Rich Rodriguez, sfruttando l'agevole calendario, potrebbe portare West Virginia in vetta alla nazione.
Giovedì prossimo la Division I-A di football NCAA vedrà l'avvio della stagione regolare che andrà a concludersi con i classici bowls "minori" in dicembre per culminare, nel nuovo anno, con le sfide per il BCS (Bowls Championship Series) attraverso le finali più tradizionali. Nel 2007 ci sarà comunque una novità rispetto alle ultime stagioni dell'era BCS, visto che le migliori squadre posizionate nei rankings di AP e US Today si giocheranno in sfide incrociate i mitici Rose, Fiesta, Orange e Sugar Bowl tra il primo e il tre gennaio, mentre il campione nazionale uscirà questa volta dallo scontro tra la #1 e la #2 del ranking in una quinta sfida che si terrà sempre nella sede del Fiesta Bowl, ossia Glendale, in Arizona, l'otto gennaio. Sarà quindi il nuovo ed avveniristico stadio degli Arizona Cardinals ad ospitare per la prima volta un evento che esulerà dai tradizionali confronti dei bowls inseriti nel sistema di BCS.
Come ogni anno non ci si può quindi sottrarre a pronostici e pre-ranking su giornali, riviste e siti online, ed anche Playit decide di fare la sua parte. Il lavoro del pronostico sarebbe troppo semplice se inserissimo i nomi più in voga del momento al primo posto (Notre Dame e Ohio State), tanto che il sottoscritto ha deciso di sfidare la sorte e puntare, in prima posizione, su un cavallo dato nel migliore dei casi come semplice piazzato. Ecco quindi il primo rankings preview di Playit, basato semplicemente sui valori (teorici) riscontrati oggettivamente squadra per squadra e sul record finale che queste squadre potrebbero ottenere, influenzando in parte i voti finali di AP e US Today.
#1 - West Virginia (Big East, 2005: 11-1; 7-0)
Perché i Mountaineers così in alto? Solo Street & Smith's ha osato abbastanza da metterli secondi, mentre su USA Today e AP finiscono rispettivamente settimi e quinti. E allora a cosa è dovuta questa scelta? Tecnicamente si comincia dal roster, solido e davvero di ottimo livello. La squadra vincitrice lo scorso campionato dello Sugar Bowl è confermata quasi in toto con ben 51 giocatori su 60 confermati. In secondo luogo c'è il coaching staff, sempre più sorprendente negli ultimi anni e guidato da una piacevole sorpresa come Rich Rodriguez (coach of the year 2005 per la Big East) capace di sfruttare al meglio le proprie risorse e dare il via libera a progetti ambiziosi come la difesa 3-3-5 disegnata dall'innovativo Jeff Casteel. In aggiunta a questi due fattori vi è un calendario abbastanza semplice da affrontare, con una conference che nella sola Louisville vede un avversario di alto livello. Superata indenne la partita in casa dei Cardinals del 2 novembre, West Virginia si troverebbe spianata la strada per un altro sweep interno alla Big East.
Certo, il fattore fortuna sarà determinante e va inserito in quelle caselle che riportano i nomi di infortunati, errori gratuiti, continuità , resistenza fisica. Le squadre inserite nella schedule ma non appartenenti alla division non sembrano poter impensierire troppo i Mountaineers, che a occhio e croce potrebbero essere l'unico team di rango a terminare imbattuti la stagione. La squadra è solida e si basa su un attacco che solo a Louisville soffrirà le forzature al lancio vista la presenza di un gruppo di linebacker in grado di dare pressione alla tasca. Differentemente questa spread offense giocata spesso dalla shotgun e che punta incredibilmente più sulle corse che sui lanci, troverà poche resistenze. Lo scorso anno vennero completati lanci per 1398 yards, mentre, su corsa, Pat White e soci ricoprirono una distanza di 3269 yards; 193 giochi di lancio chiamati contro i 625 di corsa, un sistema che in questa conference e con questi giocatori paga alla grande. Così come ha pagato nello Sugar Bowl nel 38-35 rifilato a Georgia. White è uomo che ha dimostrato di poter lanciare discretamente il pallone, ma è anche stato un quarterback in grado di correre quasi mille yards affiancato da un RB come Steve Slaton, il quale da freshman ha messo a referto 1128 yards. Quest'anno si aggiungerà Owen Schmitt, fullback dalle dimensioni devastanti (6-3 per 245 libbre) pescato dalla Division III e adattissimo a rinforzare il lato forte in copertura sulla tasca grazie ai suoi blocchi devastanti.
L'attacco è più o meno quello di un anno fa, ma con maggior esperienza e coesione e questo non esclude di conseguenza che il receiver Brandon Myles possa essere sfruttato maggiormente per dare meno riferimenti agli avversari. Vero è che con il sistema delle corse nel 2005 sono arrivati 32.1 punti a partita, un'infinità se si pensa che la difesa concede poco o nulla. I 17.8 punti concessi un anno fa possono essere migliorati grazie alla piena maturità raggiunta da tutti i titolari, undici uomini dove contiamo solo junior e senior. La stravagante difesa a 5 backs creata Casteel ha dato ottimi risultati, riuscendo ad essere l'ideale per aggredire il backfield avversario procurandosi un buon numero di sack (29) e 17 intercetti. Su una D-line discretamente potente giocata a tre e guidata dall'ottimo nose tackle Pat Liebig, poggia le fondamenta l'idea di sfruttare tre soli LB's di ruolo e una safety aggiunta capace di ricoprire rapidamente la zona di campo tra il downfield e il box. Ridwan Malik funge quindi da safety vera e propria, da linebacker aggiunto e nickelback in base alla situazione. Con le splendide abilità di Eric Wicks, safety che non scenderà oltre i due giri al prossimo draft, nel guidare la difesa e chiamare la pozione dell'uomo "aggiunto", i ragazzi di Rodriguez hanno però sofferto spesso sui lanci, dove la fretta di blitzare sul QB avversario ha aperto più buchi del previsto. Quest'anno ci saranno miglioramenti nel timing delle esecuzioni e maggior esperienza, con una compattezza di reparto che porterà la difesa a 5 backs a non creare così tanti buchi garantendo lo stesso, eccezionale apporto sulle corse.
Tutto gira intorno alla partita di Louisville per un semplice motivo. Non credo che tra le "teste di serie" ci siano squadre in grado, quest'anno, di scendere sotto le due sconfitte e, di conseguenza, essere gli unici imbattuti a fine stagione porterebbe i Mountaineers ad essere necessariamente considerati come prima forza del rankings visto anche il posto guadagnato in un BCS nello scorso gennaio. Una sconfitta potrebbe invece drammaticamente cambiare le carte in tavola.
#2 – Ohio State University (Big Ten, 2005: 10-2; 7-1)
Per molti i migliori in assoluto, i Buckeyes poggiano solide basi su uno staff incredibilmente valido, su grandi lavori in campo di recruit e su un eccezionale impianto offensivo che quest'anno potrebbe fregiarsi anche di un Heisman Trophy. Vincitrice dell'ultimo Fiesta Bowl, Ohio State un anno fa ha pagato la rocambolesca sconfitta contro Texas e lo scivolone contro i sempre pericolosi Nittany Lions di Penn State. Il patto da rispettare per essere da subito competitivi in questa stagione è quello di vedere la difesa crescere nel modo più rapido possibile. Le partenze dell'intero gruppo di linebacker titolari (Hawk, Carpenter e Schlegel) dovrebbe preoccupare i tifosi che comunque confidano nel "Re Mida" Jim Tressel, il coach che in sei anni ha ottenuto 50 vittorie, con una media di 10 a stagione, conquistato due titoli di conference, un titolo nazionale e immense soddisfazioni nelle recenti sfide con l'odiati Wolverines di Michigan.
La difesa rimane stabile anche con la perdita di importanti giocatori finiti in NFL; innanzi tutto è rimasto Quinn Pitcock, fortissimo tackle al quale tanti ex dovrebbero dei ringraziamenti. Leader della linea, Pitcock troverà alle sue spalle un nuovo trio di LB's piuttosto talentuosi, e dal recruiting sono stati pescati due interessantissimi giocatori come Larry Grant, pescato direttamente dalla Juco League dov'è stato giocatore dell'anno, e Ross Homan, una piccola replica di A.J. Hawk. I due saranno col tempo inseriti nel gioco da Tressel, soprattutto Grant che è un junior e partirà in rotazione già quest'anno, mentre i tre titolari saranno James Laurinaitis, Marcus Freeman e Malcolm Jenkins, con i primi due già molto avanti nel lavoro di strategia difensiva.
Le secondarie sono un'incognita per molti osservatori, i quali considerano, non a torto, il solo Antonio Smith adatto alla situazione. Il punto è: riuscirà la difesa a concedere anche solo più di 5 punti rispetto al 2005? Un anno fa la difesa registrò 15.2 punti subiti a partita e, la mia risposta, attualmente non può che essere "sì, quest'anno non ne subiranno più di venti". Questo permetterà all'attacco di vincere le partite, continuando a puntare sull'esplosività di Troy Smith, quarterback adatto a sfuggire alla pressione nella tasca, eccellente corridore e bravo nel trovare i target quando necessario. Il suo gioco di corsa è devastante e, anche se non sembra adattissimo per la NFL se non dovesse essere un minimo "istruito", è devastante per il college, ma soprattutto somma le proprie yards con quelle Antonio Pittman, RB da 1331 yards corse nel 2005. In uscita col running game la squadra è inarrestabile e, pur avendo perso Santonio Holmes, potrà disporre del già rodato Ted Ginn e Anthony Gonzales, junior adatto se sfruttato per una cinquantina di palloni.
Alle sorti dei Buckeyes sono legate molte delle chances di Smith di poter arrivare all'Heisman Trophy prima di tentare il salto in NFL. Stesso salto che, probabilmente, tenterà lo stesso Pittman, il quale entra nella sua stagione da junior, e che dovrà supportare l'inserimento dell'ottimo Chris Wells, RB considerato da molti il miglior prospetto della nazione pescato quest'anno.
Il dubbio sulla difesa certamente rimane. Anche se parliamo di un reparto assolutamente di livello dobbiamo considerare il fatto che sia stato quasi completamente rinnovato e integralmente ricostruito nei tre spot di linebackers. La grandiosa difesa dello scorso anno non bastò a fermare del tutto i Longhorns di Vince Young e non fu sufficiente contro la solida Penn State del mitico stratega Joe Paterno. Entrambe le sfide saranno riproposte, con i Nittany Lions ancora molto solidi e la sfida con Texas, seppur indebolita, da giocarsi in trasferta. Non vi è inoltre da sottovalutare l'incontro contro Michigan, anche se suolo amico. Se qualcosa dovesse andare storto in una o più di queste partite non ci sorprenderemmo di vedere proprio gli uomini di Paterno in vetta alla conference a fine anno.
#3 – Notre Dame (Independent, 2005: 9-3)
Che i Fighting Irish siano ormai a un solo passo dal tornare ai vertici assoluti della NCAA è un dato di fatto, ma per buona parte degli uomini di Charlie Weiss questa sarà l'ultima occasione di vincere il titolo nazionale. Squadra che nell'ultimo lustro ha dato segnali di completa discontinuità , Notre Dame ha costruito nelle ultime due annate un roster che nella prossima stagione sarà uno dei più ricchi di talento e dotato di maggior esperienza. Nel roster titolare ben 17 giocatori su 23 saranno confermati titolari, e l'attacco è di quelli che fanno seriamente paura. Come per Troy Smith, l'eventuale Heisman Trophy per Brady Quinn è legato all'esito finale della stagione della squadra. Praticamente nessun analista vede come prima squadra della nazione gli Irish, eppure l'attacco è di quelli da record su quasi tutte le statistiche. Il talento di Brady Quinn, quasi certa prima scelta al draft 2007, non è in discussione e si fa scudo di una linea di livello impressionante, con il LT Ryan Harris più che pronto al salto in NFL.
Jeff Samardzija sarà di nuovo il primo target di un sistema giocato con entrambi i receiver molto aperti e potrà confermare le 1249 yards ricevute nella stagione scorsa, coadiuvato dall'ottimo Maurice Stovall il quale ne confezionò 1149. Stovall non c'è più, al suo posto Rhema McKnight che difficilmente avrà lo stesso peso del predecessore. Così come John Carson faticherà a dare gli stessi numeri dell'attuale Dallas Cowboys Anthony Fasano, riducendo probabilmente le giocate aeree sul tight end. Si potrà però chiedere qualche sforzo in più a Darius Walker, il quale da sophomore ha corso ben 1196 yards e quest'anno cercherà la definitiva consacrazione senza necessariamente rendersi eleggibile al draft NFL.
Se l'attacco è da numeri incredibili, la difesa è decisamente più instabile. Praticamente tutti confermati gli uomini che un anno fa garantirono agli avversari 24.5 punti a partita, con 1588 yards lasciate su corsa e 3175 piovute dal cielo. La linea non è fenomenale eccezion fatta per l'end di sinistra Victor Abiamiri, mentre le secondarie sono piuttosto fragili, anche se la leadership della SS Tom Zbikowski può garantire comunque buone chiamate e una maggior continuità . I linebacker sono stati sostituiti e restano una scommessa, come lo è l'unico confermato Maurice Crum, ottimo giocatore reduce però da un'operazione chiururgica subito dopo il Fiesta Bowl perso contro OSU. Il problema di Crum, oltre al completo recupero, sarà quello della pozione in campo che, inizialmente, dovrebbe essere centrale, ma potrebbe vederlo spostato sulla weak side nel caso i meno esperti compagni non siano in grado di dare risultati soddisfacenti.
La stagione da primi della classe di Notre Dame dipende davvero troppo da una difesa che non è in grado di dare eccessive garanzie. Migliorare il record di tre sconfitte del 2005 sarebbe un buon traguardo, ma non garantirebbe, probabilmente, l'accesso alla finalissima se le partite perse fosse comunque un paio. La perfect season è cosa quasi impossibile per gli Irish, i quali dovrebbero chiedere uno sforzo estremo alla loro difesa in un calendario che vedrà la presenza di alcuni ostacoli davvero molto ostici come Penn State e Michigan alle week 2 e 3. Superati questi avversari (entrambi al Notre Dame Stadium), qualche brutta sorpresa potrebbe arrivare da Michigan State e Stanford, battute un anno fa non senza problemi, ma la spinta emozionale sarebbe fondamentale a quel punto e potrebbe rilanciare Notre Dame verso la corona nazionale.
#4 – Texas (Big 12, 2005: 13-0; 8-0)
Campioni nazionali in carica, imbattuti per tutta la scorsa stagione, trionfatori del Rose Bowl sulla grandissima USC, autori di 652 punti (50.2 a partita) a fronte dei soli 213 (16.4) subiti. Ma se Vince Young non c'è più? Chi lo sostituisce un quarterback da 3036 yards lanciate e 1050 corse. La risposta è semplice: nessuno. Scomparso dal roster anche il backup Matt Nordgred ai Longhorns non resta che affidarsi all'intuito di Mack Brown, il quale secondo molti potrebbe togliere la redshirt a Colt McCoy e iniziarlo da subito al football in Texas. In una squadra che dovrà scommettere molto sulle corse questa potrebbe essere una soluzione, ma le probabilità di vederla realizzata non sono pari al cento percento. Brown sostiene di aver provato molto anche Javon Snead, altro freshman che il coach di Texas cerca di preparare insieme a McCoy alla grande avventura. Una sfida a due quindi, senza considerare troppo le altre opzioni a roster e basandosi su due talenti da far esplodere in un paio di stagioni.
Nel frattempo, quindi, il backfield diventa fondamentale. Cedric Benson se ne è andato da un po', ma senza l'ingombro di Vince Young, Jamaal Charles sembra assolutamente in grado di portare palla 150 volte a stagione e con buoni risultati. Brown giocherà una singleback inserendo tre WR fissi ed un solo tight end? Coprire le zone di campo con split, flanker e wide sarebbe una mossa azzeccata con Brady Quinn in cabina di regia, ma con due freshman da lanciare a poco servirebbero persino le qualità di Jermichael Finley, ottimo TE pronto a sostituire il top receiver 2005 Michael Griffin. I casi sono due: o Brown conosce al massimo il potenziale dei propri QB e sa di poter continuare a giocare con tre WR sempre in campo dando spazio a Charles dal backfield per togliere pressione o c'è qualcosa che ci sfugge. Probabile che la soluzione più indicata sia la prima, ma l'idea di tenere la tasca semivuota con un esordiente al lancio sembra un azzardo. Young, oltre ad essere un fenomeno assoluto, riusciva da solo a diversificare le giocate offensive e a togliere punti di riferimento, grazie alla capacità di giocare in scramble, trovare i bersagli o andarsi a prendere da solo il down. Probabile che McCoy/Snead siano quarterback in grado di accompagnarsi con un solido running game, ma è evidente che le difficoltà non saranno poche, e le possibilità studiate dall'head coach certamente non si fermano qui. Certo, parliamo pur sempre di due ragazzi che nella high-school hanno alzato numeri da favola (116 TD passes per McCoy mentre Snead è stato eletto All-America guidando Stephenville High fino alle semifinali nazionali), ma in Division I la musica sarà certamente differente; se Brown decide di giocarsela su di loro avrà trovato del buono, in fin dei conti non parliamo di uno sprovveduto e possiamo aspettarci solo piacevoli sorprese.
Se l'attacco avrà comunque numeri decisamente inferiori rispetto alla stagione culminata nel titolo nazionale conquistato a Pasadena, la difesa potrebbe mantenere una certa solidità , garantita anzitutto da Michael Griffin come FS (il quale verrà affiancato nello spot di strong dal gemello Marcus), Tim Crowder e Brian Robinson come coppia di ends tra le più forti della nazione. I tackles Derek Lokey e Frank Okam (junior e sophomore) saranno una novità sulla quale molti scommettono ad occhi chiusi, ma peseranno le assenze di Michael Huff e Cedric Griffin sulle secondarie, visto che almeno tra i linebacker si potranno registrare i ritorni di Robert Killebrew e dell'All America Rashad Bobino.
Il dubbio ruota quindi intorno ai numeri dell'attacco destinati a crollare in modo sconvolgente, con un quarterback esordiente a farsi le ossa direttamente sul campo da gioco. La difesa potrà fare di nuovo la voce grossa, ma è evidente che contenere e battere Ohio State quest'anno sarà molto più dura, anche se in casa, e ostacoli come Texas Tech, ma soprattutto Nebraska, entrambe in trasferta, potrebbero nascondere più insidie di quanto non dica il passato. Texas rimane una squadra in grado di limitare i danni a una o due sconfitte, ma sarà più dura rivederla tra le prime due del rankings nazionale.
#5 - Florida (SEC East, 2005: 9-3; 5-3)
Urban Meyer ha lavorato benissimo lo scorso anno con i Gators, ha costruito un impianto offensivo di buon impatto e destinato a migliorarsi e lavorato molto bene su una difesa che non presentava grandissimi nomi in generale. Il centesimo anno di football collegiale per i Florida Gators potrà essere festeggiato in modo più che dignitoso a mio modo di vedere, e buona parte del merito andrà all'head coach, il quale al secondo anno di lavoro potrà contare su maggior solidità e, soprattutto, conoscenza in ambito di playbook. Senza stravolgere troppo il lavoro, Meyer ha scelto i giochi giusti per le persone giuste ed il suo primo recruit ha fruttato molti plausi in tutta la nazione. Il coach sta già lavorando al futuro e la sostituzione del quarterback Chris Leak, probabilmente unico atleta da prime 50 chiamate al draft NFL in squadra, è già pronta grazie alla chiamata della stellina di Nease High School: Tim Ebow.
Quest'anno Florida punta a migliorare anzitutto il record dello scorso anno, cercando di sfruttare appunto la maggior compattezza del gruppo. Per molti l'impegno è proibitivo, proprio perché tutte e tre le sconfitte di un anno fa avvennero all'interno della conference. Il calendario non è semplice, Georgia, Auburn e LSU sono avversari di caratura elevata e tutte e tre possono stare tra le prime 15 della nazione, con le ultime due potenzialmente da top ten. Inoltre rimane l'ostacolo Alabama, che potrebbe addirittura peggiorare la situazione in casa Meyer, visto che già un anno fa fermò i Gators sul 31-3; ma proprio l'implemento di nuovi starter e l'esperienza accumulata in un anno fanno di Florida la mia favorita all'interno della Southern Conference.
In attacco Leak guiderà di nuovo l'huddle, come passer accurato, preciso e capace certamente di migliorare le 2639 yards del 2005. A ricevere non ci sono grandi nomi, ma Dallas Baker ha già portato a casa 600 yards come secondo target un anno fa, mentre il primo obiettivo della "wide" offense di Florida dovrebbe essere Andre Caldwell offuscato nela scorsa stagione da Chad Jackson. Buonissima l'impressione fatta da Cornelius Ingram, pescato come quarterback e provato, appunto, come WR dai numeri soddisfacenti. Tate Casey sarà il nuovo TE titolare in un sistema aereo dove servono il supporto nei blocchi per dare secondi al passer e tracce molto aperte per aggredire le sideline e le flat. Keshtahn Moore sarà il nuovo RB dopo le 277 yards corse nella passata stagione come terzo string nello spot, una capictà quella di Meyer di dare spazio e numeri a tutti i giocatori per ritrovarli, al secondo anno, con valutazioni sul campo e maggior convinzione nei loro mezzi.
La difesa che ha concesso meno di venti punti a partita è confermata quasi in blocco eccezion fatta per le secondarie, con un reparto linebacker dove è d'obbligo tenere d'occhio due personaggi come Earl Everett e Brandon Siler. Tra i defensive backs rimane solo Reggie Nelson, buona strong safety con ottime qualità di colpitore. In attesa di risolvere i problemi disciplinari del senior Steven Harris, sarà Marcus thomas il tackle titolare di sinistra di una D-line che, pur senza essere ricca di nomi, si basa su un buon talento e una grande esperienza a livello collegiale.
La crescita e la maturità della squadra e in particolar modo di chi era già presente un anno fa, dovranno manifestarsi in modo evidente sin dalle prime partite di campionato. Il resto sarà una conseguenza. Se ci saranno i progressi che tutti si aspettano, Urban Meyer potrà guidare i suoi ragazzi ad una stagione nettamente migliore del 9-3 e dell'Outback Bowl comunque vinto un anno fa. Il centenario di agonismo del football della Florida University spera di essere festeggiato in un BCS, e pur con un calendario impegnativo le prospettive per farcela sembrano esserci tutte.
Outsiders.
6 - California. Il 4-4 ottenuto all'interno della Pac-10 di dodici mesi fa verrà risollevato dalla crescita di una difesa infarcita di talenti sia sulla linea con Brandon Menane e Nu'u Tafisi che sulle secondarie grazie a una splendida coppia di cornerbacks (Dayemon Hughes e Tim Mixon). Il LB Desmond Bishop sarà l'ottimo capitano di questa difesa che, a fine anno, vedrà molti suoi uomini salire in NFL. Nate Longshore, sophomore, verrà definitivamente lanciato come QB dopo le girandole poco gratificanti per tutto l'attacco. Il RB Marshawn Lynch sta forse già pensando alla NFL, gli basterà replicare le 1246 yards della sua stagione da sophomore.
7 - Southern Cal. Se Texas avrà problemi a sostituire Vince Young immaginatevi come farà USC a trovare gli eredi di Matt Leinart, Reggie Bush e LenDale White. Più parte della O-line che per questi signori ha combattuto con forza e continuità . Ci sono ancora buoni giocatori, alcuni ottimi, ma in attacco sembra mancare un playmaker e difficilmente Dwayne Garrett farà la differenza in ricezione senza un QB esperto. La difesa sembra ancora piuttosto solida, ma coach Pete Carroll sa che in questa stagione sarà impossibile confermare il 12-1 (8-0 in conference) e lavorerà sul futuro sperando nel frattempo di togliersi qualche soddisfazione.
8 - Penn State. Ci si dimentica troppo spesso di quanto solida fosse questa squadra nel 2005. Molti giocatori saranno in campo anche in questa stagione, e i vincitori dell'ultimo Orange Bowl potranno contare su un team in generale esperto e continuo. Fin quando, inoltre, non verrà pensionato quel genio della panchina che risponde al nome di Joe Paterno (quarantunesimo anno per lui) c'è da aspettarsi di tutto.
9 - LSU. Squadra equilibrata come poche, molti giocatori interessanti che entrano al terzo anno e potrebbero esplodere con forza. JaMarcus Russell, quarterback, già la stagione scorsa lanciò per 2443 yards, ed è "solo" junior. Perso Joseph Addai per le corse sarà Alley Broussard a uscire palla in mano, giocatore molto apprezzato da Les Miles, coach che sta lavorando bene come pochi qui in Louisiana. La difesa può ancora migliorare, ma la questione sembra più di esperienza che non di qualità , in un reparto che conta forse troppi sophomore e nessun uomo da tre o quattro anni eccezion fatta per le safety dove spicca il forte FS LaRon Landry.
10 - Oklahoma. Dietro ai Texas nella Big 12 dovrebbero esserci per forza loro, guidati dal fenomenale Adrian Peterson, runningback dalle potenzialità immense e probabile destinazione NFL con un anno di anticipo. La difesa è comunque il vero punto forte, capace di colpire, creare turnover, segnare punti" una vera forza della natura che può aiutare i Sooners a tornare alle 10 vittorie stagionali dopo le sole 8 dell'anno scorso, un numero piuttosto basso per chi nel triennio 2002-'04 si era abituato a una costante pari a 12.