AL East Report #9

C.C. Sabathia non sta deludendo i suoi nuovi tifosi…

Se c'era una certezza, nei pronostici della vigilia della stagione 2009, era che 3 squadre si sarebbero affrontate fino alla fine e che almeno una delle due corse (quella per il Pennant divisionale e quella per la Wild Card, che da sempre vede una squadra della costa est protagonista) si sarebbe decisa all'ultima serie, se non all'ultima partita.

Invece, a una quindicina di partite dalla fine della stagione, a meno di tracolli clamorosi che entrerebbero nel libro dei record, la situazione è molto ben delineata.

New York guida la classifica e dovrebbe diventare tranquillamente campione divisionale 2009, Boston è seconda ma con pochissime speranze di inseguire il titolo (6 partite di distacco). Tuttavia Boston si consola notando che il suo vantaggio nei confronti della più immediata inseguitrice nella Wild Card Race, Texas, è di 7 partite, mentre su Tampa Bay, la terza forza della nostra divisione, è addirittura di 13 GB.

Così, con gli Orioles fuori gioco da Aprile, Toronto uscita di scena a Luglio e Tampa Bay meno convinta fin da metà  agosto, quella che è stata a lungo una division combattutissima si avvia al primo finale di stagione tranquillo da anni.

Ma analizziamo squadra per squadra.

New York Yankees (94-54)

Record: 32 - 12

Cosa si può dire di una squadra che anche solo tenendo la media di una vittoria ogni due partite fino a fine stagione supererebbe in carrozza le 100 vittorie?

E' senza dubbio un'annata straordinaria per i pigiamoni che fin dall'inizio della stagione erano attesi a grandi cose, ma forse non fino a questo punto.

I colpi estivi Teixeira, C.C. Sabathia e Burnett stanno rispondendo, chi più e chi meno, ma è tutta la squadra a girare bene. Tex viene giornalmente candidato al titolo di MVP stagionale nonostante la straordinaria stagione di Joe Mauer, grandissimo catcher di Minnesota autore di una stagione ai limiti della perfezione, grazie a uno slugging costante e produttivo che lo porta ad avere un'impressionate OPS a .947; CC Sabathia ha raggiunto le 18 vittorie, è sempre solidissimo e lancia regolarmente almeno sette inning ogni partenza con ERA a 3.31, peraltro in costante miglioramento col proseguire della stagione tanto da aver fatto registrare, nell'ultimo mese, una FIP di 2.05. Meno bene Burnett, che soprattutto nell'ultimo mese e mezzo è andato in sofferenza collezionando un po' troppi punti subiti e dolorose L. Di contro, Petitte pare in ripresa (pur se non esente da qualche battuta a vuoto) dopo un inizio estate pessimo.

Alle loro spalle, il bullpen è una certezza consolidata, quest'anno.
La composizione è sostanzialmente rivoluzionata, rispetto a inizio anno, ma l'efficacia è a tutta prova, con gli eccellenti Rivera (40 salvezze in stagione con solo due bruciate e un'efficacia al limite dell'umano da luglio in poi) Hughes (ottimo setup che con Rivera finisce per togliere sistematicamente le speranze degli avversari negli ultimi inning), Aceves, Albaladejo e Bruney a garantire affidabilità  sul monte di lancio anche quando i partenti vanno in difficoltà .

Le battute a vuoto della rotazione sono, d'altra parte, forse l'unico punto debole degli Yankees 2009. A parte Sabathia, nessuno degli altri partenti garantisce prestazioni da prima della classe a ogni uscita, e le eventuali giornate negative di Pettitte, Burnett e del quarto partente di turno impiegato ai playoff sono la principale speranza di Boston e Los Angeles nella corsa al titolo di campione dell'American League.

Questo perché anche tra i position players si sprecano le grandi prestazioni.
Paradossalmente, quella che potrebbe essere considerata la miglior stagione in carriera di Jeter (la solita sicurezza al piatto aggiunta a una difesa per la prima volta all'altezza della sua fama di gran difensore) rischia di passare inosservata a causa della stagione di Tex, battitore di grande potenza senz'altro più aiutato dal nuovo Yankee Stadium rispetto al capitano.

A-Rod è il solito A-Rod, difesa niente male in terza base e OPS sopra i .900, Cano e Matsui producono secondo le attese, Posada dopo l'infortunio picchia che è un piacere (non solo le palline, come ha scoperto il lanciatore di Toronto Jessie Carlson) e anche il nuovo arrivato Hinske sta dando un valido contributo.

Qualche perplessità  la lasciano gli altri esterni, in particolare Damon, e la difesa nell'infield non è certo la migliore della lega, per usare un eufemismo, ma una squadra con questo potenziale offensivo è una rarità  anche per la American League East e fa paura a tutti, in ottica playoff.

Boston Red Sox (87-59)

Record: 26 - 17

Lester, Beckett, Bucholz, più Wakefield o Dice-K.
I primi tre sono sicuri o quasi, gli altri sembrano lottare per il quarto spot. In ogni caso, questi sono i lanciatori che andranno a comporre un'affidabilissima rotazione per condurre Boston nella post-season. Post season non ancora matematica ma ormai sempre più probabile dato il vantaggio sulle immediate inseguitrici per il quarto spot in griglia recentemente salito a 7 partite.

Intanto però siamo ancora in regular season e, complici anche i problemi fisici di Wakefield e qualche punto di troppo subito da Beckett, si sono fatte notare le debolezze di Byrd e Tazawa (5.79 e 9.22 di ERA rispettivamente). Molto meglio invece Lester 2.14 ERA nelle ultime 5 partenze, 32.1 IP) e Bucholz (3.00 ERA nelle ultime 6 GS, 39IP) e assai confortante la prima prova al rientro di Dice-K, 6IP senza subire punti, con 3 hit e 3 BB.

Sempre nel reparto lanciatori si nota la consueta affidabilità  di Papelbon (perfetto nell'ultimo mese), le ottime prove recenti di Bard e Saito (17.1 IP in due con solo 3 ER complessivi) e il solido esordio dell'ultimo rinforzo, il veterano Billy Wagner giunto dai Mets per rafforzare un già  fortissimo bullpen.

Ottime notizie, in vista della post season, anche da due mattatori dell'outfield bostoniano. Jason Bay pare infatti aver abbondantemente superato il pesante slump di metà  campionato e nell'ultimo mese ha una linea di .313/.400./639 che fa salire a 107 i suoi RBI stagionali, mentre JD Drew sta facendo ancora meglio con un recente .314/.442./671.

Tra la fine di luglio e l'inizio di agosto, inoltre, i Sox sono stati protagonisti anche di una serie di scambi che hanno finito per portare il catcher/prima base Victor Martinez sotto il Green Monster. Aggiunta quanto mai gradita dalla squadra, dato che il 30enne ex-Indians ha portato in dote la sua mazza calda e potente. La seconda dote non si sta mostrando al massimo, ultimamente, ma una media battuta di .330 nell'ultimo mese è comunque addizione quanto mai utile.

Il solito Youkilis produce secondo le attese e forse di più, mentre l'impressione è che Ortiz sia in leggerissimo calo dopo la fine di luglio e il mese di agosto ad altissimo livello. Ma scommettiamo che quando la palla scotterà  Big Papi non farà  mancare il suo apporto, e con un Martinez in più nel roster i Red Sox si trovano nella condizione di poter schierare un lineup produttivo in ogni ruolo (eccetto forse lo spot di shortstop, anche se l'arrivo di Alex Gonzales potrebbe aiutare) e puntano come al solito a dire decisamente la loro in post season. Sottovalutarli è un errore che nessuno, entrando ai playoff, commetterà .

Tampa Bay Rays (75-73)

Record: 18 - 26

La grande delusa di questa stagione, nella nostra division, è senz'altro Tampa Bay.
La squadra della Florida era partita dividendosi i favori del pronostico con le più danarose Boston e New York, ma la corsa è stata più difficile del previsto, tanto che oggi sono 18 le partite di distacco dagli Yankees.

Più che gli scontri intradivisionali, sono state le altre partite a segnare il destino dei Rays, unici di tutta la AL East ad avere un record addirittura negativo contro le squadre della ben più debole Central Division. Inoltre, l'infortunio di Iwamura ha pesato negativamente sulla squadra, soprattutto in termini di giorni di riposo nell'infield, così come i problemi fisici e di consistenza hanno fatto sulla rotazione.

E qui notiamo subito come Tampa faccia parte di quella parte del mondo del baseball costituita da "umani", costretti a combattere contro giganti. Infatti i Rays, pur avendo perso il loro seconda base titolare per buona parte della stagione, non si sono buttati sul mercato ma hanno dovuto supplire con le riserve già  presenti.

E mentre i tifosi di New York invocavano a gran voce un intervento sul mercato, poi arrivato, per rinforzare una squadra già  prima nella division e Boston aggiungeva sia validi battitori sia lanciatori al suo roster permettendosi di continuare a pagare i giocatori rilasciati, Tampa restava immobile fino a che, a fine agosto, non interveniva finalmente sul mercato, ma per cedere un lanciatore di notevole importanza come Kazmir in cambio di prospetti, rinunciando ufficialmente alla rincorsa alla wild card.

Già  si parla, inoltre, di una possibile cessione in offseason di uno dei due atleticissimi esterni, Upton o Crawford (e appare più probabile la partenza del secondo) in concomitanza con la promozione del giovane Desmond Jennings, che invece insieme agli altri due potrebbe costituire un trio dall'atletismo formidabile. Possibile che, tra problemi legati al campo, ai tifosi e alla volontà  di abbassare il payroll, la bella favola di Tampa, cominciata lo scorso anno, sia già  destinata a finire?

Intanto la squadra prosegue il suo cammino con scarsa convinzione, fa esordire i migliori prospetti e si avvia a un finale di stagione tranquillo e molto più mesto del previsto, come detto. Longoria continua nella sua grandissima stagione (OPS dell'ultimo mese .958, nella stagione .901) come Zobrist, pur se in leggero calo recentemente, mentre stava letteralmente spezzando le palline Carlos Pena (.328/.429./793, OPS di 1.222), che si è però dovuto arrendere a una frattura alla mano una decina di giorni fa. Stagione finita per lui, ma un po' tutta la squadra appare in calo, facendo scemare le prestazioni quasi di pari passo con la diminuzione delle motivazioni.

Chi non ha avuto bisogno di arrivare a fine agosto per vedere scendere il suo rendimento è stato Pat Burrell: acquistato in offseason per essere un fattore nel ruolo di battitore designato, sta riuscendo nell'impresa di peggiorare la sua già  brutta linea personale stagionale di .226/.323/.381 collezionando un mese da .207/.299/.315.

Non un grande affare, per i Rays, e pensare che in offseason la firma di Pat "The Bat" fu salutata invece come un grandissimo colpo, pagato anche meno del suo reale valore.

Sul monte di lancio tutta la squadra appare un po' in difficoltà , con Garza e Price ad essere gli unici partenti con ERA inferiore a 4.00, ma si registra l'esordio del giovane Wade Davis (classe '85) e il proseguire dell'esperienza di Jeff Niemann ('83) e David Price ('85).

Non avendo obbiettivi immediati, va bene far fare esperienza ai più giovani e anche i problemi dei più esperti comunque pesano relativamente. Inoltre Davis e Niemann non sono stati baciati dalla fortuna, ultimamente, ma non hanno lanciato affatto male. Insieme a Price, anch'egli al primo anno ma già  affidabile, Garza ('83) e Shields ('81) formano per ora una rotazione assai giovane ma già  con una certe esperienza nelle Majors, che Tampa saprà  far fruttare a breve.

Toronto Blue Jays (66-81)

Record: 16 - 27

Cosa possiamo dire di Toronto? Niente che non si sia già  detto a fine agosto.
La stagione è andata ormai da tempo, i giocatori più affidabili durante tutta la stagione, come Hill e Scutaro, sono ormai spremuti e soffrono un certo calo, e l'unico motivo di interesse pare essere la gara all'ultimo RBI tra lo stesso Hill e il giovane DH/esterno sinistro Adam Lind.

Il secondo pare essere più lucido e fresco, comunque, complice anche il fatto di aver giocato in difesa solo part-time, mentre Hill è stato, con Scutaro, uno dei più utilizzati. Note positive vengono dall'utility veterano Joe Inglett, protagonista di una serie di valide di 11 partite, dal veterano di tanti anni di minors Randy Ruiz, in lotta per un posto da DH nel roster di Toronto del 2010, a da un certo rialzo nelle prestazioni di Vernon Wells e Travis Snider, il quale forse non ha ancora reso quanti tutti si attendono ma che senz'altro sta dimostrando una buona etica del lavoro, come dimostrano i suoi miglioramenti sia in difesa che nella corsa.

Inoltre da un po' di partite molti giocatori sembrano pensare più a mettersi in mostra per la offseason o per l'anno prossimo, come il catcher Rod Barajas, che alla consueta ottima difesa abbina ultimamente un'aggressività  al piatto che se penalizza parzialmente la sua media battuta, peraltro mai un suo punto di forza, gli sta consentendo di accumulare numeri notevoli dal punto di vista degli Home Run, cosa che senz'altro farà  comodo al suo agente quando in autunno sonderà  la free agency.

Sul monte, Halladay ha avuto un evidente calo nelle sue prestazioni, cominciato in seguito all'infortunio alla gamba di questa primavera ma manifestatosi in tutta la sua pienezza dopo la trade deadline, complice forse anche un po' di frustrazione per la situazione non chiara in cui si trova lui e un po' tutta la franchigia.

Senza un Presidente a tempo pieno, con un GM sotto continua discussione e che recentemente si è preso "ogni responsabilità  riguardo le difficoltà  della squadra", quasi un preludio ad un addio, con una probabile ricostruzione alle porte e le dichiarazioni già  fatte di attesa di offerte per l'asso di Denver, l'aria a Toronto è frizzante di novità , e questo stimola alcuni giocatori ma ne penalizza altri.

I giovani invece cercano di cogliere l'occasione e di accumulare esperienza salendo regolarmente in pedana di lancio. Terminati gli inning programmati a inizio anno per Rzepczynski e Cecil, dietro ad Halladay giostrano per ora Purcey, Romero, Tallet e un Richmond in nettissimo calo rispetto a inizio stagione.

Di questi, anzi, il solo Purcey sembra avere ancora il braccio carico, complici forse alcuni infortuni che l'anno "obbligato" a stancarsi meno. Uniamo a questo un po' di sfortuna e una difesa piuttosto provata nei suoi uomini migliori e capiamo facilmente perché le partite di Toronto siano ormai una sofferenza che pochi spettatori hanno ancora la passione per sopportare dal vico, acuendo così ancora di più le difficoltà  psicologiche della squadra.

Ormai non si attende, allo Skydome, che il rompete le righe per cominciare la programmazione del prossimo anno, si spera con un po' più di chiarezza nei ruoli e negli obiettivi.

Baltimore Orioles (60-87)

Record: 16 - 28

La squadra del Maryland prosegue la sua calda (meteorologicamente parlando) rincorsa all'ultimo posto della division, nemmeno impensierita dalla decadenza di Toronto, il record della franchigia dall' 1 agosto ad oggi recita 16-28, mentre quello della stagione è di 60 vittorie e 87 sconfitte, 27,5 partite dietro al capolista New York e 6 alla quarta posizione occupata dai Jays.

Gli unici interessi dello staff di major league sono riservati naturalmente allo sviluppo di Wieters e del trio delle meraviglie Matusz - Tillman – Hernandez, ed all'assaggio di "bigs" per i call-up di settembre.

Il mese d'agosto ha visto l'esordio di due tra i lanciatori più promettenti di tutto il baseball americano: Brian Matusz e Chris Tillman(che ha giocato in realtà  la prima partita il 29 luglio), che si sono aggiunti a David Hernandez e all'infortunato Brad Bergesen (fermo fino a fine stagione) per formare i 4/5 della rotazione da favola che gli Orioles sfodereranno per almeno i prossimi 5 anni.

Matusz, che ha scalato il farm system nel solo 2009, ha avuto un ottimo esordio al Comerica Park di Detroit, e dopo alcune uscite titubanti è ora in una striscia di 3 partite in cui ha lanciato 7 inning, in cui ha concesso 6 punti su 14 valide, nel complesso scrive: ERA 4,63 (FIP 4,12) 38 K e 14BB in 44.2 IP, dimostrando di essere un pitcher dal controllo ottimo e dal carattere savio, mantenendo cifre ragguardevoli nonostante il suo esordio lampo in MLB, nella sua prima stagione da professionista.

Tillman ha invece registrato qualche problema nel mantenere le cifre, peraltro stratosferiche, tenute in AAA, soprattutto le sue prestazioni lontano da Camden Yards sono decisamente peggiori rispetto alle partite casalinghe; caso volle che pure Tillman esordisse a Detroit, dove incassò 5 punti in 6 IP, delle 10 partenze effettuate 6 sono state da 3 o meno punti concessi, e in 58 innings ha lanciato 32 K e 20 BB, concedendo ben 13 fuoricampo, ed in effetti la sua FIP è oltre i 6 punti, ma a 21 anni si può concedere un momento d'assestamento come quello che sta provando il buon Chris.

Il primo settembre, giorno in cui i roster vengono ampliati, gli Orioles hanno richiamato dapprima Matt Albers (acquisito dagli Astros in offseason), Jeff Fiorentino ed il 34enne rookie Alberto Castillo, in seguito i lanciatori McCrory Lambert e Waters, assieme all'infielder Turner e al C Rodriguez hanno fatto il loro esordio in MLB; di questo groppone il giocatore con più prospettive dovrebbe essere Matt Albers, reduce da un ottima ma sfortunata stagione in AAA.

Il catcher classe '86 sta cominciando a riempire i taccuini degli scout delle altre squadre: infatti dopo una prima metà  d'agosto ancora in lieve affanno, ha cominciato a macinare valide, partendo dalla striscia di 7 partite tra il 23 ed il 30 del mese, nel mese in corso ha invece una media OPS (arrivi in base sommati a "peso specifico" delle valide) di 817, che nella posizione di C è un risultato d'èlite; ha inoltre equilibrato rapporto K/BB ad un buon 7/11 (in stagione era a 16/58), il tool che per ora manca, ma è comprensibile, è la potenza nella mazza mostrata sinora nelle minors.

Per quanto riguarda il resto della squadra, si può segnalare che ad oggi il solo giocatore oltre i 20 HR è Luke Scott, con altri 4 che superano i 15, cifre che si esprimo in una media SLG. di squadra di .415, buona solo per il decimo posto in AL, il problema rilevante dell'attacco poco produttivo degli O's; unito alle sole 71 basi rubate (11 posto in AL), danno un'immagine piuttosto desolante per il reparto offensivo di Baltimore, in netta contrapposizione al giovane reparto lanciatori, con una rotazione già  da urlo (se pensiamo che il loro ace ad inizio stagione era Guthrie, che ora è considerato numero 4-5 della rotation), ed un bullpen che poggia su basi non solidissime ma che come sappiamo può essere trascinato dalle ottime prestazioni dei partenti, da riconversioni di veterani, e sulla solidità  di Sarfate e Jim Johnson, che dalla partenza di Sherill ha agito da closer.

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