Ohio State, ancorqa imbattuta, si lancia nel rush finale dove dovrà battere Illinois e Michigan per aggiudicarsi il titolo
Quando Chris Wells ha deciso che era il momento di spingere il piede sull'acceleratore per la difesa dei Wisconsin Badgers è calato il buio, la sconfitta più temuta, quella che definitivamente pone fine alla pessima stagione dei ragazzi di Brett Bielema, almeno rispetto ai pronostici, è arrivata. I Buckeyes allungano a 20 il numero di vittorie consecutive contro le rivali di Big Ten, un record per la conference, ed un risultato che consente a OSU di rimanere al numero uno della nazione. Nessun dubbio ora, quanto previsto a inizio anno, nella pazzesca e sorprendente stagione NCAA dell'anno di grazia 2007, ha trovato certezza solo in una squadra che avrebbe dovuto limitare al minimo i danni in confronto di alcune rivali davvero imprendibili, compresi i numeri che venivano misurati all'interno della conference stessa.
Quarta, forse terza in classifica; questo doveva essere il finale di stagione per Jim Tressel, il quale ha invece estratto dal cilindro più di quanto non fosse preventivabile. E contro i Badgers di Wisconsin abbiamo avuto una dimostrazione in più di quanto Wells possa fare la differenza su un campo da football, abbiamo avuto la conferma di un candidato a uno dei prossimi Heisman Trophy. Una forza della natura, Wells, nella giornata dei runningback, che in Nfl celebrano lo strepitoso Adrian Peterson e nel college Brian McFadden, mentre il sophomore di Ohio State muove piccoli passi da grande uomo dietro una linea che presenta un futuro interessante per i prossimi draft. Alex Boone e Kirk Barton, i due tackle di OSU (sinistro e destro rispettivamente) stanno pagando i dividendi a chi aveva scommesso sul loro futuro già due anni fa, e Chris Wells sfrutta il loro gioco sul fronte cinque offensivo in modo semplicemente perfetto.
Talmente naturale, Wells, da far apparire un gioco semplicissimo correre dietro quella linea, quasi come se ognuno di noi potesse essere in grado di farcela. Il 17-10 di vantaggio che Wisconsin si era conquistato non senza fatica a metà del terzo periodo grazie a due mete consecutive, apriva le porte allo show del runningback dei Buckeyes, che da lì in avanti avrebbe mostrato a tutto il popolo dell'Ohio Stadium, le capacità di corsa che ogni grande runningback dovrebbe avere. Tempismo, lettura, l'attimo giusto di attesa per infilarsi nel varco, la prepotenza d'ingresso all'interno dello stesso, la velocità . Wells ha segnato tre delle quattro mete finali di Ohio State giocando tre big play agevolati dai movimenti della O-line e dal proprio savoir faire.
Fine della partita. E non solo. Todd Boeckman ha fatto il resto, mandando Brian Robiskie oltre le yard ricevute lo scorso anno da Anthony Gonzales e Tedd Ginn, dimostrandosi di nuovo ragazzo coi piedi per terra, lontano da tutto ciò che all'apparenza può essere troppo rischioso, intelligente. In una parola: capace. O diligente, se credete alla bacchetta magica (e alla leadership) di quel maghetto di Tressel, che pur avendo qualche anno in più del fantasioso Harry Potter è riuscito a creare la più sorprendente e duratura magia del college football di quest'anno.
Tra lui, o meglio, tra Ohio State e una rivincita al National Championship, la sfida delle sfide, quella contro gli odiati Wolverines di Michigan, la rivale di sempre, la partita per eccellenza. Tra OSU e la sfida delle sfide solo Illinois, già appagata e reduce da una stagione che ha del trionfale, dopo essere ripassata dal ranking nazionale, aver battuto squadre di blasone, aver toccato quota 7-3 (4-2 in Big Ten) e aver sistemato Minnesota 44-17 nell'ultima uscita. Per James Laurinaitis, leader difensivo di OSU, il pericolo ha un nome, un cognome e un volto: Rashard Mendenhall, runningback di Illinois, reduce da altre 201 yard corse (e 2 TD) e attore principale dell'opera che ha portato in scena i migliori Fighting Illini degli ultimi dieci anni.
Lo sgambetto di Illinois non è preso in considerazione ma, visto come sta girando la ruota del ranking collegiale, ecco che non si può escludere nulla a priori. Subito dopo Michigan che, a questo punto, difficilmente cederà campo a Wisconsin, non dopo essersi ripresa da un avvio 0-2 complice anche la ormai storica sconfitta con Appalachian State, non dopo aver sofferto e battuto ogni rivale di Big Ten, non dopo essere risalita al #12 e non dopo essere giunta a un passo del Rose Bowl. Già , perché, giunti a questo punto, Michigan è nella giusta posizione per vincere un viaggio a Pasadena. I Wolverines hanno due possibilità : battere Wisconsin e OSU, vincere la Big Ten e andare al Rose Bowl, o battere una delle due rivali e lasciare a Ohio State il titolo di conference e, possibilmente, la chance di volare alla finale per il titolo nazionale guadagnando così l'accesso al Bowl più antico, il cosiddetto "nonno di tutti i bowl".
Fare i conti prima di questi ultimi due scontri che, per quanto si possa dire, vedranno incrociare il fioretto (meglio, la mazza ferrata) alle migliori squadre di Big Ten. È inutile. Aspettiamo e vediamo anche se, come l'anno scorso, più dell'anno scorso, l'annuale rivalità tra Michigan e Ohio State andrà in scena con un piatto ricco e poche carte, ormai, da scoprire agli avversari. Fuori dal crocevia per il titolo e per i destini futuri delle principali università della conference, Penn State, risalita comunque al #23 del ranking BCS (ma fuori da quello AP) e unica squadra del girone a rientrare in classifica. La squadra di Joe Paterno non paga tanto la flessione di metà ottobre, quanto la vera e propria incapacità di battere le tre squadre che la precedono in classifica, palesando così una inferiorità che va oltre la questione numerica ed una posizione assolutamente confermata dal campo. Ciò non toglie che i Nittany Lions, ritrovato un buon Anthony Morelli in cabina di regia, dopo che proprio quest'ultimo aveva rischiato seriamente il posto fino a poche settimane fa, siano in corsa quanto meno per il podio in conference e potrebbero puntare, grazie alla classifica del BCS, a un bowl più prestigioso di quanto non sia quello che, a oggi, vedono ad Illinois.
Classifica
Squadra, Record Big Ten (Record totale)
Ohio State 6-0 (10-0)
Michigan 6-0 (8-2)
Illinois 4-2 (7-3)
Penn State 4-3 (7-3)
Purdue 3-3 (7-3)
Wisconsin 3-3 (7-3)
Iowa 3-4 (5-5)
Indiana 2-4 (6-4)
Northwestern 2-4 (5-5)
Michigan State 1-5 (5-5)
Minnesota 0-6 (1-9)