L'obiettivo è festeggiare a marzo, comunque UNC è partita con il piede giusto
A Chapel Hill qualcuno s'era spaventato dopo la prima sconfitta. Ora si vola.
Ovviamente su queste pagine non poteva mancare il riepilogo di cosa è successo in uno dei tornei più importanti di preseason.
Partiamo dai risultati:
Finale: North Carolina-Iowa 106-92
Finale 3° e 4° posto: Texas-Tennessee 95-70
Semifinali:
North Carolina-Tennessee 94-81
Iowa-Texas 82-80
Opening round:
Iowa-Louisville 76-71
North Carolina-BYU 86-50
Texas-Chaminade 84-62
Tennessee-Stanford 69-57
Chi festeggia è Carolina che con Felton (MVP del torneo) ha decisamente cambiato marcia dopo il brutto esordio. Il talento offensivo si è confermato nelle cifre: 95 punti di media più spiccioli, il 52% dal campo con il 44% da tre, senza dimenticare il 73.8% dalla lunetta, cosa tutt'altro che scontata a livello di college.
Con il proprio play titolare è tornata un po' di pressione sulla palla, cosa che ha aiutato una difesa che aveva concesso il 50% nel season opener con Santa Clara.
"Avevamo soltanto bisogno di uno che dettasse i ritmi in difesa e questo inizia con il play, ed è ciò che ho fatto stasera" ha dichiarato Felton dopo il suo esordio stagionale. Soprattutto nei primi tempi i Tar Heels hanno preso il largo grazie a quello che facevano nella propria metà campo: 5/27 per BYU, 11/30 per Tennessee le percentuali dal campo concesse, per un vantaggio all'intervallo rispettivamente di +30 e +20. Nella finale non è cambiato molto: +19 dopo i primi 20 minuti, questa volta grazie più all'attacco. Anche lì Felton si è dimostrato fondamentale, prendendosi cura di Horner e tenendolo a 6 punti con 4 tiri nel primo tempo.
Come ci si aspettava, le doti di playmaking del n.2 biancoceleste hanno rivitalizzato anche l'attacco. L'highlight del torneo è stato forse il crossover più schiacciata di Felton durante la finale, ma la cosa più importante è stato il coinvolgimento dei compagni (8.3 assist a gara). McCants è stato ancora più inarrestabile del solito, viaggiando sui 20 di media, mentre alla distanza è venuto fuori il Jawad Williams che tutti vogliono (19.5 ppg, 3 apg, 63.6% dal campo nelle ultime 2 gare).
Sotto canestro May ovviamente ha comandato, mentre Marvin Williams ha mostrato qualche progresso, pur essendo indietro per un ruolo da protagonista. Dal pino è risultato molto più utile il tiro di Melvin Scott (8/16 da tre per 10.3 ppg), mentre Noel ha dato un po' di fisicità in una rotazione che per ora rimane a 8 uomini.
Dopo le prime paure, tutto bene quindi per Roy Williams, che è riuscito a limitare i minuti di Felton a 28 a sera, una cosa che spera di ripetere il più possibile.
Iowa è stata invece la sorpresa del torneo. Autrice di 2 upset, non è riuscita a completare l'opera, ma ha quasi vinto il suo torneo.
Non sempre costante in difesa (capace comunque di tenere Louisville senza canestri per 9 minuti), ha mostrato grandi doti caratteriali, buon controllo della palla (solo in finale hanno perso più di 14 palloni) e soprattutto un grande leader offensivo: Jeff Horner.
La guardia degli Hawkeyes ha chiuso il torneo con 21 e quasi 6 assist a gara con un irreale 15/23 da tre. Mortifero con il tiro da fuori, ha spesso messo in difficoltà gli avversari anche con le sue penetrazioni e ha fatto pagare i raddoppi e gli aiuti su di lui. Solo Felton è riuscito a mandarlo "off-sync", non facendolo ricevere nelle posizioni preferite.
Pierre Pierce, nonostante l'infortunio sull'ultima azione della semifinale, è stato un buon secondo violino, chiudendo con statistiche molto interessanti (15.7 ppg, 6 rpg, 5.7 apg, 8/19 da tre) e soprattutto mettendo a segno il tiro più importante del torneo di Iowa (la tripla nel finale del match con Texas).
Squadra a trazione posteriore, dopo aver battuto la numero 11 e 13 del ranking, potreste risentir parlare di Iowa su queste pagine.
Arrivata al tiro per andare ai supplementari in semifinale, Texas non ha sfavillato fin dall'inizio. Dopo i problemi di falli nelle prime due partite, solo nella finale di consolazione i Longhorns hanno viaggiato spediti, soprattutto grazie alle triple.
Bene a rimblazo, soprattutto con Klotz e P.J. Tucker, dopo l'esordio in sordina, è emerso il freshman Daniel Gibson (14 e 6 assist con Iowa, 19 e 6 con Tennessee). A suo agio in regia, ha mostrato buoni sprazzi in difesa, dove solo Horner lo ha messo davvero in difficoltà .
La fisicità sotto canestro che apre gli spazi per il tiro da fuori è stata la costante per Texas: 10, 11 e 10 le triple messe a segno nelle tre gare, con il 47.6%. Coach Barnes vuole che la squadra sfrutti bene quello che la difesa concede, per ora compito eseguito.
Tennessee ha concesso decisamente troppo in difesa. In ogni gara ha trovato un eroe di giornata in attacco (prima McFagdon, poi Lofton e C.J.Watson) ma non è mai stata in partita con UNC e poco con Texas.
Nessuno si aspettava che Pitino dovesse finire subito nel "consolation bracket". Contro Iowa, però, dopo un primo tempo da 61% dal campo, l'attacco di Louisville è completamente saltato. E senza segnare diventa difficile schierare il pressing a tutto campo, marchio di fabbrica del coach italoamericano. La cicloturistica contro Chaminade (college di Division II che ospitava il torneo) contava giusto per pareggiare il record storico che vedeva incredibilmente i Silverswords in vantaggio su Louisville, mentre l'ultima vittoria su Stanford ha permesso a Taquan Dean di sfiorare il career high (si è fermato a 30), in una gara in cui ha finalmente funzionato bene il tiro da fuori.
Nota a margine: la NCAA ha sperimentato in questa occasione il tiro da tre 3 pollici (circa 26 cm) più lontano. Le percentuali non pare ne abbiano risentito. Si attendono sviluppi (forse).