I freshmen da ‘One and Done’

John Wall è pronosticato dai più come prima scelta assoluta: saprà  portare Kentucky al titolo?

A partire dalla seconda metà  degli anni novanta, con Kevin Garnett come capostipite, un sempre maggior numero di giocatori proveniente dall'high school ha tentato il grande salto verso il mondo dei pro.

Kobe Bryant, Lebron James, Dwight Howard, nessuno tra loro ha mai speso una sola ora sui banchi di un college, tuttavia ora sono degli All Star NBA, con contratti da decine di milioni di dollari.
Tentando di seguire il loro esempio molti ragazzi, dei veri e propri dominatori a livello liceale, si dichiararono al draft per poi veder sprofondare le proprie carriere professionistiche nel limbo della mediocrità , a causa della troppa fretta nell'inseguire facili guadagni.

La sempre crescente diffusione di questo fenomeno, con le sue conseguenze negative anche per gli stessi team che vedevano vanificate le proprie scelte in prospetti troppo acerbi, ha portato all'introduzione, a partire dal 2006 , della norma che preclude ai liceali l'immediato accesso al draft NBA.

Tale norma ha però moltiplicato il numero dei cosiddetti "one and done", ovvero di quei giocatori che si dichiarano subito dopo il loro anno da freshmen. Si può infatti sicuramente affermare che le brevi ma intense carriere collegiali di Greg Oden, Derrick Rose, O.J. Mayo, Kevin Durant, Tyreke Evans, solo per citarne alcuni, siano figlie dell'introduzione di tale limitazione.

Per questi motivi anche al prossimo draft sono attesi dei freshmen, per alcuni ormai la dichiarazione è già  certa, per altri sarà  probabilmente subordinata all'andamento della stagione e alla loro capacità  di rendere competitivi i propri team fin da subito.

Vediamo ora quindi quali potrebbero essere i prossimi freshmen a dichiararsi al draft con concrete possibilità  di essere scelti al primo giro:

John Wall

Il ragazzo da Raleigh, North Carolina, che viene già  da tempo considerato la probabile prima scelta da tutti i principali mock draft, è sicuramente l'esempio più calzante di giocatore "di passaggio", costretto dalle norme a passare per il college invece di tentare direttamente il salto tra i professionisti.

E' probabilmente il liceale numero uno della sua classe, reclutato da Calipari per cercare di riportare Kentucky al titolo che manca ai Wildcats dal 1998.

Si può affermare che Wall sia l'archetipo della point guard moderna: atletismo e velocità  debordanti, capacità  di attaccare l'anello ed aprire in due le difese, impossibile da fermare in isolamento. In difesa ha innate capacità  di anticipare le linee di passaggio e di stoppatore, figlie dell'atletismo e della lunghezza delle braccia.

Tuttavia si stratta ancora di un giocatore grezzo, che conta ancora troppo sul proprio atletismo, come playmaker è molto efficace in transizione ma è carente nelle letture e tende a perdere palloni cercando giocate ad effetto.

E' dotato di una buona meccanica di tiro, tuttavia deve migliorare il proprio range, visto che da oltre l'arco non può ancora essere considerato una minaccia.

Dal punto di vista difensivo ha tutte le potenzialità  per diventare uno stopper, manca ancora però di attitudine e mentalità . Potremmo essere di fronte ad un clone di Derrick Rose, sia come potenzialità  in ottica NBA sia, come spera Calipari, come capacità  di rendere competitiva Kentucky da subito.

Xavier Henry

Henry viene da Oklahoma City e con lui Kansas si è probabilmente assicurata la miglior shooting guard del lotto, inoltre in ottica NBA il ragazzo ha la statura (6'e6") ed il fisico per competere fin da subito al piano di sopra.

Il neo Jayhawk è dotato di un eccellente tiro da 3, sia dal punto di vista del range che della meccanica ma deve assolutamente migliorare il proprio jumper dalla media e il ball handling.

Essendo dotato di un ottimo fisico dovrebbe sfruttare tale caratteristica a proprio vantaggio, compensando una carenza di atletismo rispetto ad altri pari ruolo, per guadagnare conclusioni ravvicinate e tiri liberi. Potenzialmente può diventare un ottimo difensore per fisico e propensione ma deve migliorare a livello di intensità  e costanza.

Si tratta di un giocatore dal grande upside e dalla sua ha caratteristiche di grande alienabilità  ed etica lavorativa. L'aver scelto un programma di alto livello come Kansas gioca dalla sua parte, potrà  infatti competere fin da subito contro i migliori pari ruolo e dimostrare di essere un vincente già  da freshmen.

Derrick Favors

Il ragazzone figlio del sud degli Stati Uniti, ha scelto di rimanere a casa ed è la gemma più preziosa del recruiting di Georgia Tech. Favors, grazie al suo strepitoso atletismo è un fattore in entrambi i lati del campo, eccellente rimbalzista con uno spiccato intuito per il rimbalzo offensivo è anche un terrificante stoppatore grazie alla sua grande apertura alare.

Corre benissimo in campo aperto e a questo unisce dei buoni fondamentali nel pitturato, soprattutto fronte a canestro dove ha la potenza per concludere anche dopo aver subito il contatto.

La combinazione di potenza e velocità , oltre che per la statura (6' e 9") rende Favors adatto per entrambi gli spot di ala, anche se in ottica NBA sembra collocarsi tra le ali piccole. Per questo dovrebbe migliorare il proprio range di soluzioni e costruirsi un solido tiro dalla media distanza, inoltre deve migliorare nei movimenti spalle a canestro e nella rapidità  di piedi.

Con lui gli Jellow Jacket hanno ottime possibilità  di partecipare al torneo e di essere una delle sorprese della stagione.

DeMarcus Cousins

Cousins è il secondo potenziale crack del recruiting di Kentucky, dove andrà  probabilmente ad occupare lo spot di ala forte titolare nel quintetto dei Wildcats.

Il ragazzo viene da Mobile, Alabama, e come molti figli del profondo sud è dotato di una notevole potenza fisica che lo rendeva assolutamente immarcabile a livello liceale, quando riceveva palla nei pressi dell'anello. Inoltre è dotato di mani morbide che gli permettono di ricevere assist nel traffico e di concludere anche in condizioni di raddoppio vicino a canestro, possiede anche una buona coordinazione e controllo del corpo in relazione alla stazza.

Pur non sembrando molto eleganti i suoi movimenti in post basso sono molto efficaci, è in grado anche di spingere la palla in transizione grazie ad un discreto ball handling e può essere pericoloso anche dall'arco.

Cousins sembra però mancare di atletismo, limite che potrebbe rivelarsi problematico quando dovrà  affrontare giocatori con una fisicità  paragonabile alla sua, inoltre al momento non possiede un repertorio di movimenti spalle a canestro credibile, puntando quasi esclusivamente sulla forza bruta. Scarse sembrano anche la sua attitudine ed istinto per il rimbalzo. Le sue possibilità , in caso si dichiarasse già  nel 2010, sono sicuramente legate alla crescita sul profilo tecnico e molto probabilmente ai risultati a cui porterà  insieme a Wall i Wildcats.

Renardo Sidney

Sindney quest'anno giocherà  a Starkville, sede del campus di Missisipi State, dove insieme a Jarvis Varnado cercherà  di portare i Bulldogs almeno allle sweet 16 il prossimo marzo. Siamo di fronte ad un big man dotato una eccellente combinazione di struttura fisica (6' 10") e talento tecnico.

Ha un'eccellente capacità  di attaccare fronte a canestro ed è dotato di un ottimo tiro in allontanamento dalla media. Corre molto bene in campo aperto grazie ad un buon ball handling, inoltre si è dimostrato un prolifico passatore in relazione a ruolo e stazza. Tende però ad abusare delle sue buone capacità  balistiche anche oltre l'arco, infatti in relazione alle dimensioni potrebbe attaccare l'anello con maggiore intensità  ed efficacia.

Nonostante una struttura fisica imponente ha necessità  di potenziarsi e di tenere il proprio peso sotto controllo, migliorare la resistenza alla fatica e costruirsi un miglior repertorio di movimenti spalle a canestro. Nel complesso siamo comunque di fronte ad uno dei migliori prospetti degli Stati Uniti. Anche nel suo caso, le sue quotazioni oscilleranno sicuramente in relazione al cammino di Missisipi State nel torneo.

Sicuramente per un giocatore appena uscito dall'high school, il passaggio attraverso un anno di college può risultare un banco di prova utile per saggiare le proprie abilità  ad un livello intermedio, per evitare di schiantarsi contro quel muro che può essere il basket professionistico e le sue innumerevoli difficoltà  a livello fisico, tecnico e psicologico.

Possiamo però affermare con certezza che i beneficiari assoluti di questa norma sono i team NBA, che si vedono recapitare giocatori più pronti e più maturi, che hanno superato uno scoglio comunque impegnativo come il torneo NCAA, ovviamente con i distinguo del caso.

Chi sembra perderne sicuramente sono invece i college, che mentre una volta potevano reclutare solo ragazzi convinti che il programma potesse effettivamente migliorare le loro possibilità  di una carriera di alto livello, ora devono andare incontro alla concreta possibilità  di veder passare un giocatore di talento anche solo per un anno, dovendo continuamente rifondare la squadra.

Qual è la nuova frontiera per i giovani liceali smaniosi di buttarsi nel mondo reale?
La risposta è solo una: l'Europa, Brandon Jennings, firmando con la Lottomatica Roma lo scorso anno ha aperto infatti una nuova era, quella in cui un sempre maggior numero di ragazzi sceglierà  di passare per il vecchio continente piuttosto che per Durham o Chapel Hill, per monetizzare e per confrontarsi direttamente col professionismo prima del grande salto.

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