Coaches vs. Cancer Classic

Decisiva la buona prestazione di Erwin Dudley per Alabama

COACH VS. CANCER – AT&T WIRELESS CLASSIC -
NEW YORK 14-15 NOVEMBRE 2002

Risultati:
Alabama - Oklahoma 68-62
Memphis - Syracuse 70-63
Texas - Georgia 77-71
Marquette - Villanova 73-61

Nel classico e sempre fascinoso scenario del Madison Square Garden, la stagione del College Basket ha avuto inizio, e subito si è celebrata la prima grande sorpresa dell'anno: la sconfitta di Oklahoma, n. 1 del ranking pre-season dei coach, un po' a sorpresa visto che il top-seeding è stato attribuito dall'Associated Press e da ESPN (i 2 ranking ufficiali) ad Arizona.

Autori dell'impresa i Crimson Tide di Alabama (n. 8 del ranking ufficiale), che nell'incontro di apertura del Coach vs. Cancer Classic ha dato una sonora lezione di ai ragazzi di coach Sampson nel primo tempo, per poi contenere il recupero nella ripresa.

Una sfida, a tratti avvincente, soprattutto nel secondo tempo, quando i Sooners, guidati da un rinfrancato Holly Price, davvero avulso dal gioco nel 1° tempo (solo 2 tiri tentati), hanno tentato la rimonta disperata, arrivando a sfiorare il pareggio nel finale.

Proprio la poca incisività  della propria stella indiscussa, ha tolto a Oklahoma la pericolosità  offensiva, e soprattutto la versatilità  di Price, capace di essere una minaccia per la difesa avversaria sia col tiro da fuori che con le penetrazioni.

In pratica l'attacco dei Sooners nel primo tempo è stato preso sulle spalle da Ebi Ere (24 punti finali), capace con i rimbalzi offensivi di dare seconde chance di tiro ai propri compagni nella concitata rimonta iniziata quando un 10 a 0 dei Crimson Tide, dopo 5 minuti della ripresa, aveva portato a 18 le lunghezze di vantaggio dei ragazzi di coach Gottfried e sembrava aver chiuso la contesa.

Fino a quel momento la temuta difesa di Alabama (40% concesso al tiro agli avversari nel 2001/2002) aveva affossato tutti i tentativi di gioco dei Sooners, con una pressione sul backcourt quasi asfissiante del trio Williams-Dudley-Pettway, mettendo in mostra in attacco uno scintillante Mo Williams, freshman dell'anno della SEC lo scorso anno, autentico mattatore della gara, chiusa con 25 punti e 7 rimbalzi, che ha vinto il confronto diretto con il più quotato Price.

Erwin Dudley, a diffrerenza di Williams, è stato meno roboante in attacco, concludendo comunque in doppia cifra, ma ha avuto un impatto difensivo notevole, e con lui dalla panchina si è distinto Pettway, capace di rubare 3 palloni e di chiudere con 5/5 dal campo. E' stato Williams, però, che ha tolto la pressione ad Alabama nel momento in cui Price e Ere avevano riportato sotto i Sooners, fino a -5 con 1 minuto e mezzo da giocare: 2 liberi e 2 canestri in risposta alle segnature di Oklahoma hanno chiuso la gara in favore dei Tide.

Coach Gottfried può godersi questa prima impresa di una squadra che, persa la versatilità  di Grizzard, ha mantenuto le sue caratteristiche primarie, che la rendono una delle candidate alle Final Four 2002. Se Williams manterrà  questa media e Dudley aggiungerà  tiri e punti al suo fatturato offensivo, con la difesa asfissiante dimostrata anche contro una corazzata come Oklahoma, la stagione per Alabama si profila ricca di soddisfazioni, a cominciare dalla SEC, dove se la vedrà  con Florida per il titolo.

Coach Sampson, invece, ha dovuto incassare una partita nata in maniera tragica e finita male, pur con qualche segno di risveglio. Concedere poco agli avversari è sempre stato il marchio di fabbrica del coach dei Sooners (anche se i 4 rimbalzi offensivi concessi a testa a Williams, Dudley e Walker non devono essere piaciuti), ma è stato in attacco che Oklahoma è apparsa involuta, totalmente fuori ritmo nei tiri da 3 (solo 2/10) e timorosa nell'attaccare il canestro, in particolar modo Price, che dovrebbe essere il terminale principe della squadra ha iniziato a giocare dalla metà  del secondo tempo in poi, dimostrandosi poi letale come sempre, ma come anch'egli sostiene deve essere più aggressivo in tutto l'arco della gara, solo 9 tiri tentati non sono sufficienti per chi vuol essere considerato il migliore nel College Basket.

La sfida successiva era Memphis vs. Syracuse, ovvero tanti freshman dalla mano calda alla loro prima partita di College, ma con tanti occhi puntati addosso. Una partita che è culminata nello scontro fra Jeremy Hunt e Carmelo Anthony, due ragazzi che vedremo presto anche al piano di sopra, dove i soldi circolano in quantità  maggiore.

Alla fine l'ha spuntata la squadra di coach Calipari, partita a razzo nei primi 10 minuti, con Hunt e Anthony Rice mattatori del break che aveva portato i Tigers al 30 a 13 di metà  primo tempo, ma incapace di arginare l'incredibile "one man show" di Carmelo Anthony, autore nei successivi 10 minuti di 15 punti consecutivi (21 all'intervallo) che avevano riportato sotto gli Orangemen.

Addirittura all'inizio del secondo tempo, Anthony e le triple di McNamara (altro freshman) avevano dato il vantaggio a Syracuse, ma si sa che i freshman possono darti entusiasmo a non finire, ma nei momenti critici possono anche sbagliare, e infatti proprio i liberi sbagliati da Anthony (5/12) e gli errori in serie dalla lunga dello stesso McNamara (4/13 da 3 alla fine) hanno condannato gli arancioni, nonostante il dominio a rimbalzo offensivo (Anthony 6 rimbalzi offensivi e 11 totali).

Coach Calipari, che alla vigilia aveva parlato di una squadra molto nervosa per questo inizio stagione, ha riordinato le idee dei suoi, e aggrappandosi ai tiri da fuori di Grice e Hunt (8/14 in due) è riuscito a risuperare Syracuse, mantenendo il vantaggio costruito a metà  ripresa fino alla fine, complice anche l'unico canestro degli Orangemen segnato negli 8 minuti finali.

Difesa in crescita quindi, per una squadra che nella passata stagione concedeva molto agli avversari, dove si è distinto l'altro freshman Carney, che a centro area ha fatto la voce grossa, seppur difronte ad un cliente non facile come Warrick.

Hunt sembra un po' la fotocopia di Dejuan Wagner, percentuali ancora da assestare, tanti tiri dalla lunga e una propensione forse troppo facile alla palla persa (6 in tutto), ma per essere alla prima partita di college ha dato la sensazione di non sentire affatto la pressione e saper segnare in molti modi, nonché di poter dare un contributo importante a rimbalzo, ma soprattutto, a differenza di Wagner, di saper trovare i compagni smarcati con i suoi scarichi.

Dall'altre parte Anthony, ritiratosi all'ultimo dal Draft 2002, ha dato prova di onnipotenza offensiva, cosa che già  si sapeva, ma che mai si sarebbe potuta immaginare in maniera così repentina, deve saper gestire le forze e soprattutto migliorare le percentuali ai liberi, dato che molti falli saranno spesi su di lui. A rimbalzo il suo atletismo è devastante, anche se forse deve imparare a essere un po' meno egoista e più incisivo in difesa (Grice ha avuto molti tiri facili dalla distanza), ma comunque gli Orangemen sanno già  chi sarà  il loro go-to-guy di quest'anno.

Uno che da freshman, come Hunt e Anthony, aveva già  impressionato e che da sophomore vuole consacrarsi sul palcoscenico della NCAA, prima di spiccare il volo verso l'NBA, è TJ Ford, che ha deciso fin da subito di dimostrare che quest'anno con Texas punta molto in alto, e quindi, oltre che regalare caramelle ai compagni, ha deciso di iniziare a segnare, e senza limite di continuità .

Contro una squadra solida come Georgia (n.16 de Ranking), il playmaker dei Longhorns ha chiuso con 22 punti, suo massimo in carriera, con 10/19 dal campo e 8 assist (media del 2001 rispettata), dando prova di un incredibile controllo del gioco offensivo della sua squadra, in tutto l'arco della gara, anche se nei primi minuti di gioco, Texas ha rischiato di fare a meno della sua stella per una brutta caduta su un tentativo di difesa sul tiro di Damien Wilkins.
Passato lo spavento, soprattutto di coach Barnes, Ford ha preso in mano Texas e l'ha tenuta a contatto nel primo tempo, quando Georgia sembrava voler scappare via, guidata a sorpresa non dai punti di Jarvis Hayes (bomber della SEC lo scorso anno con 18 di media), ma da Ezra Williams (20 punti) e dal nuovo arrivato da NC State Wilkins (16).

I Bulldogs si erano portati avanti anche di 10 con un 6 a 0 all'inizio della ripresa, ma Ford, molto pressato, ha pescato alla grande le mani sapienti di Brandon Mouton e i suoi 7 punti racchiusi nel parziale 15-2 dei Longhorns, hanno riportato Texas avanti. Poi ci ha pensato il sesto uomo di lusso di coach Barnes Erskin e una buona difesa su Hayes a costruire un buon margine, che un canestro da fantascienza di Ford in mezzo a 3 uomini e i liberi di Mouton hanno mandato in porto.

Georgia ha pagato caro anche l'assenza sotto le plance di Chris Daniels e Steve Thomas, sospesi rispettivamente per 1 e 3 gare per motivi scolastici, ma ha sofferto Ford in tutto e per tutto e non ha avuto il solito contributo da Hayes, apparso poco incisivo in attacco a differenza dello scorso anno.

L'ultima partita del Classic è stata la meno entusiasmante delle quattro e quella in cui i 2 coach hanno avuto più dati negativi che positivi dal responso finale. 73-61 il punteggio della sfida fra Marquette e Villanova, ma con tanti problemi da una parte e dall'altra, anche per i Golden Eagles n. 18 del Ranking, letteralmente dominati a rimbalzo, soprattutto offensivo (25 a 12) e quindi fortunati che i Wildcats abbiano avuto una percentuale dal campo quasi ridicola (31%), contro squadre di altro spessore e aventi dei buoni tiratori da fuori, Marquette avrebbe sicuramente perso. Coach Crean dovrà  catechizzare i suoi su questo fondamentale se vuole dire la sua anche nel Torneo.

La difesa è stata l'arma migliore per la squadra della Conference USA, molto aggressiva sulla palla per non dare spazio e tempo ai tiratori di Villanova di piazzare il triplone, e i risultati si sono visti a giudicare dal 3/26 complessivo da oltre l'arco dei Wildcats di coach Jay Wright. I 2 freshman partiti in quintetto, Allan Ray e Randy Foye non hanno avuto paura di tirare, forzando troppo dalla lunga distanza, senza dar credito al dominio territoriale in zona pitturata visto già  dalle prime battute.

In più di un'occasione i rimbalzi offensivi catturati venivano sprecati con tiri immediati senza controllo (emblematica una serie di 5 errori in fila nella stessa azione con 5 rimbalzi offensivi e successivi 5 errori), tralasciando la possibilità  di dare palla dentro ad uno come Ricky Wright, miglior marcatore della squadra lo scorso anno, che ha chiuso con 3 tiri effettuati e 0 punti.

Per coach Crean c'è da lavorare come detto sul fondamentale dei rimbalzi, anche se la poca fisicità  dei Golden Eagles li farà  soffrire spesso nella stagione, e su quella non si può lavorare, ma è comunque positiva la prova dei tiratori, con un 44% dall'arco, frutto di 8 triple di cui 6 nel primo tempo che hanno praticamente dato il vantaggio decisivo per la vittoria finale. Dwyane Wade è stato il miglior marcatore con 17 punti, ha dimostrato a tratti tutto il suo talento, ma quel 1/5 ai liberi grida vendetta.

Il Coach vs Cancer Classic ha regalato emozioni, soprese e messo in vetrina talenti che faranno la fortuna del College Basket, sperando che essi non vengano subito catturato dalla ribalta NBA, un inizio di stagione che fa ben sperare e che dimostra che il basket universitario ha ancora molto credito fra gli appassionati.

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