Big Ten: Penn State fa paura

Dan Connor (40) e Anthony Morelli, leader di attacco e difesa di Penn State

La Big Ten termina il rodaggio e si avvia alla quarta giornata che comincerà  a regalarci i primi scontri diretti all'interno della conference. Giunti a questo punto sei sono le squadre imbattute e per tre di queste c'è anche un posto al sole nella Top 25 delle classifiche di AP e USA Today. Sorprendente per tanti il fatto che Ohio State, non certo partita favorita a inizio anno, si trovi oggi davanti a Wisconsin nella classifica di Associated Press dove i Buckeyes sono al #8 seguiti proprio dai Badgers e da Penn State al #10. Poco importa quindi che, per ora, i coach di USA Today vedano OSU un passo dietro i ragazzi di Bret Bielema, la marcia vincente da sfavoriti sta spingendo su su in classifica i Buckeyes mentre Wisconsin, pur mantenendo fede ai pronostici di questo avvio, sembra soffrire troppo in difesa.

Le altre scuole a giungere ai primi crocevia stagionali senza ancora aver perso punti sono Indiana, Michigan State e Purdue, mentre dopo la sconfitta clamorosa contro Appalachian State all'esordio, Michigan ha visto la Big House violata anche da Oregon con una batosta pesantissima che ha visto i Wolverines incappare in un incredibile 7-39 in una gara ancora palesemente condizionata dalla precedente disfatta contro i Mountaineers. Michigan si è ripresa calpestando i resti di Notre Dame nella trasferta di un classico incontro del college football: il 38-0 finale ha annichilito i Fighting Irish e dimostrato che non è per niente l'anno giusto per Charlie Weis, con la squadra solo per la quarta volta a 0-3 nella sua gloriosa storia. Questo non basterà  alla squadra a salvare la stagione, né permetterà  ai Wolverines di rientrare, prima o dopo, in una posizione del ranking che possa valere un bowl importante ma, approfittando degli errori avversari, Michigan si è perlomeno tolta la soddisfazione di vincere in casa degli Irish e di rimanere con un record stagionale ancora recuperabile quando, lo 0-3 sarebbe stato devastante per il morale e la classifica.

Rimanendo sul fondo della classifica fa scalpore anche l'occasione gettata al vento da Iowa, battuta dai cugini di Iowa State per 15-13 grazie alla precisione del kicker avversario Bert Culberston che colpisce, nell'ordine, da 21, 33, 42, 40 e da 28 yards, e ultimo calcio con un solo secondo rimasto sul cronometro. Sconfitta che condanna gli Hawkeyes ad inseguire proprio quando sembrava scontato che avrebbe fatto compagnia alle sei formazioni imbattute almeno dopo le prime tre gare. Troverà  invece al proprio fianco Illinois, con un Ron Zook finalmente sorridente e con gli Illini che hanno già  eguagliato il numero di vittorie stagionali ottenuto nei primi due anni di Zook sulla sideline.

Sabato Illinois ha superato i 30 punti per la seconda volta in stagione, ma questa volta è andata anche a vincere segnandone ben 41 a Syaracuse, anche se la difesa ha avuto le sue belle difficoltà  a contenere un gioco un tantino più concreto di quello miseramente mostrato da Western Illinois una settimana prima e sconfitta 21-0 dai Fighting Illini. Il 41-20 su Syaracuse, comunque, permette alla squadra di staccare forse per sempre, o almeno per il 2007, quell'ultimo posto al quale si era abituata e comincia a godere dei progressi di Juice Williams, il quale ha anche lanciato il primo TD pass stagionale.
Williams mostra una buona mobilità  e una grande precisione con il braccio, anche se raramente lancia per un big play, colpendo il profondo solo nei momenti più opportuni. Il suo gioco permette alla squadra di perdere poche yard via sack e pochissimi palloni, anche se genera guadagni via aerea altrettanto bassi. Contro Syaracuse, però, Juice ha corso 90 yards e lanciato per 97 (col 72,2% dei completi) e segnato sia via aerea che via terra. Rimane così indietro Minnesota (1-2 come Michigan) sconfitta 42-39 in casa di Florida Atlantic e ancora una volta capace di evidenziare un attacco potente e una difesa colabrodo quando stiamo però ancora parlando di incontri, sulla carta, "leggeri". Chi affianca invece a 2-1 Iowa e Illinois è Northwestern, sconfitta anch'essa nell'ultimo turno da Duke 20-14, dopo le due vittorie iniziali; domenica arriva Ohio State nella prima partita che darà  punti per la classifica finale di Big Ten e questo, nonostante le 838 yards (secondo nella Big Ten) lanciate finora da C.J. Bacher, lascia supporre che la chance di andare 3-1 non siano tante a questo punto.

Si arriva così alla vetta della classifica "extra-conference" e si passa subito da Purdue dove i Boilermakers continuano a evidenziare un attacco stellare (149 punti in tre gare) come ormai da anni ci hanno abituato e una difesa non troppo sicura. Il 45-22 rifilato a Central Michigan ha però dato spazio ai Chippewas solo quando Purdue si trovava già  sul 38-0. Eccellente la partita di Curtis Painter, tipico quarterback da programma di Purdue, armato di potenza e precisione anche sul profondo e che con le 360 yards di sabato scorso è già  salito a quota 952 totali, con 13 touchdown e nessun intercetto: niente male. A supportarlo ci sono il RB Kory Sheets, 144 yards e 2 TD contro CMU e i WR Dustin Keller (245 yards totali) e Dorien Bryant (218).

Indiana, che segna più di trenta punti per gara (per la precisione 55, 37 e 41), ha trovato nel sophomore Kellen Lewis un leader offensivo davvero interessante. Mobile e potente come quasi tutti i QB afroamericani di ultima generazione che dominano (soprattutto) in NCAA, Lewis ha già  corso 317 yards e lanciato per 643, dopo che nell'anno da freshman aveva piacevolmente sorpreso assestandosi a 2221. Sabato, però, il suo mix è stato devastante per Akron, sconfitta 41-24 e che ha visto il giocatore degli Hoosiers piazzare 137 yards e tre TD dal cielo e 199 yards con due TD grazie alla proprie corse. Sabato prossimo Indiana partirà  favorita nel primo scontro diretto contro Illinois, gara che potrebbe portare 4-0 gli Hoosiers e metterli in testa anche nella corsa al titolo di conference.

La sorpresa nel sestetto delle inviolate dovrebbe però essere Michigan State che, al contrario dei Wolverines dell'università  di Michigan, se la passa davvero bene e domenica tenterà  l'impresa, non impossibile, di affossare del tutto Notre Dame. Gli Spartans hanno sofferto e vinto l'ultima partita contro Pittsburgh per 17-13, grazie ad una buona difesa e a un field goal di Brett Swenson a meno di tre minuti dal termine. Il punto forte lo teniamo per ultimo e sono, ovviamente, le "tre sorelle" del ranking con Wisconsin (#9) superata da Ohio State in settimana.

I 31 punti subiti dalla piccola Citadel (D I-AA) hanno fatto perdere due posizioni alla squadra nel ranking nazionale, anche se la vittoria ha allungato a 12 la striscia attiva più lunga della nazione e, pur se con ovvi dubbi sulla tenuta difensiva, Wisconsin si gode il fenomeno P.J. Hill che con 5 TD (4 su corsa e uno su ricezione) ha eguagliato il record della squadra. Hill ha corso per 168 yards, andando in tripla cifra per la seconda gara di fila e mettendosi in lista per battere lo splendido 1569 che, da freshman, gli permise di guidare la classifica delle corse nella Big Ten.

Approfitta dei buchi difensivi altrui Ohio State che, come detto, va al #8 della classifica e si prepara ad incontri ben più duri di quelli affrontati sinora, incontri che non vedranno così spesso i Buckeyes favoriti. Todd Boeckman sta dimostrando di poter reggere bene il peso dell'attacco e nelle tre gare con Youngstown State, Akron e la trasferta di Washington, per quanto non certo proibitive, ha lanciato due intercetti a fronte di sei TD (due per gara). E' però Chris Wells a fare la differenza in gare dove le prove difensive non sono ancora troppo attendibili (22 punti totali subiti, due soli touchdown concessi); il runningback ha già  passato le 100 yards in due partite dopo un avvio non semplicissimo, ha segnato due mete e sta tenendo una media per portata pari a 5,4.

Tra le due litiganti cercherà  quindi di godere Penn State, che con un salto di due posizioni e grazie a qualche caduta a sorpresa in giro per la nazione, ha raggiunto il #10 e sta mostrando una stabilità  eccellente e un buon equilibrio da entrambe le parti del campo. L'ultimo 45-24 rifilato a Buffalo ha portato Anthony Morelli al "career high" in fatto di TD pass (4) e permesso a Joe Paterno di valutare, con successo, le capacità  di Rodeny Kinlaw (129 yards, TD) che prendeva il posto del titolare Austin Scott, un po' spento e vittima di due fumble in sole 9 portate.

Penn State ha tirato i remi in barca nel finale concedendo ben 21 dei 24 punti subiti ma limitando, quando ne era il momento, ogni tentativo avversario e recuperando due palloni. Nelle altre due partite era stata sempre la difesa a dimostrarsi solidissima, tenendo a zero Florida International mentre l'attacco metteva a referto 59 punti e limitando al meglio una Notre Dame migliore di quella vista con Michigan, intercettando il debuttante Jimmy Clausen e concedendo punti solo a un field goal. La meta subita, infatti, era stata opera di un intercetto di Darrin Walls ai danni di Morelli. I problemi dei Nittany Lions derivano proprio dalle palle perse, esclusa infatti la gara contro Florida International, valida solo a fini statistici, i ragazzi di coach Paterno hanno perso 4 fumble, problema che andrà  risolto alla svelta per non obbligare una difesa compatta, ad impossibili lavori straordinari quando l'avversario sarà  più quotato. Il quarterback sembra comunque capace di tenere bene l'attacco e la coppia di runningback è ben assortita; con questi numeri Penn State sta piano piano avvicinandosi al ruolo di favorita della Big Ten, soprattutto se Wisconsin continuerà  a ballare così pericolosamente in difesa. Sabato arriva Michigan, ferita nell'orgoglio ma rigenerata dalla vittoria su Notre Dame: Penn State non deve sottovalutare la gara e ottenere la vittoria che, a differenza di quanto tutti pensassero non più di un mese fa, è assolutamente possibile. In questo caso tutti dovranno fare i conti con i Lions, che a quel punto si troverebbero 4-0 e con un potenziale in grado di portarli realmente fino in fondo.

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