Brian Cook, il miglior giocatore di Illinois…
Per coloro che sostengono che l'equilibrio è indice di mediocrità , la situazione nella Big Ten ne è la prova. A tre settimane dalla fine della regular season, con 5/6 partite da disputare, sono ancora sette i college che hanno più o meno fondate possibilità di aggiudicarsi il titolo. Eppure, con tutta probabilità nel prossimo ranking nazionale sarà presente solo Illinois, e certo non nelle zone alte.
Gli Illini al momento si presentano come la squadra che ha avuto meno sbalzi di rendimento dall'inizio della stagione, e devono la loro presenza nella Top 25 all'ottimo avvio, con successi prestigiosi nelle partite extra-conference in novembre e dicembre, e perché non hanno subito rovesci imprevisti nella Big Ten.
Al momento hanno solo una sconfitta in più di Wisconsin, Purdue e Michigan, ed oltre ad essere in lizza per il titolo, sono l'unica squadra della Big Ten quasi certa di partecipare al torneo NCAA. Ad impreziosire il futuro prossimo degli Illini, il titolo di MVP di conference, che Brian Cook può solamente perdere a questo punto.
Passando in veloce rassegna le altre leader, troviamo a sorpresa Wisconsin; il marchio di fabbrica dei Badgers da molti anni oramai è la difesa, tra le più difficili da attaccare in assoluto negli States. Il leader è il senior Kirk Penney, primo di squadra in punti e assist e secondo nei rimbalzi. Il calendario non proibitivo (unica trasferta insidiosa a Minnesota) rende Wisconsin la favorita per aggiudicarsi il titolo, perlomeno in coabitazione.
Altra sorpresa sono i Purdue Boilermakers del tanto inossidabile quanto irascibile Gene Keady. Dopo essersi trovata con un record di 7-1 ed essere comparsa nella Top 25, Purdue ha accusato due sconfitte pesanti in trasferta contro Minnesota e soprattutto la cenerentola Northwestern, prima di superare Illinois a domicilio e così restare nel terzetto di testa. Il rendimento lontano da casa, soprattutto nelle ultime due partite a Michigan State e Michigan, sarà la chiave della stagione dei Boilermakers.
La sorpresa maggiore della Big Ten, e non solo, è sicuramente Michigan. Per i Wolverines questa sarà sicuramente una annata da ricordare nel bene e nel male, innanzitutto per le conseguenze dello scandalo legato al booster Ed Martin, che per mesi e mesi ha interessato il programma e che ha infine portato, tra l'altro, alla cancellazione di tutte le vittorie ottenute negli anni '90, tra le quali quelle ottenute nel periodo dei "Fab Five".
In mezzo a questo caos, Michigan iniziava con sei sconfitte consecutive contro avversari anche mediocri, nonostante un roster con giocatori esperti quali LaVell Blanchard, e Bernard Robinson Jr.; ma ad inizio dicembre il via ad una serie di tredici (sì, proprio tredici") vittorie di fila, che proiettava i ragazzi di coach Amaker solitari in vetta alla Big Ten. Ora Michigan è tornata nei ranghi, per così dire, ma è ancora al comando della conference e può giocarsi le sue carte fino in fondo.
Fra tante sorprese, ci devono pur essere le delusioni. La prima è certamente Indiana, che ha avuto un andamento quasi opposto a Michigan fino ad oggi: per gli Hoosiers la stagione era iniziata come meglio non poteva, con le vittorie nel Maui Invitational e quindi contro Maryland nella rivincita della finale assoluta 2002.
Ma dopo la sconfitta di misura contro Kentucky, e l'incredibile caccia all'arbitro di coach Mike Davis, per gli Hoosiers è iniziato un periodo nerissimo: prima l'infortunio del top freshman Bracey Wright, e poi la striscia di cinque sconfitte consecutive, terminata mercoledì contro Michigan. L'ultima sconfitta contro Wisconsin li taglia quasi definitivamente fuori nella corsa al titolo, e con sei sconfitte nella conference non hanno più possibilità di errore se vogliono rientrare almeno nella corsa per gli inviti alla March Madness.
L'altra delusione è Michigan State. Le prospettive di inizio stagione erano buone per coach Izzo e i suoi Spartans: con il ritorno di quattro quinti del quintetto, si prevedeva una stagione di alto livello. Ma la realtà è stata ben diversa, ed ora gli Spartans si trovano con un record di 6-5 nella conference, anche loro appesi al filo che porta alla post-season. Dato incoraggiante le recenti vittorie contro Illinois e Indiana, che potrebbero essere il segnale di un finale in crescendo.
L'ultima delle sette in lizza per il titolo è Minnesota. Stagione senza acuti per i Gophers, e con un rendimento inferiore alle attese per il candidato MVP Rick Rickert. Eppure, con cinque vittorie nelle ultime sei partite, Minnesota è a solo una partita di distacco dal vertice…
Anche se il torneo di conference potrebbe rilanciare qualche college, è poco probabile che la Big Ten abbia almeno una squadra nelle prime quattro teste di serie dei vari regional a marzo, dato questo imprevisto a inizio stagione. E di questo passo c'è perfino il rischio che arrivino più inviti per il NIT che per il torneo NCAA"