Urban Meyer, attuale coach di Utah e futuro allenatore di Florida
Dei quattro Bowl BCS il Fiesta è sicuramente quello che manda in campo le università meno prestigiose (Utah e Pittsburgh) ed anche per questo motivo l'attenzione dei media si è concentrata soprattutto sui due head coach. La partita è stata denominata da qualcuno il "Lame Duck Bowl" perché entrambi gli allenatori sanno già che quella del primo gennaio sarà la loro ultima partita con le rispettive università .
Non era mai successo in passato che entrambe le università di un Bowl fossero guidate da allenatori con la valigia in mano. Sia Meyer che Harris oltre a preparare le loro attuali squadre per la partita hanno anche dovuto darsi da fare per organizzare il recruiting delle loro prossime università . In particolare Meyer ha ricevuto qualche critica perché sembra che stia cercando di "dirottare" verso la sua nuova università i liceali intenzionati ad iscriversi nello Utah.
I due allenatori
Urban Meyer, coach di Utah, grazie al fatto di aver portato gli Utes ad un Bowl BCS è considerato uno degli allenatori più promettenti del college football ed ha già firmato un contratto con l'università della Florida. I Gators si affideranno al 40enne coach per rimettere in piedi un programma che sotto la direzione di Ron Zook non è mai riuscito ad emulare i successi dell'era Spurrier.
Meyer e gli Utes sono già entrati nella storia del college football perché sono la prima università di una conference non BCS ad essere invitata ad un Bowl dei quattro Bowl più remunerativi (si parla di un guadagno per i programmi di qualcosa come 14 milioni di dollari).
Il suo posto sarà preso dall'attuale offensive coordinator Kyle Wittingham. La sua scelta è stata molto apprezzata dagli underclassmen che si sono detti felici sia per Meyer che ha sfruttato l'occasione di una vita sia per la scelta del nuovo allenatore che garantisce la continuità con il passato. Wittingham sarà presente anche al Fiesta Bowl mentre mancheranno quattro membri dello staff tecnico che hanno firmato per altre università e già sono alle prese col nuovo lavoro.
Dall'altra parte ci sarà Walt Harris che dopo otto anni saluta i Panthers e andrà ad allenare la squadra di football dell'unità di Stanford. Nel suo periodo in Pennsylvania Harris ha fatto uno splendido lavoro lasciando il programma sicuramente in uno stato migliore di come lo aveva ricevuto ma questo non è bastato per salvargli il posto.
Il malcontento per l'assenza di Pitt nei Bowl che contano stava iniziando a diventare forte ma Harris si sarebbe salvato se non avesse contattato Stanford per ottenere da Pitt un prolungamento del contratto.
I dirigenti di Pittsburgh non solo non si sono fatti forzare la mano ma hanno addirittura lasciato libero Harris di lasciare l'università con un anno di anticipo. A partire dal prossimo anno l'attuale coach dei Panthers allenerà quindi nella Pacific-10 ed in molti hanno la sensazione che il giochetto dell'allenatore e del suo agente abbia finito per nuocere soltanto ad Harris.
Dopo l'annuncio del dell'allenatore all'università della Pac-10 l'athletic director di Pitt non è stato con le mani in mano e dopo aver intervistato mezza NFL è finalmente riuscito un paio di giorni fa a convincere l'ex coach dei Miami Dolphins, Dave Wannstedt. Quest'ultimo in un primo momento aveva rifiutato ma la prospettiva di tornare a Pittsburgh (vicino agli Steelers?) e l'aumento dell'ingaggio offerto gli hanno fatto cambiare idea.
La stagione delle due squadre
Come detto l'annata di Utah è stata semplicemente perfetta come testimoniato dalle undici vittorie in altrettante partite e dal secondo titolo consecutivo della Mountain West Conference. Tutto questo è valso alla squadra il sesto posto nel ranking BCS e l'invito al Fiesta Bowl anche se i critici hanno fatto notare che gli avversari di Utah erano tutt'altro che imbattibili (lo scontro più difficile è stato quello con Texas A&M).
I Panthers hanno chiuso la stagione alla posizione numero 19 del ranking ed hanno per questo ricevuto molte critiche dagli addetti ai lavori. Pitt però ha solo usufruito dell'accesso automatico concesso alla squadra campione della Big East quando quest'ultima era ancora una delle migliori conference della nazione. Non sono stati certo i Panthers a voler far uscire dalla Big East due potenze come Miami e Virginia Tech con il conseguente abbassamento del livello qualitativo della conference.
Il loro cammino nel 2004 è stato piuttosto accidentato. Un gruppo molto giovane ha pagato cara la sua inesperienza nelle prime partite perdendo contro Nebraska e Connecticut e rischiando seriamente la faccia contro l'università di Furman (Division I-AA). Proprio nel momento in cui il destino di Harris sembrava ormai segnato la squadra ha trovato la forza per 6 delle successive 7 partite e arrivare primi nella Big East (in coabitazione con altre tre squadre).
I giocatori da seguire – Utah
Partiamo da quella che i quotidiani d'oltreoceano hanno ribattezzato la Cinderella dei Bowl 2004: Utah. Il giocatore più importante è sicuramente il quarterback Alex Smith. Lo junior si è dimostrato pericoloso sia con i suoi lanci che con le sue corse arrivando a segnare per l'università un totale di 38 touchdown. L'ottima stagione gli è valsa anche la candidatura per l'Heisman Trophy (quarto posto finale) e gli ha fatto vincere il premio di giocatore dell'anno da Sporting News e Sports Illustrated.
Meyer ha costruito un meccanismo perfetto che grazie all'ottima intesa fra Smith ed i wide receiver Steve Savoy e Paris Warren ha permesso agli Utes di guadagnare 260 yard per via aerea ad incontro (24esimi nella nazione). I due ricevitori formano una buona coppia perché Warren è il giocatore cui dare la palla in mezzo al campo e nei momenti di difficoltà mentre Savoy è più veloce del collega ed è pericoloso quando Meyer chiama un lancio lungo.
Un'altra possibilità per Meyer è affidare il pallone al running back Marty Johnson che ha segnato 14 touchdown e soprattutto sembra finalmente aver risolto i problemi fuori dal campo (gravi problemi di alcolismo) ed riuscito ad eccellere sia in campo che nello studio. Insieme al senior si è messo in luce anche Quinton Ganther che ha guadagnato il posto di titolare per il prossimo anno.
La difesa di Utah non ha molti giocatori di spicco ma si è ben comportata in termini di punti concessi pur avendo permesso agli avversari di guadagnare parecchie yard a partita. "Sappiamo che in attacco sono molto forti ma anche la difesa è molto più complicata di quanto si pensi. Abbiamo provato in allenamento con lo scout team ad implementare qualcosa di simile ed abbiamo incontrato parecchie difficoltà sia in difesa che in attacco", ha spiegato Harris.
I giocatori da seguire – Pittsburgh
L'attacco di Pitt si basa invece sui lanci del quarterback Tyler Palko per il wide receiver Greg Lee. Il running back Raymond Kirkley nonostante qualche problema di troppo nella linea offensiva si è comportato egregiamente quando è stato chiamato in causa ed è riuscito a lasciare il segno con 6 touchdown.
Palko è stato una delle sorprese della stagione ed anche lui è entrato nella storia della sua università per essere stato il primo a lanciare 5 touchdown contro Notre Dame lo scorso novembre. Il giocatore, cresciuto a Pittsburgh, ha lanciato in totale 23 touchdown contro 7 intercetti finendo con un buon rating di 137.25.
Lee ha dovuto prendere il posto di uno dei migliori wide receiver della nazione, Larry Fitzgerald, e nella sua prima stagione da titolare ha confermato la tradizione dell'università che sotto Harris è soprannominata "Wide Receiver University". Già l'anno scorso da matricola pura aveva fatto vedere ottime cose e quest'anno si è ripetuto chiudendo addirittura al primo posto nella conference per yard ricevute per partita.
Seguendo le orme del suo predecessore Lee sta mettendo su qualche chilo per diventare anche un ottimo blocker e resistere meglio ai tackle avversari. Se riuscirà ad evitare i piccoli problemi fisici di questo inizio stagione Lee sarà sicuramente uno dei migliori ricevitori del 2005 e potrebbe anche pensare ad un ingresso anticipato fra i professionisti.
Le chiavi della partita
Il play-calling di Dan Mullen
Mullen è l'attuale coach dei quarterback di Utah e a causa dell'assenza dell'offensive coordinator Mike Sanford sarà chiamato a scegliere quali schemi far eseguire all'attacco degli Utes. L'assistente non potrà neanche godere della visione dall'alto di cui si avvalgono di solito i coordinatori perché dovrà restare a bordo campo per continuare ad aiutare i quarterback di Utah (in particolare Smith). Mullen probabilmente sarà il nuovo offensive coordinator di Florida ma finora con gli Utes pur prendendo parte alle riunioni pre-partita non ha mai svolto un compito così delicato.
Smith vs. secondaria di Pitt
Smith avrà di fronte una difesa che concede ai quarterback avversari 250 yard a partita e 18 touchdown. L'unica nota positiva della difesa dei Panthers sono i 17 lanci intercettati quest'anno ma contro un quarterback preciso come Smith i linebacker Malcolm Postell e H.B. Blades avranno poche chance per un big-play. Il quarterback degli Utes sarà favorito anche dal vantaggio di vista fisico di cui gode Lee sulla secondaria avversaria.
Palko vs. la pressione della difesa di Utah
Palko dovrà far vedere ancora una volta la sua abilità nel fuggire la pressione avversaria perché l'ottima linea difensiva di Utah ha recuperato tutti gli infortunati e quella offensiva di Pitt non sempre ha offerto una buona protezione al passatore (31 sack concessi finora).
Confronto fra gli special team
Nel caso la partita dovesse essere in bilico fino alla fine saranno probabilmente gli special team a deciderla ed in questo reparto Utah sembra in vantaggio rispetto agli avversari. Pitt quest'anno si è già vista bloccare ben cinque punt e se anche il punt dovesse andare a buon fine gli Utes sono secondi nella nazione per yard ritornate di media in seguito ad un punt: 41.1.
Per quanto riguarda i kicker invece Pitt può contare su un giocatore di sicuro affidamento (Josh Cummings) mentre quello di Utah (David Carroll) ogni tanto ha qualche problema con i kickoff. Va detto però che il giocatore è al primo anno e che col passare del tempo è migliorato parecchio in questo settore.
Note a margine
Le due università non si sono mai affrontate su un campo di football" Per i Panthers si tratta del terzo Fiesta Bowl cui partecipano ed il record è di 1 vittoria e 2 sconfitte" L'unico successo arrivò nel 1979 contro Arizona mentre persero quelli del 1973 e del 1984 rispettivamente contro Arizona State ed Ohio State" Nelle ultime due edizioni il Fiesta Bowl è stato vinto da Ohio State che quest'anno si dovrà accontentare dell'Alamo Bowl"Secondo i bookmaker Utah è favorita di 16.5 punti su Pittsburgh"Pitt non gioca dal 4 dicembre mentre Utah addirittura dal 20 novembre.