Shaq ora se la ride…
A dire tutta la verità , dopo gara 2 della finale tra Dallas e Miami non pensavamo che la serie prendesse una piega del genere, tale era stata la superiorità dei Mavs in quei due primi episodi e tale era stata l'occasione che gli stessi avevano gettato al vento in gara 3, quella che aveva permesso quasi miracolosamente agli Heat di rientrare con un'importante vittoria.
Dopo aver riacciuffato una serie che, sul 3-0 a passivo, sarebbe stata considerata chiusa, gli Heat hanno dato un'altra dimostrazione di forza giocando con veemenza ed intensità sia dal lato offensivo ma soprattutto da quello difensivo, ottenendo una schiacciante vittoria con un +24 ai danni dei texani, pareggiando sul 2-2 una serie semi-compromessa, ed andando ad affrontare gara 5 con uno spirito del tutto diverso, oltre che con l'ultimo aiuto del rumorosissimo pubblico di casa.
Ginocchio o non ginocchio, Dwyane Wade è stato il condottiero di questi Heat, il sicuro Mvp della serie qualora Miami vincesse: dopo i 42 di due sere fa sono arrivati altri 36 punti, ottenuti con un 13/23 ed un convincente, date le caratteristiche del giocatore, 2/5 da tre punti; 14 di questi punti erano già a referto dopo il primo quarto, dove la star ha preso per mano i compagni già orfani di O'Neal ed Haslem a metà periodo, causa falli, contribuendo fortemente al +5 con cui Miami è andata al primo mini-riposo, con entrambe le squadre appena sopra il 50% al tiro.
La difesa dei padroni di casa però non ha concesso quasi più nulla dal secondo quarto in poi, grazie al super-lavoro di Haslem e soprattutto di Posey, stavolta decisivo anche in attacco con 15 punti e 10 rimbalzi, su uno spentissimo Dirk Nowitzki (16, 2/14) e grazie al sapiente uso della marcatura a zona, che più di qualche volta ha costretto i penetratori di Dallas a cozzare contro la muraglia posta al centro, all'occasione rappresentata da Shaq (17, 13 rimbalzi, 5/10 ai liberi) o da Mourning (3 stoppate), che hanno rispedito al mittente (od oltre la metà campo) più di qualche pallone.
Chiuse le corsie di entrata a canestro, gli Heat hanno anche fatto un ottimo lavoro a rimbalzo, chiudendo con un +12 e battendo per la terza volta in quattro occasioni Dallas, che mai era andata così in difficoltà nella specifica categoria contro qualsiasi avversario affrontato nella presente postseason; il fatto non ha permesso ai Mavs secondi tiri, fattore verificatosi con frequenza nel solo primo quarto, e dato che le percentuali andavano scemando di periodo in periodo la serie già a fine terzo quarto aveva preso la strada decisa del pareggio, con i massimi vantaggi mai registrati da Miami in tutte le gare sin qui giocate.
I Mavs hanno chiuso con un pessimo 31.6% di squadra dal campo che include il 13% da tre punti, contro l'abbondante 51% concesso agli avversari: la coppia Howard-Nowitzki è riuscita a fare peggio di gara 1 chiudendo con un complessivo 3/22, Jason Terry ha faticato segnando 17 punti tirando 18 volte e Jerry Stackhouse è stato ancora il miglior scorer dalla panchina, ma con 16 punti anch'egli in 18 conclusioni.
In casa Heat ognuno ha fatto la sua parte, piccola o grande: Wade, dopo il primo quarto di altissimo livello, ha segnato i tre canestri consecutivi dell'allungo definitivo, Jason Williams ha contenuto gli errori confezionando 6 assist a dispetto di una sola palla persa, Shaq ha tirato bene i liberi, Posey è andato in doppia doppia continuando a prendersi preziosi sfondamenti in difesa risultando decisivo su due lati del campo, infine Walker ha sprecato meno che non in occasioni precedenti segnando 14 punti senza forzare eccessivamente.
La splendida difesa di squadra ha piazzato 7 stoppate contro le 3 dei Mavs, ed ha costretto i texani ad un quarto periodo ancor più umiliante, terminato con 2/18 al campo (0/8 da tre) e con 7 punti a referto, peggior risultato di sempre in un singolo periodo nella storia delle Finali, prima detenuto dagli Utah Jazz edizione '98 con 9.
A fine gara Shaq ha distribuito una delle sue classiche gemme, commentando a freddo il flagrant foul subito da Stackhouse nel secondo tempo:"Quando torno a casa le mie figlie mi placcano più duramente di quanto ha fatto lui, mi ha fatto sentire bene venire colpito in quel modo. Grazie, Jerry!".
L'esilarante O'Neal avrebbe poi convertito i due liberi scaturiti nei punti del 72-52, in un momento in cui la frustrazione di Dallas era già al massimo, come dimostrato dal pesante gesto del loro miglior uomo dalla panchina.
Gli Heat potranno ora cavalcare le ali dell'entusiasmo e provare a portarsi addirittura in vantaggio in gara 5, in programma domenica ancora a Miami, e vincere sarebbe fondamentale per la serie: la squadra di Riley avrebbe modo di giocarsi tutto a Dallas, dove le statistiche registrate sono state ben peggiori di quelle viste in Florida (10-1 in casa nei playoffs) ma a quel punto, con un titolo in ballo ed equilibrio costante, tutto potrebbe accadere.
E fu così, che nei playoffs 2006, un'altra serie, quella finale, diventò impronosticabile dopo essere partita in maniera ben chiara a favore di una delle due squadre: quello che ci aspetta da qui al 22 giugno, data di una possibile gara 7, è la degna conclusione di una delle più belle edizioni di postseason mai scritte sui libri di storia Nba.