Coach Donovan ha guidato sapientemente i suoi Gators di nuovo alla finale NCAA
Florida-UCLA: 2-0. Sono impazzita? No, è semplicemente l'esito dei due scontri tra queste squadre, nelle Final Four, negli ultimi due anni, con buona pace dei tanti tifosi dei Bruins da una parte e dall'altra dell'oceano. L'anno scorso Florida ebbe la meglio su UCLA in finale (73-57), questa volta ha regolato i conti una partita prima. A dire il vero, i Bruins di questa stagione sono una versione decisamente differente rispetto a quella sconfitta in finale lo scorso anno, mentre invece i Gators sono rimasti (incredibilmente, direi) gli stessi, lanciati verso la possibilità di ottenere un risultato storico nel college basket, ovvero ripetersi in vetta per due stagioni consecutive.
Florida si lancia, quindi, verso il tentativo di un back-to-back che non avviene, nel college basket, dal 1992 con Duke; i ragazzi di coach Donovan potrebbero, tra l'altro, imporre anche un altro storico record, ovvero quello di ripetersi avendo esattamente lo stesso quintetto nelle due campagne vincenti, cosa ancora più rara se pensiamo alla situazione del college basket attuale, sempre più luogo di passaggio (per i giocatori migliori) verso l'NBA.
Per UCLA sicuramente c'è molta delusione per aver perso di nuovo un'altra occasione di riportare un titolo in California, con anche il rimpianto di aver visto due dei suoi attori principali, Aaron Afflalo e Lorenzo Mata, costretti in panchina per buona parte del primo tempo per problemi di falli.
Ed è stato già nella prima frazione che, con due triple consecutive del sempre più efficcace Brewer, Florida ha iniziato a scavare il solco tra le due squadre, mettendo quella decina di punti di differenza (26-16) che i Bruins non sono poi riusciti più a recuperare.
Se nel primo tempo è stato Brewer a prendere il controllo della partita per Florida, segnando quindici punti senza errori al tiro (3/3 da tre ounti, 4/4 ai liberi e 1/1 da due), all'inizio della seconda frazione è stato Humprhey a raccogliere il testimone dal compagno, segnando tre triple nel parziale (12-0) che i Gators hanno messo a segno subito dopo essere tornati dagli spoglaitoi, mettendo in chiaro chi avrebbe vinto questa partita (44-28), che i Gators hanno poi controllato arrivando anche fino al +18.
Ed è sinceramente affascinante, da osservatrice esterna, vedere questi Gators, il loro gioco, la loro unità e la capacità di dividersi i compiti e le responsabilità , senza egoismi e pensando veramente, per una volta, all'unico vero ed importante obiettivo comune, quello di portare a casa il titolo, l'unica ragione per la quale sono rimasti in blocco lo scorso anno.
A dimostrazione di questo concetto ci sono le cifre che, una volta ogni tanto, non mentono: in stagione tutti e cinque gli starters di Florida hanno segnato più di dieci punti di media, ma nessuno ha, sempre in media, tirato più di dieci volte a partita, a dimostrazione dell'equililbrio della distribuzione delle responsabilità all'interno della squadra.
Ed anche guardando il tabellino della gara di ieri non può che saltare agli occhi come la squadra assemblata da Billy Donovan ha mille diverse armi che ti possono fare male: il top scorer della serata è stato il già citato Brewer (19), seguito da altri tre compagni in doppia cifra, Richard (16 con 7/7 dal campo), Humphrey (14) e Green (10).
I due lunghi della squadra, Noah e Holfrod, si sono accontentati di una serata fatta di lavoro sporco per la squadra, lasciando il proscenio ai compagni del backcourt, segnando solo diciassette punti in totale (8 Joakim e 9 Al), ma mettendo insieme ben ventotto rimbalzi (11 e 17 rispettivamente) , ai quali Noah ha anche aggiunto quattro stoppate.
UCLA torna a a casa scontenta da Atlanta, con il suo miglior giocatore, Afflalo, che piangeva a fine partita negli spogliatoi, per la sconfitta e per la consapevolezza di non aver dato il massimo nella partita probabilmente più importante della stagione dei suoi Bruins.
Aaron, infatti, è stato come già anticipato fermato dai falli, che l'hanno obbligato a giocare solo otto minuti nel primo tempo, nei quali non ha segnato nessun punto. A dimostrazione della partita no dell'ala dei Bruins sta il fatto che il suo primo canestro nella gara è arrivato a sei minuti e quindici secondi dalla fine della partita, quando i giochi erano abbondantemente già fatti.
Per il resto UCLA non è riuscita, alla lunga, a mettere in pratica il suo piano partita che aveva, in realtà , funzionato più che bene nel corso della prima frazione di gioco, dove erano, con la loro difesa forte, a limitare e soprattutto a rallenatare l'attacco degli avversari, forzandoli a perdere molti palloni (dieci nei soli primi venti minuti) e controllando i tabelloni (non concedendo neanche un rimbalzo offensivo). In questo modo, e con i quattordici punti di Josh Shipp, i Bruins all'intervallo erano sotto solo di sei punti (29-23) nonostante il 31% con il quale avevano tirato dal campo.
L'obiettivo di coach Howland era limitare, raddoppiandoli aggressivamente, i due lunghi di Florida, Noah e Holford, lasciando necessariamente un poco più di spazio ai tiratori dei Gators. La strategia ha funzionato, finché i tiratori dei Gators non hanno iniziato a metterla dalla lunga, ed allora la coperta di UCLA è diventata improvvisamente troppo corta per poter pensare di vincere, nonostante siano riusciti a limitare offensivamente Holford e Noah.
Ma se i Bruins sono riusciti, nel primo tempo, a resistere alla spallata di Florida, ed in particolare di Brewer, non sono riusciti, al ritorno dalla pausa di metà partita, a rispondere con altrettanta forza al parziale messo insieme dagli avversari (con il notevole contributo di Humphreys), break che ha di fatto spaccato in due la partita, nel corso della quale è stato a dir poco importante, per Florida, il contributo di Richard, che offensivamente ha fornito un'alterantiva importante ai suoi compagni, portando una fisicità che si è fatta sentire.
Un altro dei motivi per la sconfitta dei Bruins è sicuramente legato alla predominanza sotto i tabelloni di Florida, che ha vinto la battaglia dei rimablzi 43-26; è sinceramente complesso vincere una partita di basket, soprattutto se è una semifinale del Torneo NCAA, se si concedono così tanti rimbalzi in più ai proprio avversari. In più bisogna aggiungere che i Bruins non sono riusciti a sfruttare a dovere le difficoltà dalla lunetta di Florida, che ha tirato con il 61.3% dalla linea della carità ma ha, comunque, segnato più liberi di UCLA (19 a 11).
Salutiamo quindi, per questa stagione, UCLA, e prepariamoci per un'interesantissima finale che si giocherà lunedì notte, quella tra Ohio State e Florida, che non solo è il rematch della partita giocatasi in dicembre e vinta dai Gators 86-60, contro però dei Buckeyes completamente diversi da quelli che andranno in campo domani, visto che Oden era appena rientrato dal suo infortunio al polso.
La finale del torneo NCAA di basket sarà anche il rematch della finale di college football, giocata sempre da queste due università , nella quale ebbe la meglio Florida. Oden, Conley e comapgni riscatteranno quella sconfitta?