Williams e i suoi ragazzi festeggiano la vittoria
Tyler Hansbrough, Wayne Ellington, Ty Lawson e Danny Green erano tornati quest'anno, accantonando per un attimo le sirene NBA, con un obiettivo: vincere il titolo. La sconfitta bruciante contro Kansas nella semifinale dello scorso anno non era il modo giusto per chiudere le rispettive carriere universitarie. Ieri sera, l'obiettivo è stato raggiunto.
Davanti a 72.922 spettatori, record per la finale NCAA, che si aspettavano un altro risultato, North Carolina ha rovinato la festa a tutti, interrompendo la bella favola di Michigan State, che sperava di completare la sua sorprendente cavalcata con la vittoria del titolo a casa sua.
Il titolo, invece, se lo portano a casa i Tar Heels.
I ragazzi di coach Williams non hanno neanche dato tempo, alla folla e agli Spartans, di scaldarsi, di entrare in partita: li hanno annichiliti dal primo secondo, lasciando ben poche possibilità . La gara è stata senza storia, con North Carolina che dopo cinque minuti aveva già dieci punti di vantaggio, venti dopo solo dieci giri di lancette. I ventuno punti di vantaggio all'intervallo sono, anch'essi record della finale.
Questo distacco è stato costruito in entrambe le metà campo: in attacco, tra gli altri, con la precisione al tiro (sette su nove) di Wayne Ellington; in difesa con l'intensità e l'intelligenza di Ty Lawson che, dopo soli venti minuti, aveva già recuperato sette palloni. Michigan State si è ritrovata spiazzata, perdendo palloni su palloni (21 alla fine, contro i 7 degli avversari) e, di fatto, non entrando mai in partita
Tyler Hansbrough ha chiuso al meglio, ieri sera, una carriera a UNC che comunque lo avrebbe messo di diritto tra i migliori di sempre, miglior giocatore NCAA dello scorso anno, e miglior realizzatore ogni epoca nella ACC. Ora ha completato il cerchio, conquistando quel titolo che gli mancava: "Molte persone hanno avuto dubbi su di me quest'anno, ma possono dire quello che vogliono. Io, ora, sono parte di qualcosa di unico, che molte persone non avranno mai la possibilità di vivere".
Alla fine, è valsa la pena di aver sopportato tutte le critiche, sapendo comunque la stima che compagni de allenatore avevano per lui, come si capisce dalle parole di Williams, a fine gara, quando ha raccontato il momento in cui ha inserito i walk ons, a un minuto e tre secondi dalla fine della gara: "Ho un buono stipendio, ma neanche se mi offrissero dieci milioni di dollari rinuncerei a riprovare la sensazione di quel momento, quando quel mascalzone mi è venuto incontro e mi ha abbracciato ".
Altra bella storia è quella di Ty Lawson, il fiero proprietario del pollice più scrutinato della storia, visti i continui aggiornamenti, prima ed all'inizio del torneo, sulle sue condizioni e sulla sua possibilità di giocare. L'infortunio era così importante e discusso proprio perché il giocatore era importante: UNC non avrebbe portato a casa questa vittoria senza la sua presenza in campo. Anche ieri (mio personale MVP, con buona pace del comunque ottimo Ellington) è stata decisivo, facendo tutto quello di cui la squadra aveva bisogno per vincere.
A fine gara chiude con ventuno punti, 15/18 dalla lunetta, 8 recuperi (record per la finale), 6 assist e 4 rimbalzi, un tabellino che fa davvero paura. Ha scelto quello di cui la squadra aveva bisogno, realizzando il suo sogno: "Volevamo partire forte. Ed io volevo, per prima cosa, mettermi sulle linee di passaggio e rallentare Kalin Lucas. Visto che i miei tiri non entravano, mi sono concentrato sulla difesa. Ho sognato di vincere il titolo sin da quando ero bambino"io che segno il tiro decisivo, da quanto ho aspettato questo momento"
E' una vittoria speciale, questa, anche per coach Roy Williams, diversa rispetto a quella del 2005 perché sono tutti giocatori reclutati da Williams, arrivati dopo la partenza, appunto, della classe che vinse il titolo. La squadra, quindi, è molto più di coach Williams della precedente.
In molti pensavano che la partita del 3 dicembre, nella quale North Carolina aveva asfaltato Michigan State, non si sarebbe ripetuta. Anche perché, nel primo incontro tra le de squadre, era assente Suton che, invece, ieri è stato l'unico a non fare affondare la nave in casa Spartans.
E' un peccato che questa sia stata l'ultima partita nella carriera di Suton a Michigan State, una gara nella quale ha comunque dimostrato al meglio le sue caratteristiche, unico a reggere, prima di tutto mentalmente, nel devastante primo tempo. Questo è il suo commento alla gara: "Abbiamo perso la gara nei primi dieci minuti, perdendo troppi palloni mentre loro mettevano tutti i tiri". Ha chiuso al partita con 27 punti e 11 rimbalzi, ma non poteva fare tutto da solo, e non ha trovato sostegno da nessuno dei suoi compagni.
Ma, come ha detto Izzo a fine partita: "Ha vinto la squadra migliore, è una dichiarazione facile da fare. Sembravamo una squadra che aveva finito la benzina". Se, infatti, in attacco sembrava mancare la lucidità , con tante palle perse evitabili, in difesa non andava meglio. E' vero che l'impressione era che i Tar Heels potessero segnare anche bendati, ma cinquantacinque punti subiti nel solo primo tempo nella Finale per il titolo sono decisamente troppi.
Ormai la finale è andata, ora, per i vincitori, inizierà la ridda di voci, per veder chi va e chi resta. Ma, almeno fino a domani, terminati i festeggiamenti anche nel campus di Chapel Hill, c'è una unica storia: North Carolina è, per la quinta volta nella sua storia campione NCAA.
Il cielo è sempre più blu. Carolina blu.