Il momento d'oro dei New Jersey Nets coincide con quello di Devin Harris
Qualcuno si sarà stupito della buona partenza dei New Jersey Nets, ma non tutti: chi li conosce, chi ha letto la loro storia, le loro vicissitudini, sa che possono sorprendere.
I Nets sono una di quella franchigie da cui non si sa mai cosa aspettarsi, nel bene e nel male, e che, pur non avendo mai vinto anelli Nba sono destinate a far parlare di sé.
Grandi talenti sono passati dal New Jersey per fare tappa ad East Rutherford, la “casa” (per ora) dei Nets, fra cui il Mozart dei Canestri Drazen Petrovic, solo per citarne uno davvero indimenticabile, e fra gli alti e bassi del team che ora è di proprietà di Bruce Ratner il momento più brillante è stato a cavallo fra il 2002 e il 2003 quando le RETINE arrivarono per 2 volte consecutive alle Finals Nba, sconfitte inesorabilmente dallo strapotere dell’Ovest.
Di quella squadra gli ultimi tasselli rimasti, Richard Jefferson e Jason Kidd, si sono diretti verso altri lidi durante il 2008, e soprattutto con la partenza di Giasone si è chiuso un ciclo che ormai era in parabola discendente da un pezzo.
Da qui, la ricostruzione.
I nuovi Nets
Si riparte dall’unica cosa in comune con quel 2003: Lawrence Frank, Head Coach oggi, vice di Byron Scott al tempo.
Il GM Vandeweghe ha costruito un roster giovane attorno alla sua superstar, Vince Carter, e finora, nonostante sia solo un punto di partenza, la squadra sta andando oltre ogni previsione.
In questo exploit d’inizio stagione un nome spicca fra tutti, quello dell’ex Mavericks Devin Harris, che sta collezionando cifre da capogiro se paragonate a quelle degli anni precedenti, e sta risultando decisivo in molte W.
Forse la disavventura estiva contro uno streetballer londinese ha risvegliato la voglia di dimostrare tutto il suo valore nel prodotto di Wisconsin che contro grandi talenti (anche se non necessariamente grandi difensori) del calibro di Iverson e Nash ha messo rispettivamente 38 e 47 punti, segnando in 36 minuti di media 25 punti a partita, 10 in più dello scorso anno.
Vince Carter dal canto suo non è stato certo a guardare, forse motivato dalle buone prestazioni della squadra e ha dato grande supporto al suo playmaker con 24 punti a partita conditi da 5 assist e 4 rimbalzi, con la prestazione più brillante come al solito a Toronto, perché tutte le volte che Vinsanity torna in Canada lascia il segno.
Nello scambio che in estate ha portato Jefferson a Milwaukee, sono arrivati Bobby Simmons e Yi Jianlian, che ora sono le ali titolari all’Izod Center.
I 2 non avranno forse l’impatto di RJ ma portano intensità nel ruolo, sono già affiatati, e soprattutto, hanno la possibilità di giocare molti minuti e continuare a migliorare.
A completare lo starting five doveva esserci Josh Boone, ma il centro di Connecticut, dopo 7 partite ha lasciato il posto al rookie Brook Lopez, a causa di un infortunio alla caviglia sinistra che lo sta tenendo fuori a lungo.
Lopez, decima scelta all’ultimo draft, sta ripagando nel migliore dei modi Coach Frank, portando solidità e rimbalzi al reparto, flirtando con la doppia cifra per punti segnati.
La squadra sta girando a mille nonostante proprio nel reparto più debole, le ali, 4 dei 7 giocatori si siano infortunati lasciando la front-line in piena emergenza: infatti Stromile Swift è reduce da un problema alla schiena così come Najera, e i 2 stanno rientrando solamente ora oltre al già citato Boone.
2010
Guardando questi New Jersey Nets bisogna parlare di futuro, poichè molti progetti girano attorno alla franchigia.
I 2 anni da tenere presento sono il 2010 e ancora una volta il fatidico 2003: la dirigenza ha liberato spazio salariale cedendo quasi tutte le superstar, diminuendo il monte stipendi a solo 62.609.200 di dollari (26esima nella Lega), in previsione del 2010, anno in cui molti giocatori, fra cui Bosh, Wade e James (proprio quelli del draft 2003), diventeranno free agent.
L’obiettivo palese è di riuscire a portare a casa una di queste stelle, anche se ovviamente la priorità va a King James, nella speranza di trasferire la squadra a Brooklin insieme al giocatore.
Da sempre infatti l’ex Continental Airlines Arena va stretta a Bruce Ratner, e già da tempo si parla di un passaggio nel quartiere di New York, che sarebbe fra l’altro un importante incentivo per far scegliere i Nets a Lebron, vista la sua predilezione per la grande mela.
Anche il co-proprietario dei Nets Jay-Z, grande amico del Prescelto, spingerà e non poco per portarlo a guidare New Jersey, ma viste le molte squadre che liberano spazio in attesa del 2010 bisogna prevenire un’eventuale delusione.
Risultati e calendario
A proposito di casa, forse i Nets non si sentono proprietari e padroni all’Izod Center, visto che la squadra ha un record negativo fra le proprie mura (4-5), mentre a domicilio (7-3) stanno infliggendo pesanti sconfitte anche ad avversari prestigiosi ( Phoenix e Utah).
Emblematici i risultati delle 2 partite giocate con Phoenix, sconfitta violando lo US Airways Center, mentre nel New Jersey sono stati i Soli ad imporsi nettamente.
Dicembre per ora ha portato una brutta sconfitta inaspettata contro gli Wizards che ha posto fine a una serie di 3 vinte consecutive, e due vittorie in un back to back con Minnesota e Philadelphia.
Lo scoppiettante attacco di Coach Frank vede molto spesso alternarsi più giocatori nel ruolo di terzo violino, a dimostrazione dell’uniformità di gioco della squadra nel selezionare i tiri, dietro ai soliti Carter e Harris, ormai 2 certezze dal punto di vista realizzativo.
Il record a quasi un quarto di stagione li vede sesti nella sempre più competitiva Eastern Conference, insieme a una squadra del calibro dei Pistons, e secondi nella Atlantic dietro agli inarrivabili Boston Celtics, con 11 vinte e 9 perse.
Da qui a fine 2008 Carter e compagni, che stanno tenendo ritmi da Playoff, affronteranno fra le altre 2 volte Toronto, Charlotte e Chicago, giocando 8 partite in casa e 5 in trasferta.
Questa, che dovrebbe essere una nota favorevole per qualunque franchigia, rischia di non esserlo per i nostri soliti imprevedibili Nets da trasferta.