Tyrus Thomas il più atteso a Indianapolis
All'una di questa notte, per noi aldiquà dell'oceano, all'RCA Dome di Indianapolis, capitale di basket state se ce n'è uno, si alzerà la prima palla a due delle Final Four Ncaa. L'attesa sta per finire ma solo martedì all'alba sapremo chi sarà la regina del gran ballo di primavera. Poi via ai vari tornei pre-draft e alla compilazione delle previsione su chi stringerà per primo la mano a Mr. Stern.
Ovviamente non è un gran ballo se non c'è una Cinderella: tocca alla George Mason di coach Larranaga vestirne i panni, dopo aver fatto fuori gli Spartans, UNC e soprattutto UConn, in quella che è stata la migliore tra le 4 finali dei Regionals. Il "centro" Jay Lewis salterà in quella palla a due di cui sopra e con quei fantastici compagni, Will Thomas e Lamar Butler su tutti, tenterà l'assalto alla Final Two, perché sognare non costa nulla e perché in quel roster difficilmente qualcuno avrà una chance di giocare da professionista nell'immediato futuro. Larranaga punterà ancora una volta sull'entusiasmo e sul ruolo di underdogs dei suoi, su un gioco aggressivo e sul coinvolgimento in attacco di Lewis stesso, eccellente contro UConn a collezionare raddoppi in post e poi a scaricare ai suoi esterni per delle comode triple piedi per terra. I Patriots devono giocare senza pensare al domani, devono cercare di controllare ogni possesso e ripetere la strepitosa prova contro gli Huskies se vogliono battere Florida. È probabile che il vento propizio che fino ad Indy lì ha spinti, cessi improvvisamente ma a questo punto sarebbe un errore madornale considerarli sconfitti prima ancora di poggiare le nike sul parquet del Dome.
Di contro c'è la Florida di coach Donovan, il delfino del maestro Pitino. In quella famosa prima alzata, contro Lewis, ci sarà Joakim Noah, forse il più indecifrabile talento d'America, secondo me molto vicino a Tyshaun Prince per come gioca, per come passa la palla e soprattutto per come difende. Il figlio del celebre tennista francese, è cresciuto ed è vissuto a New York, ha scelto University of Florida piuttosto che Villanova, tra le tante che gli offrivano una borsa di studio e, dopo un'annata da freshman in cui ha sì mostrato qualche lampo, ma era conosciuto più che altro per essere il figlio di Yannick, sta giocando un'annata da sophomore decisamente sopra le righe, è il leader tecnico ed emotivo dei Gators e le sue quotazioni tra gli scout di mezza Nba sono in un crescendo Rossiniano. Pazzesco. Florida, anche per la presenza di un lungo vero come Al Horford, figlio di Titone, visto anche da noi, e dei due esterni, Green e Brewer, che mescolano atletismo, tiro da fuori e difesa come pochi, ha meritatamente i favori del pronostico ma è conscia di aver di fronte un treno in corsa, a nome GMU, che non vorrà fermarsi prima del capolinea.
Nella seconda delle due semifinali, contro LSU e UCLA. La prima conferma anche in quest'occasione che di lunghi buoni ne ha avuti, Shaq e Stanley Roberts su tutti, e ne ha tuttora, Davis e Thomas, mentre la seconda dimostra che quella sigla, U-C-L-A, ha la vittoria nel proprio DNA e non si può far niente. Coach Brady non può che affidarsi a Big Baby e T-Time, i trascinatori dei Tigers, ma sa anche che non può prescindere dalla difesa di Battle, decisivo contro Gibson nel Regional, e dalle triple dei due Mitchell, Darrell e Tasmin. Davis è una versione più piccola di Shaq, ha tiro da fuori e si muove come un ballerino; inoltre è l'anima di questo gruppo, nonostante sia solo un sophomore, e ha troppe motivazioni per fallire, uragano Katrina su tutte. Thomas è la cosa più vicina a Shawn Marion che abbia mai visto, stoppa che è un piacere, salta come una gazzella anche due o tre volte nella stessa azione, in più in attacco ha mostrato un jumper di tutto rispetto. Se i guai muscolari non lo fermano, questo rischia di dominare la scena e già ora è la prima scelta assoluta del draft di giugno.
Contro i due big men dei Tigers, UCLA può sfoggiare i centimetri di Ryan Hollins, autentico MVP della gara con Memphis, e l'atletismo di Luc Richard Mbah a Moute, il camerunense, freshman dell'anno nella Pac 10. In più, coach Howland può puntare su un duo di guardie al secondo anno come Farmar, play di ruolo e leader dei Bruins, e come Aaron Affilalo, guardia con non molti cm ma con un ottimo tiro da fuori, soprattutto nei momenti caldi. Hollins sarà la chiave di volta per l'efficacia a centro area sui due lati del campo, è ottimo sugli scarichi ed è molto rapido negli spazi stretti. Assomiglia molto a Marcus Camby per il fisico esile e le braccia lunghe e potrebbe essere un buon prospetto per il piano di sopra. Credo che LSU sia favorita ma UCLA ha la tradizione dalla sua e un playmaker di quelli che non se ne vedono molti come Farmar.
Sono le prime F4 dal 1980 senza una numero uno e rischiano di essere le più equilibrate di sempre. È un rischio che io correrei volentieri.
Buone Final Four a tutti!