La potenza di Joey Votto domina il report mensile, ma tanti altri rookie aspirano al titolo finale.
Un mese dopo, guardiamo come vanno i giovani della lega. Parliamo più diffusamente e tecnicamente di alcuni di loro, per poi concentrarci sulle notizie che li riguardano e stilare una specie di classifica del Rookie of the Year.
N.B. Le statistiche sono aggiornate al 30 maggio 2008.
Luke Hochevar Kansas City Royals
Qualora il baseball fosse unicamente fatto di numeri staremmo qui a valutare l'operato del ventiquattrenne del Colorado con perplessità . Il ragazzo dura molto, con circa 6 inning giocati a partita, ma ha un ERA nella media (4.98) ed ha perso 5 partite a fronte delle 3 vinte. Dopo la prima deludente prestazione con Oakland, ha però lasciato intravedere solidità ed un lancio fuori dal comune.
Il changeup di Hochevar è forse uno dei migliori di un rookie pitcher degli ultimi anni. A parte garantirgli un numero di K elevato, sono le groundball provocate a far schizzare in alto la sua valutazione. Non molto più lento della fastball, 82 mph, questo lancio genera 2.09 grounder per ogni flyball, cosa che ha messo, per esempio, in crisi Detroit ed il suo lineup stellare.
Queste considerazioni fanno di lui un elemento da tenere d'occhio. I molti scout che non lo definiscono pronto per le Majors per ora non si ricredono, vedremo cosa saprà fare quando la stagione sarà inoltrata e le squadre avversarie punteranno a fare un sol boccone dei Royals per risalire in classifica.
Joey Votto Cincinnati Reds
Battere tre Home Run in una partita, da rookie. Questa la gemma di Votto in questo mese di maggio. Ma, a parte la prestazione monster contro Chicago del 7 di questo mese, cos'altro c'è? Beh, solo l'imbarazzo della scelta. Le media bassine (.236 in maggio, .294 in stagione) fanno il paio con slugging percentage sopra il .500, mentre l'OPS va su fino a .905 in questo 2008. Persino Longoria ha numero inferiori al Reds.
Ha battuto in ogni spot del lineup (2, 4, 5, 6, 7, 9), capitalizza molto su conto favorevole; con 2 ball sul conto è 17 su 43. A testimonianza del suo essere ancora un po' acerbo c'è il numero di Home Run al primo lancio visto, 3, il massimo su qualsiasi conto. Avere pazienza è ciò che gli manca per acquisire ancora di più i favori del manager e dei tifosi, e magari un contrattone per i prossimi anni.
Johnny Cueto Cincinnati Reds
Avevamo introdotto Cueto come un possibile rookie of the year. Per la verità , per come aveva iniziato, più che un rookie sembrava un pitcher pronto al Cy Young. K come se piovesse, statistiche migliori di Johan Santana e tanto ottimismo.
La realtà dell'MLB è però molto diversa. Gli styrikeout sono, tra la fine di aprile e l'inizio di maggio, precipitati di numero e di qualità . La fastball così ottima non ha impedito al giovane dominicano di iniziare ad inanellare le sue prime delusioni professionistiche. Cueto è ora 3-5, con 12 HR subiti ed una percentuale di ground ball di poco superiore al 35%.
Non è ancora una delusione, ma per rendere memorabile il suo primo anno dovrà ancora fare molta strada.
Nick Blackburn Minnesota Twins
Più importante anche di mostrare ottimi pitch e doti tecniche e di potenza, è avere consistenza, sin da subito. Qualunque rookie pitcher in questo particolare deve andare a lezione da Blackburn. Il pitcher dei Twins gioca 6.3 inning a partita, ma il dato più incredibile è l'altissimo numero percentuale di LOB, oltre 70%. Vuole dire che la squadra avversaria è fortunata qualora 1 delle sue 3 valide in un inning va a casa base.
A maggio la sua ERA è di 3.60, minore sia di quella di Johnny Cueto che di quella di Luke Hochevar, e Nick ha già vinto contro due squadre dall'ottimo potenziale offensivo come Boston e Colorado.
Finisce veramente poco su conti disperati come 3-0 o 3-1, e dei soli 4 HR concessi in 11 partenze, 2 sono giunti dopo l'80esimo lancio. Farsi strada in American League deve essere qualcosa di scoraggiante per un pitcher al primo anno. Blackburn sta stupendo, nell'altalenante stagione di Minnesota.
Blake DeWitt Los Angeles Dodgers
Il rookie di Joe Torre dà il suo contributo, questo è certo. Ci focalizziamo un attimo sulla difesa, reparto che vede ben 22 interventi fuori zona del giovane terza base, soli 8 in meno di Adrian Beltre, e molti di più di Troy Glaus e A-Rod. In aggiunta, una zone coverage di .722, numero altissimo, uno dei più alti nella lega per quanto riguarda il ruolo.
Passando all'attacco spicca il .828 in OPS, mentre la media si assesta di poco sotto i.300. Il posto da titolare è meritato, e la sua esclusione dal lineup ci sembra un'ipotesi remotissima, alquanto sconveniente per i giovani Dodgers che puntano a costruire una squadra vincente, più che a badare ad un presente che in ogni caso non li sta vedendo condurre un brutto campionato.
Visto che non è possibile scordarsi di Evan Longoria, lo confrontiamo con DeWitt, per vedere quali siano questo mese le sue potenzialità per convincere i giurati del Rookie of the Year.
Longoria ha molta più potenza dell'angelino, con una percentuale di infield fly inferiore e di HR a flyball superiore, ma pecca nelle situazioni. Nonostante gli highlight mostrino molte walk-off hit del rookie di Tampa Bay, i numeri, calcolati sulle valide con corridore in posizione punto, premiano DeWitt, nettamente.
Egli ha anche una zona più "ampia", anche se difensivamente possiamo parlare di due giocatori che finora hanno dimostrato le stesse capacità e lo stesso rendimento.
Altro…
In settimana l'esordio di Jay Bruce, centerfielder dell'87, con la casacca dei Reds. 4 su 9 al piatto, con 2 RBI e 2 doppi. Un buon inizio, non c'è che dire. Lo ritroveremo sicuramente nei prossimi mesi su queste pagine.
Tra gli altri rumors da affrontare ci occupiamo della prima partenza di Joba Chamberlain nelle Majors, che avverrà martedì prossimo. Dall'altra parte del monte ci sarà Roy Halladay, avversario senza bisogno di presentazioni. Attorno ai 70 i lanci che il giovane pitcher può sostenere, ma quanto potrà andare avanti in partita con questo cap? 5, forse sei inning? C'è da dire che i Jays sono senza dubbio una buona squadra contro cui iniziare una carriera da partente, viste le loro mazze quasi inesistenti. Joba è nato per fare il set-up o il partente? Se la risposta fosse la prima, Girardi potrebbe bruciargli il braccio facendolo lanciare per i prossimi 4 mesi in rotazione, ma se fosse la seconda, e davvero avessimo davanti a noi un nuovo partente per gli Yankees, siamo sicuri che le partite di Chamberlain sarebbero gli ultimi grandi avvenimenti dello Yankee Stadium, prossimo alla demolizione.
San Diego si è già stufata dei suoi rookie: Carols Guevara non gioca mai, mentre Calix Crabbe e Joe Thatcher non sono più a roster. A parte i guai fisici della squadra, in una stagione per ora fallimentare andrebbe dato spazio ai giovani. Siamo sicuri che se continuerà così, vedremo più rookie con la maglia dei Padres, e più promozioni dalle Minors.
La classifica
Da questo mese iniziamo a stilare una sorta di classifica: quale giocatore ha più speranze di vincere il titolo di Rookie of the Year? Sono previste due liste, una per la National ed una per l'American. Vedremo nel passare dei mesi come i giocatori salgano o scendano di quotazione, sperando alla fine di dare qualcosa di più che un indizio su chi verrà in effetti premiato.
National League
1. Joey Votto
2. Geovany Soto – Chicago Cubs
3. Manny Acosta – Atlanta
4. Blake DeWitt
5. Johnny Cueto
6. Merkin Valdez - San Francisco
7. Manny Parra - Milwaukee
8. Jair Jurrjens – Atlanta
American League
1. Nick Blackburn
2. Evan Longoria
3. Randor Bierd – Baltimore
4. Daric Barton – Oakland
5. Luke Hochevar
6. Ryan Rowland-Smith – Seattle
7. Darren O'Day – Los Angeles Angels
8. Matt Tolbert – Minnesota