yankees, soggetto giustamente, delle maggiori dediche a fine gara.
“Abbiamo vinto anche per poter consegnare questo titolo a “The Boss” – commenta Girardi nel dopo gara – tra le tante cose, per il fantastico stadio che ha creato e per la fantastica atmosfera che ha creato attorno a noi che è veramente gratificante. ”
Il 79enne proprietario, per problemi di salute, non ha potuto raggiungere New York e ha seguito la gara dalla sua casa in Florida, riuscendo comunque a veder realizzato uno dei suoi più grandi desideri. Il giusto premio per una persona che ha dedicato per la città , per i suoi tifosi, e per la magia di quella maglia, ogni risorsa finanziaria e umana possibile.
E la lista di protagonisti potrebbe proseguire; ma è giusto fare anche un grande applauso agli sconfitti; quei Philadelphia Phillies, più volte protagonisti di queste World Series, e dimostratisi tutt'altro che vittime sacrificali.
Spettatori delle celebrazioni degli avversari newyorkesi, sotto la guida del manager Charlie Manuel, hanno giocato a testa alta contro un avversario quasi irresistibile; giovandosi di alcune prestazioni quasi mostruose come quella di Cliff Lee in gara 1, e di alcune prestazioni eccellenti come quelle disputate da Charles Utley, autore di, lo ricordiamo, 5 homers in questa serie; il tutto per esempio per compensare l'apporto di un bullpen tutt'altro che irresistibile.
“Abbiamo la forte convizione che possiamo tornare qui ad essere protagonisti per gli anni a venire – ha commentato a fine gara il closer dei Phillies Brd Lidge – Siamo senza dubbio una grande squadra. ”
E questo, è senza dubbio uno dei tanti dati emersi in queste World Series: Philadelphia, tornerà nella prossima stagione di nuovo protagonista. Per loro si prospetta da subito un periodo di lavoro per il mercato. Per gli Yankees è il momento di preparare la fastosa parata per le vie di New York.
Per noi invece, dopo il momento degli applausi sportivi ai protagonisti, comincia il lungo periodo di attesa in vista della prossima stagione. Nel mezzo ci sarà un mercato che ci auguriamo sia interessante, per rinnovare sempre più la competitività di una lega che non smette mai di stupire.