Nick Saban, allenatore di LSU ed artefice massimo dei successi dei Tigers
Il titolo nazionale vinto lo scorso anno da LSU rappresenta l'ultimo tassello del lavoro straordinario compiuto dall'allenatore Nick Saban. L'head coach più pagato del football NCAA ha preso in mano cinque anni fa un programma reduce da otto stagioni con record negativo su undici e lo ha portato lì dove i Tigers non arrivavano dal 1958.
Ora però l'allenatore è alle prese con un problema ancora maggiore: calmare l'ambiente che chiede a gran voce un altro titolo ed al primo errore potrebbe mettere troppa pressione addosso alla squadra.
Saban è stato cauto come sempre ed ha subito messo in chiaro le cose dicendo che le prestazioni dell'anno passato non saranno considerate come uno standard cui attenersi e che il suo obiettivo principale è ottenere il massimo da ogni singolo giocatore.
Sarà impossibile far sbilanciare il coach nelle dichiarazioni almeno fino all'inizio di ottobre quando è prevista la difficile doppia sfida con Georgia e Florida. Se i Tigers dovessero vincere entrambe le partite allora la squadra diventerebbe una delle maggiori favorite vista la facilità del calendario e l'eliminazione nel calcolo del rating BCS della parte che teneva in considerazione la difficoltà degli avversari incontrati.
Saban negli incontri con i media non ha voluto approfondire neanche il discorso sulla scelta dei titolari nei ruoli rimasti scoperti dopo il draft. Il dubbio più importante è su chi dovrà ricevere il 4 settembre gli snap del centro Ben Wilkerson. Sono in lizza il senior Marcus Randall e due matricole molto promettenti che nel camp hanno stupito parecchio gli addetti ai lavori (JaMarcus Russell e Matt Flynn).
Vista la qualità dei contendenti non è esagerato dire che Saban farà la scelta giusta semplicemente scegliendo uno qualsiasi dei tre. Il vincitore potrà contare su un supporting cast di tutto rispetto.
La linea potrebbe addirittura essere migliore di quella dell'anno scorso e questo permetterà ancora una volta al gruppo di tailback di mettersi in mostra anche se la maggioranza degli hand-off dovrebbero finire fra le mani del sophomore Justin Vincent (1001 yard guadagnate lo scorso anno).
Alla fine dello scorso anno l'allenatore ha convinto i più promettenti junior della difesa ad aspettare ancora un anno prima di andare nella NFL per cercare di entrare nella storia di LSU con un repeat e soprattutto per migliorare ulteriormente le loro qualità (Saban è un guru della difesa).
Ritornano così i migliori cornerback della conference (Travis Daniels e Corey Webster) e l'end Marcus Spears che dovrà prendere il posto di leader della linea lasciato vacante da Marquise Hill.
Anche il gruppo di linebacker può contare su un paio di titolari dello scorso anno e nel camp si sono messi in luce parecchi giovani quindi il reparto non preoccupa più di tanto lo staff tecnico.
L'avversario più pericoloso per i Tiger sarà Mississippi. I Rebels hanno perso il quarterback Eli Manning ed hanno avuto qualche problema disciplinare di troppo nell'off-season ma possono contare su un gruppo di giocatori che conosce alla perfezione gli schemi di David Cutcliffe. Inoltre aiuterà sicuramente la squadra il fatto di non avere più addosso i media e le pressioni che questo comporta.
Il nuovo quarterback è Michael Spurlock che può contare sulla migliore linea offensiva della conference e che a differenza del suo predecessore è molto più mobile e non disegna le corse per guadagnare da solo il primo down.
Queste sue caratteristiche hanno permesso a Cutcliffe di inserire nel playbook maggiori giochi di corse e sfruttare così appieno il tailback Vashon Pearson che ha fatto una così buona impressione nel camp primaverile.
La difesa ha invece qualche lacuna che non sembra ancora essere stata colmata. Ci riferiamo in particolare alla linea che vedrà in campo diversi giocatori con poca esperienza ad alto livello e non ha riserve in grado di scendere in campo in una conference così impegnativa per la linea come la SEC.
Il gruppo dei linebacker non è messo molto meglio a livello di esperienza anche se i nuovi arrivati sembrano migliori atleti di chi se ne è andato. Per fortuna la secondaria ritorna quasi intatta ed è colma di giocatori di talento come da queste parti non si vedeva da tempo.
Un'altra università che rispetto allo scorso anno ha perso parecchio appeal per i media è Auburn che solo dodici mesi fa era stata indicata da qualche rivista del settore come la squadra numero uno della nazione.
Una volta scesa in campo la squadra ha stentato parecchio (specialmente all'inizio) e i massimi dirigenti dell'istituzione avevano addirittura contattato un altro allenatore prima di essere costretti a confermare Tuberville quando il loro candidato si è tirato indietro.
Nell'off-season ci sono stati parecchi cambi nello staff tecnico ed ora i Tigers hanno per la quarta volta in quattro anni un nuovo offensive coordinator. Questa volta tocca ad Al Borges ed almeno per quanto visto nel camp Auburn ha migliorato parecchio il suo playbook offensivo e se anche il play-calling non sarà ripetitivo come lo scorso anno si potrà dire che Tuberville ha fatto un ottimo acquisto.
L'anno scorso la difesa a livello statistico è stata ottima però nelle partite importanti non ha opposto nessuna resistenza soprattutto a causa dell'inesperienza della secondaria. Ora che questo reparto sembra essersi sistemato Tuberville ha trovato nel front seven una nuova fonte di preoccupazione.
Non ci sono più cinque titolari e se fra i linebacker ci sono delle buone alternative non altrettanto si può dire della linea. Dopo il camp si è un po' più ottimisti perché si è messo in luce la matricola al secondo anno Josh Thompson e l'end Stanley McClover è tornato in campo dopo i problemi accademici di una anno fa ma attorno a loro non sembrano esserci giocatori in grado di reggere l'impatto della SEC.
Un programma da cui proprio non sappiamo cosa aspettarci è Alabama. Lo scorso anno la squadra allenata da Mike Shula ha perso ben nove partite (massimo storico dal 1955) ma bisogna ricordare lo scandalo che ha coinvolto l'allora head coach Mike Price (appena assunto). Dopo il suo allontanamento i dirigenti sono stati costretti a scegliere in tutta fretta un candidato chiamando appunto l'ex alunno dell'università del Crimson Tide.
Quest'anno le cose dovrebbero migliorare non solo per il maggior tempo avuto a disposizione per il recruiting ma anche perché in primavera tutti gli infortunati della passata stagione si sono presentati in ottima forma e Shula ha avuto a disposizione tutta la squadra titolare.
In attacco nonostante il ritorno del quarterback Brodie Croyle si dovrebbe assistere ancora una volta ad un gioco basato soprattutto sulle corse dei tailback Ray Hudson e Tim Castille. Quest'ultimo potrebbe essere utilizzato anche come ricevitore per ovviare all'inesperienza del gruppo di wide receiver che schiera come titolari una matricola ed un sophomore.
In difesa Shula fa molto affidamento sull'end Todd Bates che ritorna in azione dopo essere stato messo da parte in seguito alla sua positività ad un controllo per efedra. A parte lui la linea è composta da giocatori senza molta esperienza che dovranno essere aiutati parecchio dal miglior reparto difensivo di quest'anno, i linebacker.
Inoltre una mano arriverà dalla tanto criticata secondaria che sembra essere migliorata parecchio nell'off-season e dovrebbe permettere ad Alabama di migliorare quella difesa contro i lanci che troppo spesso l'anno scorso è risultata determinante per le sconfitte del Crimson Tide.
Quando si parla di rebuilding si pensa sempre ad un difficile lavoro per l'allenatore ma raramente abbiamo assistito a quello che sta succedendo ad Arkansas.
I Razorback rispetto all'anno scorso anno perso 18 giocatori su 22 e solo grazie all'abilità nel recruiting di coach Houston Nutt sono in grado di schierare una squadra competitiva. Nonostante Nutt Arkansas è però destinata ad un campionato di basso profilo anche considerando il calendario piuttosto impegnativo che prevede partite in trasferta con Florida, Auburn e South Carolina.
Chiude la conference Mississippi State che dopo essere arrivata ultima nelle tre passate stagioni ha deciso di sostituire Jackie Sherrill con Sylvester Croom, ex allenatore dei running back di Green Bay e con alle spalle 17 anni di esperienza nella NFL.
Già al momento della sua assunzione Croom è entrato nella storia della SEC perché ha finalmente infranto un tabù che durava ormai da 70 anni: Croom è infatti il primo allenatore nero ad essere nominato head coach di una squadra della conference.
Per finire sulle prime pagine per meriti sportivi Ole Miss dovrà faticare parecchio perché oltre al nuovo allenatore i Rebels hanno anche un nuovo quarterback e dovranno fare a meno del tailback Nick Turner che nell'off-season è stato allontanato dalla squadra.
Proprio questa decisione ed un incontro chiarificatore dopo la sua assunzione sembrano aver finalmente portato un po' di disciplina in uno spogliatoio troppo "allegro".
Il talento a disposizione non è molto e il numero di titolari importanti che ritornano non è elevato quindi a livello di partite vinte e perse per i Bulldogs potrebbe andare ancora peggio dello scorso anno.
Nel camp si è però visto che la squadra segue le indicazioni dell'allenatore e la presenza di parecchi underclassmen fra i titolari fa ben sperare per il futuro. A livello di singoli da tenere d'occhio il tailback Jerious Norwood e il wide receiver McKinley Scott in attacco ed il nose tackle Ronald Fields in difesa.