Per Dirk Nowitzki un'altra grande prestazione, con un secondo tempo decisivo.
Avery Johnson sapeva di dover fare degli aggiustamenti importanti, pena subire valanghe di punti e di contropiedi come già accaduto in gara 1 ed in parte di gara 2: ebbene le correzioni apportate dal coach dei Mavs sono scaturite in una difesa di alto livello qualitativo ed un'attenta gestione dei possessi offensivi, con soli 5 turnovers in tutta la gara, fattori che hanno impedito ai Suns di correre e di sfruttare le situazioni in transizione e che li hanno costretti ad un poco consono gioco a metà campo ed a delle percentuali dal campo con le quali Phoenix non aveva mai vinto quest'anno, e ieri sera il risultato non è cambiato.
Le due squadre sono ripartite con gli stessi quintetti di gara 2, i Suns costretti dagli infortuni, i Mavericks da questioni tattiche: con Bell ancora fuori, un Barbosa apparso più concentrato è partito nella lineup iniziale per la seconda volta consecutiva, mentre Keith Van Horn, ha ottenuto nuovamente un posto da titolare, pur lasciando presto il campo a favore del fondamentale DeSagana Diop, con Dampier a registrare il dnp per la seconda gara in fila.
Il primo quarto si è giocato in equilibrio, con attente gestioni dei possessi da ambo le parti e con partenze forti di Nowitzki da una parte e di un incontenibile Diaw dall'altra; Phoenix ha subìto la migliore difesa di transizione proposta dagli avversari non riuscendo ad esplodere in contropiede e tenendo l'attacco troppo fermo, Dallas ha pagato una partenza lenta del supporting cast, con Terry a scaldarsi solo a ridosso dell'intervallo ed un po' di nervosismo sfociato in un brutto fallo di Howard su Thomas, sanzionato con il flagrant.
Tuttavia, il vantaggio più consistente dei Suns si è instaurato nel secondo periodo, quando i Mavericks sono andati in netta difficoltà sulle rotazioni difensive ed hanno concesso due triple consecutive a Tim Thomas ed altre due conclusioni dalla distanza al solito Diaw ed a Nash, responsabili di 28 punti nel primo tempo (per il canadese anche 5 assists), in un momento della partita passato a tirare tra il 47% ed il 52% di squadra con una più che discreta precisione da tre, percentuali vistosamente calate man mano che l'intervallo si avvicinava.
Di questo calo hanno beneficiato senz'altro i Mavs, che sono rientrati da un -11 rispondendo con due giochi da tre punti consecutivi di Harris (6, 3/7) e Terry (19, 9/20), un Terry che nel parziale di 8-2 ha rubato un fondamentale pallone dalle mani del due volte Mvp della lega andando indisturbato ad appoggiare altri due punti a canestro, riducendo lo svantaggio a 5 punti.
Le squadre sono rientrate dagli spogliatoi con un'energia differente, con i Mavericks molto più reattivi ed efficaci; i Suns, stanchi perché limitati nella rotazione, sono parsi in vacanza per tutto il terzo quarto, cominciato con 1/6 dal campo, ed hanno commesso 6 turnovers contro i 4 di tutto il primo tempo concedendo agli avversari non solo di rientrare nel punteggio, ma di portarsi in vantaggio di 4 punti prima dell'ultimo mini-riposo; Nowitzki ed Howard si sono distinti particolarmente in questo momento di rimonta, essendo quasi esclusivamente responsabili del 12-2 registrato nella prima parte del terzo quarto che ha riportato dopo lungo tempo in vantaggio i texani sul 59-54.
La combattività dei Mavs è stata maggiore soprattutto a rimbalzo, dove alla questione centimetri si è sommato il fattore voglia: Diop è stato molto importante in questa fase di rimonta, toccando tutti i palloni vaganti, prendendo rimbalzi offensivi e marcando bene Diaw (2 punti nel quarto), possessi che hanno concesso a Nowitzki di mettere 4 punti che in condizioni normali sarebbero stati trasformati in un paio di rimbalzi difensivi a favore dei Suns. 48 sono stati i rimbalzi concessi agli ospiti, 19 dei quali offensivi, che i vari Nowitzki, Van Horn ma soprattutto Howard hanno trasformato nei fondamentali secondi possessi che hanno fatto la differenza.
Il tedesco ha sfornato un'altra prova stratosferica mettendo tutti i tiri importanti del quarto periodo dopo un primo tempo da 4/11, concludendo la sua prestazione con 28 punti, 17 rimbalzi, 5 assits e 2 stoppate; Josh Howard, che ricordiamo dovrebbe sempre essere infortunato, ha aggiunto 22 punti e 12 rimbalzi e la palla rubata decisiva ai danni di Tim Thomas, turnover dal quale i Mavs hanno ricavato i punti del definitivo distacco dopo che i Suns erano rientrati sul -4.
Anche in questa occasione gli aggiustamenti di Avery Johnson hanno fatto la differenza: con un attacco a gestire i possessi per quasi tutti i 24 secondi ed una difesa asfissiante, il numero di palloni giocabili per i Suns è diminuito drasticamente, portando il minimo di punti segnati nei playoffs 2006 con 88, solamente 4 punti segnati in contropiede dopo gli oltre 50 ammassati nelle prime due gare, e cosa più grave di tutte nessuna palla rubata.
Se lo spreco della gara era da imputare a Dallas in gara 1, stavolta tale colpa è ricaduta interamente sulla squadra di Mike D'Antoni, che dopo un primo tempo equilibrato, dove 5 membri avevano chiuso con 6 o più punti, ha gettato alle ortiche un vantaggio in doppia cifra che sarebbe potuto essere anche più consistente.
Steve Nash ha comandato le marcature con 21 punti (+ 7 assists), Diaw ha chiuso con 20 (ma solo 6 nella ripresa), Barbosa ha lanciato segnali di ripresa mettendone 17 ed aggiustando le percentuali ed infine Tim Thomas ha chiuso con 14 e 3/5 da tre punti; Shawn Marion, 18 rimbalzi, non è stato un fattore offensivo ed ha chiuso con 10 punti e 4/12 dal campo, praticamente l'ombra di se stesso.
I Suns avranno la possibilità di rimediare martedì notte, sempre in casa, nella decisiva gara 4, ovvero l'ultima che l'infortunato Raja Bell dovrebbe passare inattivo. Sul 2-1 le parti si sono capovolte, ed ora toccherà al buon D'Antoni studiare le contromosse per riportare in equilibrio questa bellissima partita a scacchi.